I gestori. In controtendenza Liguria e Sardegna. I gestori: “Il vero problema è il caro vita”
Nell’estate delle spiagge in crisi e degli ombrelloni chiusi, le vacanze di agosto rischiano di confermarsi un lusso per pochi.
A puntare il dito è ancora una volta il Codacons, che mette in fila i «casi limite»: su tutti
un potenziale esborso da circa 300mila euro per un rooftop a Verona dal 23 al 30 agosto, ma le tariffe da migliaia di euro spaziano da Baja Sardinia a Positano, da Sorrento a Ortisei.
Gli operatori non ci stanno: «è un errore di Booking», precisa l’host del superattico veronese di Piazza delle Erbe.
«Da noi si pagano prezzi moderati », fanno sapere da Federalberghi Puglia.
E mentre nei lidi di Pescara si fanno i conti con un calo del 25% dei consumi a luglio («siamo qui a contare le pecore…», sospira lo storico balneatore Riccardo Padovano), la Liguria notoriamente la “spiaggia” per i milanesi che lì hanno la seconda casa – ci si prepara invece al sold out per il
ponte di Ferragosto.
Le «cifre da capogiro» citate dal Codacons vanno dai 125.870 euro per una villa con piscina a Baja Sardinia ai 43.575 euro una suite in hotel a Porto Cervo, dai 123.099 euro per una villa a Positano alla settimana in appartamento a Sanremo da 63.196 euro.
Non si salva la montagna: «A Cortina d’Ampezzo un appartamento può costare 52.375 euro a settimana, uno chalet 38.520 euro a Selva di Val Gardena, 35.725 euro a Ortisei».
Preventivi, c’è da dire, che riguardano località vip tratti dai «siti specializzati in prenotazioni alberghiere» che testimoniano, secondo l’associazione, come «le tariffe turistiche in Italia abbiano
raggiunto livelli elevatissimi negli ultimi anni».
Ma c’è chi dice no. Federalberghi Puglia ricorda che «il prezzo medio di pernottamento registrato a luglio è di 134,25 euro, al di sotto del prezzo medio italiano (156,20 euro)».
«Poche improvvisazioni, molta programmazione e buona preparazione nel nuovo mondo digitale ci hanno evitato scivoloni eclatanti come le friselle a 17 euro o prezzi di servizi collaterali esagerati e spropositati», rivendica il vicepresidente nazionale e presidente Puglia e Bari Bat dell’organizzazione, Francesco Caizzi.
Una politica di prezzi calmierati adottata anche in Abruzzo: «Tutto sommato gli abbonamenti stagionali sono invariati, ma molti clienti non vengono in spiaggia perché andare al mare, ormai, costa. Il problema non è il “caro ombrelloni”, ma il “caro vita” », spiega da Pescara Padovano, presidente regionale del Sib, il sindacato balneari di Confcommercio.
E il presidente nazionale, Antonio Capacchione, bolla come «sbagliato e truffaldino additare il calo del turismo italiano di luglio alle tariffe balneari».
La causa vera, ribadisce, «è che le famiglie italiane sono in grande difficoltà.
Salari dimezzati negli ultimi 30 anni a causa della inflazione (il salario reale è addirittura inferiore a quello del 1990).
Le spese obbligatorie (casa, assicurazioni, bollette, energia, ecc.) hanno raggiunto il 42,2% del reddito complessivo mentre la pressione fiscale è arrivata al 42,6%.
Il turismo è una variabile dipendente dell’economia. Accusare gli stabilimenti balneari di tutto
questo è semplicemente indecente».
In controtendenza la Liguria: per il ponte di Ferragosto (dal 14 al 17), la media di occupazione delle camere è del 97%: al top la provincia di Savona con il 98.3%, poi quella di Imperia con il 97,2%, Genova e La Spezia con il 95,7% di camere occupate.
La crisi sembra risparmiare anche la Sardegna: se in Costa Smeralda o in mete top come Chia e Villasimius i prezzi sono sempre alti, l’isola propone tariffe per tutte le tasche, dove una
postazione con ombrellone e due lettini non costa più di 20/25 euro al giorno.
Da considerare anche che la stragrande maggioranza delle spiagge sarde sono spiagge libere.
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