Gli artisti, riunitisi sotto la sigla Venice4Palestine, chiedono alla Biennale una presa di posizione chiara e priva di ambiguità contro “un genocidio compiuto in diretta dallo Stato di Israele”
“Mentre si accendono i riflettori sulla Mostra del Cinema di Venezia, rischiamo di vivere l’ennesimo grande evento impermeabile a tale tragedia umana, civile e politica”. È questo il rischio che vogliono scongiurare gli attori, i registi e i musicisti che si sono riuniti nel gruppo Venice4Palestine e hanno pubblicato una lettera aperta per chiedere alla Biennale di prendere una posizione chiara a favore della causa palestinese contro “un genocidio compiuto in diretta dallo Stato di Israele“.
“Lo spettacolo deve continuare, ci viene detto, esortandoci a distogliere lo sguardo, come se il mondo del cinema non avesse a che fare con il mondo reale. E invece – prosegue la lettera – è proprio attraverso le immagini che abbiamo appreso del genocidio, delle aggressioni violente e anche omicide in Cisgiordania, della punizione collettiva inflitta al popolo palestinese e di tutti gli altri crimini contro l’umanità commessi dal governo e dall’esercito israeliani”.
“Chiediamo quindi alla Biennale di prendere una posizione netta e sostenere queste istanze. Rivendichiamo altresì la necessità di spazi e modalità di narrazione per la Palestina. A Venezia – concludono i firmatari – tutti i riflettori saranno puntati sul mondo del cinema, abbiamo il dovere di far conoscere le storie e le voci di chi viene massacrato con la complice indifferenza occidentale“.
L’appello è stato sottoscritto da numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui Carolina Crescentini, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, Gabriele Muccino, Alba e Alice Rohrwacher, Claudio Santamaria, Pietro Sermonti, Toni Servillo, Roger Waters, e poi Marco Bellocchio, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Mario Martone, i fratelli D’Innocenzo, Valeria Golino, Jasmine Trinca e tanti altri.
Fonte L’Espresso
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