Il sindacato di Landini promette di battersi anche in caso di referendum contro un progetto che vuole sovvertire la Carta
La prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e il numero uno dell’Anm, Cesare Parodi, hanno sparato a zero, in un ciclo di audizioni, sulla riforma della giustizia del governo.
L’affondo di Cassano e Parodi
“Ho rappresentato quali sono i rischi di una separazione culturale mediante istituzione di due Csm connessi alla figura del pubblico ministero, che rafforzerebbe ulteriormente il suo potere, essendo già titolare di un potere molto incisivo sulla vita delle persone, qual è quello dell’apertura di un procedimento penale”, ha detto Cassano. “E poi, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, ho sottolineato quali sono alcuni aspetti problematici che a mio avviso comporteranno, a seguito della separazione delle carriere, una caduta di garanzie per il cittadino”.
E poi l’affondo dell’Anm. “Questa riforma evidentemente danneggia i cittadini e non i magistrati, il nostro impegno è la difesa di valori comuni messi in discussione dalla modifica della Costituzione”, ha detto Parodi.
“E’ una riforma che cambiando il Csm indebolisce l’indipendenza di tutti i magistrati – ha sottolineato ancora – attraverso un progressivo allontanamento del pm dalla giurisdizione. Per questo saranno i cittadini a pagarne le conseguenze”.
La Cgil: pronti a mobilitarci anche in caso di referendum
Duro l’attacco anche della Cgil. “E’ un progetto – ha detto Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil – che mira a sovvertire la Costituzione antifascista nata dalla Resistenza e che ci vede assolutamente contrari: continueremo a batterci e speriamo di poter cambiare una strada che sembra già segnata e ci batteremo anche in caso del referendum”. R.M.
Fonte LANOTIZIAGIORNALE.IT di Raffaella Malito
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