I Servizi al lavoro sull’autenticità. Ma da Schlein a Conte non attendono certezze e attaccano la premier Meloni: «Perché lo hai liberato? Un po’ di coscienza ce l’hai?»
Si arricchisce di un nuovo capitolo il caso Almasri. Sui social sta circolando un video che, secondo i media libici che lo hanno postato, mostra un uomo che ha le fattezze dell’ex comandante della Rada e della polizia giudiziaria, che l’Italia ha riportato in Libia dopo l’arresto (innescando una grave frattura con la Corte penale internazionale che aveva emesso il mandato di cattura), mentre uccide un connazionale per le strade di Tripoli. E subito è riesplosa la polemica politica, con forti critiche al governo Meloni. Nel video, postato anche dalla Ong Rifugiati in Libia, si vede l’uomo aggredire una persona disarmata in strada, gettarla a terra e colpirla a mani nude.
«Stiamo ancora lavorando per confermare la data esatta dell’episodio, ma è accaduto di recente – commenta Rifugiati in Libia –. Si tratta dello stesso criminale ricercato dalla Cpi per crimini di guerra e sottratto alla giustizia dal governo italiano all’inizio di gennaio». È la vicenda che ha messo in fortissimo imbarazzo l’esecutivo di centrodestra. E che avrà un’appendice parlamentare a settembre: quando, dopo l’archiviazione da parte del Tribunale dei ministri della posizione relativa alla premier e la contemporanea richiesta di autorizzazione al processo nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, per il caso della scarcerazione e del rimpatrio con volo di Stato del generale libico, il dossier sarà esaminato dalla Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio per poi finire ai voti a ottobre nell’aula della Camera.
Risale al gennaio scorso l’inizio della vicenda che vede protagonista il generale libico, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità: fu arrestato a Torino (dov’era andato per una partita della Juventus) e dopo pochissimi giorni liberato da parte del governo e riportato a Tripoli con tanto di volo di Stato. Sul video stanno svolgendo approfondimenti anche gli apparati di sicurezza italiani: fonti della Rada hanno riferito che è autentico e risalirebbe «al 2021 o al 2022». Inoltre, la persona aggredita «non ha riportato lesioni gravi». Nel luglio scorso, inoltre, il sito libico Al Masdar, vicino al governo di unità nazionale della Libia e dichiaratamente ostile alla Rada, la milizia di Almasri, aveva pubblicato un altro video, questo generato con l’intelligenza artificiale, in cui Almasri sembra rilasciare una sorta di confessione pubblica spiegando come è riuscito a sfuggire al mandato d’arresto della Cpi.
Malgrado i dubbi, è forte la reazione della leader del Pd Elly Schlein: «Giorgia Meloni non può più esimersi dallo spiegare agli italiani per quale motivo il suo governo, con una scelta politica che lei stessa pochi giorni fa ha rivendicato, ha volutamente ignorato il mandato di cattura della Cpi che pende su Almasri per i suoi crimini, gli omicidi e le torture e lo ha liberato e riaccompagnato a Tripoli dove sta continuando a uccidere». Anche Giuseppe Conte (M5S) si rivolge alla presidente del Consiglio: «Sono raccapriccianti le immagini che individuerebbero nel criminale Almasri l’uomo che picchia e uccide a mani nude un cittadino libico per le strade di Tripoli. Giorgia, le hai viste quelle immagini? Un briciolo di coscienza ti è rimasta?».
Attacca poi Angelo Bonelli (Avs): «Almasri, l’uomo accusato dalla Cpi di torture, stupri e crimini contro l’umanità, ripreso a Tripoli mentre uccide un uomo. Giorgia Meloni, guarda chi hai liberato». Sulla stessa linea Nicola Fratoianni: «Immagino che Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano abbiano visto in queste ore il terrificante video. E immagino che con orgoglio si siano congratulati per averlo liberato con tutti gli onori». Infine Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva: «Ecco chi abbiamo rimpatriato con un volo di Stato. Le immagini che arrivano dai media libici sono orribili. Se venisse confermato che autore di quelle incredibili violenze in mezzo alla strada è il criminale libico Almasri sarebbe un ulteriore duro colpo per l’immagine dell’Italia per responsabilità del suo governo».
Fonte Avvenire
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