Le famiglie degli ostaggi israeliani ancora prigionieri di Hamas a Gaza hanno indetto per oggi una giornata nazionale di protesta contro i piani del governo Netanyahu di occupare la striscia. I dimostranti affermano che i piani per prolungare la guerra invece di cercare una tregua non faranno che complicare il rilascio dei loro cari.
Varie università, sindacati e autorità locali sostengono le manifestazioni, alle quali è attesa la partecipazione di decine di migliaia di persone.
Intanto però l’offensiva su Gaza non si ferma: i militari stanno cercando di spingere i residenti a spostarsi verso sud, con una tattica che combina l’assedio ai quartieri settentrionali (dove si soffre la fame) e la distribuzione di tende ai civili, in previsione del loro sfollamento.
Tel Aviv: molte migliaia già in piazza, autostrade bloccate
Decine di migliaia di persone sono scese in strada a Tel Aviv fin dalle 6.30 del mattino (le 5.30 in Svizzera) per lo sciopero generale nazionale proclamato dal Forum delle famiglie degli ostaggi allo scopo di sollecitare la fine della guerra a Gaza e un accordo per il ritorno degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
Ne danno notizia i media israeliani mostrando immagini di blocchi stradali sulle autostrade e sulle vie principali di accesso. Il Forum si attende la presenza di un milione di persone sulla Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv per e centinaia di iniziative in tutto Israele.
Tel Aviv: alterchi tra dimostranti e forze dell’ordine, 25 arresti
E’ di almeno 25 arresti il bilancio dell’intervento delle forze dell’ordine in Israele per liberare le strade bloccate dai dimostranti, che in molti casi hanno dato alle fiamme dei pneumatici. Lo riferiscono i media di Tel Aviv.
Bloccata anche l’autostrada 16, una delle principali vie d’accesso a Gerusalemme. I manifestanti dovrebbero convergere sulla “piazza degli ostaggi” dove sono attese oltre 1 milione di persone.
Papa: preghiamo per la pace
“Preghiamo perché vedano a buon fine gli sforzi per fare cessare le guerre e promuovere la pace, affinché nelle trattative si ponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli”. Lo ha detto il Papa all’Angelus, senza fare alcun riferimento particolare a casi concreti.
Bari: Fiera del Levante esclude Israele
La fiera del Levante di Bari, una delle principali manifestazioni fieristiche italiane, ha deciso di escludere Israele dalla prossima edizione che si terrà dal 13 al 21 settembre. Lo fa sapere l’ente fieristico del capoluogo pugliese, in risposta ad un invito in tal senso rivolto giorni fa dal sindaco Vito Leccese (Partito Democratico).
La fiera vuole “prendere le distanze dalle atrocità del genocidio in corso contro il popolo palestinese” e sostiene l’iniziativa per proporre il premio Nobel per la pace 2025 ai bambini di Gaza.
Nata nel 1929 – quando il fascismo italiano aveva l’ambizione di fare di Bari e della Puglia un “ponte” verso il Medio Oriente – la fiera si concentra tuttora sulla collaborazione con l’Europa sudorientale e il Mediterraneo
Presidente israeliano in piazza con le famiglie degli ostaggi
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha incontrato in piazza a Tel Aviv le famiglie dei rapiti ancora nelle mani di Hamas.
“L’intero popolo vuole la loro liberazione, voglio dire agli ostaggi ancora nei tunnel che non li dimentichiamo e stiamo facendo tutto il possibile per riportarli a casa; chiedo ai soldati che stanno combattendo di riprenderli”, ha detto il presidente chiedendo alla comunità internazionale di “fare pressione su Hamas”.
Smotrich: i manifestanti fanno il gioco di Hamas
Il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, uno dei principali esponenti dell’estrema destra, attacca lo sciopero nazionale accusando i dimostranti di “fare il gioco di Hamas”.
“La nazione di Israele si sveglia stamattina e si trova di fronte a una campagna dannosa che fa il gioco di Hamas, seppellisce gli ostaggi nei tunnel e cerca di far arrendere Israele ai suoi nemici”, ha scritto su X aggiungendo che secondo lui “la campagna non è decollata e coinvolge pochissime persone. Lo Stato di Israele non è bloccato”.
Smotrich è anche il principale sostenitore della ripresa degli insediamenti in Cisgiordania che taglierebbero di fatto in due il territorio, rendendo di fatto impossibile la nascita di uno stato palestinese.
Israele colpisce centrale elettrica in Yemen
Israele ha colpito una centrale elettrica yemenita vicino alla capitale Sana’a, controllata dalle milizie sciite Houthi. I media locali riferiscono di forti esplosioni che hanno messo fuori servizio i generatori.
Le forze di difesa israeliane hanno confermato di avere colpito “un sito infrastrutturale terroristico nella zona di Sana’a da una distanza di 2.000 chilometri da Israele, nello Yemen, prendendo di mira un sito infrastrutturale energetico”. “I raid sono stati condotti in risposta ai ripetuti attacchi del regime terroristico Houthi contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini, tra cui il lancio di missili terra-terra e droni verso il territorio israeliano”.
Squadre di soccorso stanno lavorando per spegnere un incendio causato dall’attacco.
Israele bombarda ospedale a Gaza, 7 morti
Un raid israeliano nelle prime ore di stamane ha colpito l’ospedale Al Ahli a Gaza City, uccidendo almeno 7 persone, riferisce Al Jazeera. Un ragazzo è morto, invece, nell’ attacco su una tenda.
La difesa civile della striscia, sotto controllo di Hamas, ha annunciato la morte di 40 palestinesi nelle ultime 24 ore, tra cui dei bambini. Il portavoce Mahmoud Bassal ha detto all’agenzia AFP che un quartiere settentrionale della città è assediato e bombardato per costringere la gente a spostarsi a sud.
Numerosi i casi di malnutrizione, secondo il ministero della sanità di Gaza 11 persone sarebbero morte per fame nelle ultime 24 ore.
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