Dopo i “veleni” tra il governatore e l’autonomista Raffaele Lombardo, si cerca di stemperare il clima
Ma il capogruppo del M5S De Luca avverte: «Da noi nessuno sconto, il centrodestra ha fallito»
Mercoledì scorso la sfuriata dell’ex assessore Roberto Di Mauro durante la conferenza dei
capigruppo in sala giunta, venerdì il video nel quale Schifani si lascia andare a un commento poco
lusinghiero sullo «show di me…» dell’esponente Mpa rimarcando che «questi», cioè gli autonomisti,
«li tengo ancora per poco».
Sabato la risposta a distanza (e al vetriolo) del leader del movimento Raffaele Lombardo, quando, più
o meno nelle stesse ore, il pacificatore che non ti aspetti, Gianfranco Micciché, provava a gettare
acqua sul fuoco. Infine, a chiudere la cronistoria dell’ennesima settimana di tensione all’interno della maggioranza, la posizione di Palazzo d’Orleans, da dove, beninteso, non arriva nessun commento ufficiale, ma filtra un silenzio Zen sulla vicenda e sul tentativo di mediazione: insomma, altro da fare e a cui pensare, mentre con i numeri che sorridono e le conferme di Bankitalia, Istat e delle agenzie
di rating sull’andamento dell’economia regionale prevale il buon umore.
Il braccio di ferro, però, sembra destinato a continuare.
Quel che è certo, è che non ci sarà una rottura con Mpa, perlomeno da parte del presidente della Regione, che fin dal suo insediamento ha sempre precisato come il governo debba riflettere il risultato delle urne.
Ma è altrettanto certo che la diffidenza nei confronti degli autonomisti (e viceversa) è alle
stelle, anche perché all’interno di Forza Italia molti ricordano ancora il 2009, quando al posto
dell’attuale governatore c’era Lombardo, che ruppe la maggioranza e buttò fuori l’allora Popolo
della libertà, facendo entrare dei tecnici in quota Pd.
Storie vecchie, ma incancellabili, mentre oggi, ad agitare le acque, dopo le polemiche sui
franchi tiratori per la bocciatura all’Ars della riforma dei consorzi di bonifica, sono ancora le parole
pronunciate da Roberto Di Mauro durante l’ultima capigruppo, dove l’ex titolare dell’Energia,
già non graditissimo a Schifani, avrebbe chiesto un altro posto di governo per il suo partito, criticando duramente il riassetto della rete ospedaliera, i capisaldi della nuova manovra e l’entità
delle risorse per ridurre le liste d’attesa in sanità.
Poi il commento del governatore sullo «show» dell’ex assessore in sala Giunta, espresso al deputato forzista Riccardo Gallo durante la visita al dissalatore di Porto Empedoclee finito in un video. Quindi la risposta di Lombardo alla «brutta storia», ma senza «nessun dramma», perché «mi accorgo che l’elezione diretta del presidente talvolta può portare all’illusione del potere assoluto. La verità è che il potere logora anche chi ce l’ha ed io posso capirlo: la tensione, gli impegni, la stampa, le scadenze».
A rasserenare gli animi ci ha provato Micciché, riferendosi al commento del governatore su Di Mauro, perché «può capitare, in contesti leggeri o informali, che una frase infelice scappi
anche al presidente della Regione.
Succede, non è grave. Ma proprio per questo voglio invitare tutti gli attori coinvolti in questa
vicenda a riflettere di più prima di parlare. Siamo in una fase delicata per la politica siciliana, ed è sotto gli occhi di tutti che nella maggioranza ci sono alcune criticità da affrontare».
Intanto, i 5Stelle minacciano battaglie in aula: «La manovra in arrivo? Presenteremo come al
solito le nostre proposte migliorative. Se passeranno, bene, altrimenti pazienza –afferma il deputato
regionale messinese Antonio De Luca –. Di certo non accetteremo quote da un presidente che si ricorda che esiste il parlamento solo quando gli fa comodo e per fare proclami a favore di taccuino e telecamere. Schifani ricordi infatti che lo aspettiamo ancora in aula a riferire sugli scandali Turismo e Sanità. Per quanto tempo ancora vorrà ancora scappare? Apprendiamo dalla stampa – aggiunge il capogruppo M5S – che il presidente vuole offrire una quota al parlamento per facilitare il percorso
della manovra, ma se pensa di aprire in questo modo un’autostrada verso un’approvazione
veloce si sbaglia di grosso. Valuteremo come sempre norma per norma nell’interesse dei siciliani.
E non faremo sconti. Sempre che questa manovra veda mai la luce. La maggioranza di Schifani
ormai esiste solo sulla carta».
Da La Gazzetta del Sud
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