Riceviamo e pubblichiamo lettera di un nostro lettore che esprime il suo punto di vista sulla non semplice situazione dell’Antenna.
“Avuto notizia della cessazione del vincolo, il Comune avrebbe potuto attivarsi per ricevere manifestazioni di interesse, articolate in progetti di massima, alla gestione dell’area e dell’Antenna.
Questo per dare soddisfazione, e bilanciarli al contempo, sia all’interesse di chi non vede l’antenna solo come un “pezzo di ferro arrugginito”, che all’interesse dei cittadini che non vogliono sentir parlare di nuovi costi di gestione da coprire.
Questo è fare Politica.
È facile? No, non lo è.
Ma i ruoli in giunta non nascono per essere facili e sono molto ben retribuiti. Così come i ruoli dirigenziali del bureau.
Eventuali manifestazioni provenienti da privati, sotto forma di progetto di massima, se ritenute congrue in prima istanza, avrebbero dovuto far attivare uno scenario in cui Rai Way fermava temporaneamente le macchine, a fronte di una verifica più approfondita di tutte le condizioni, dei vincoli e dei termini di un accordo per la valorizzazione sostenibile economicamente del manufatto e dell’area, indicata nel progetto di massima che si è manifestato voler realizzare.
L’accordo avrebbe dovuto ruotare intorno ad alcuni punti che elenco non nella loro successione temporale:
— Concessione in gestione.
Il potenziale gestore si impegnava a sostenere i costi annuali di manutenzione ordinaria pari a circa 150-200mila euro, a fronte della possibilità di avviare attività di ristorazione, di organizzazione di eventi per il pubblico, concerti all’aperto compresi (l’area di circa 12 ettari è ampia e si presterebbe bene anche a questo), di gestione di attività di svago e relax o altro nell’area/parco verde, da mantenere obbligatoriamente sempre pronta alle visite del pubblico, e di gestione di un piccolo Museo delle comunicazioni a distanza (TLC);
— Acquisizione gratuita da parte del Comune, cui sarebbero stati trasferiti da Rai Way anche i fondi messi da questa in conto abbattimento/dismissione, per contribuire al costo una tantum di manutenzione straordinaria iniziale;
— Investimenti nella manutenzione straordinaria.
L’antenna ha bisogno di un investimento iniziale di 1.5 milioni o poco più per tornare ad essere sicura. Facciamo fino a 2 milioni per sistemare anche tutta l’area e le pertinenze?
Questo investimento una tantum sarebbe potuto rimanere a carico della Regione (sarebbe servita un’azione politica importante) o, in mancanza, a valere sui fondi della FUA (ritagliare un 10% dalle idee progetto già delineate per i 20 milioni disponibili per CL era cosa sostenibile, e doverosa già solo per diventare proprietari di un’area così ampia).
La domanda più difficile da porsi, lo sappiamo tutti, riguarda la possibilità che ci siano modelli buoni per una gestione non in perdita dell’area e di tutto il resto.
Ma come si fa a saperlo rimanendo a guardare solo a piccoli contributi, slegati, non coordinati, espressi nei social network?
È il Comune che deve (avrebbe dovuto?) dare ordine, in casi come questo, sforzandosi di farlo emergere attraverso l’appello al contributo di chi ne sa di più, piuttosto che attendere gli eventi come ho l’impressione sia avvenuto per tanti mesi.
Solo così tutti, ma proprio tutti, potremo dire (o, avremmo potuto dire), di averci provato e di rimanere uniti, in ogni caso
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