È sotto gli occhi di tutti la profonda crisi che la politica e i partiti italiani stanno attraversando.
Uno dei segnali più evidenti di questo malessere democratico è rappresentato dal costante calo dell’affluenza alle urne.
Alle elezioni politiche del 2022, ad esempio, si è registrata l’affluenza più bassa della storia repubblicana: appena il 63,91% degli aventi diritto si è recato al voto.
Un dato che dovrebbe allarmare ogni coscienza democratica e spingere verso una riflessione profonda sulla necessità di intervenire per invertire questo trend negativo.
Come Organizzazione Sindacale autonoma SINALP, dichiara il Responsabile Enti Locali Antonio Aserio, da tempo denunciamo le distorsioni dell’attuale legge elettorale nazionale e chiediamo con forza una riforma vera e partecipata, che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere non solo il partito, ma anche i candidati, attraverso il voto di preferenza.
Fino al 1993, il sistema elettorale italiano per eleggere il Parlamento era basato sul proporzionale con voto di preferenza (legge n. 361/1957).
Con il referendum abrogativo del 1993 e la successiva introduzione della legge n. 277/1993 (il cosiddetto Mattarellum), fu adottato un sistema misto che eliminava il voto di preferenza nelle liste bloccate, avviando una deriva che ha ridotto drasticamente la libertà di scelta degli elettori.
Questa legge, promossa dall’allora Ministro Sergio Mattarella nel Governo Ciampi, segnò l’inizio della progressiva concentrazione del potere elettorale nelle mani delle Segreterie di partito, che da quel momento decidono chi eleggere, spesso secondo logiche di fedeltà personale e non di rappresentanza democratica.
L’eliminazione delle preferenze ha avuto effetti devastanti sul piano della rappresentanza, indebolendo il rapporto diretto tra elettori ed eletti, e portando spesso in Parlamento figure totalmente scollegate dai territori, catapultate dall’alto per logiche interne ai partiti.
È così che interi territori si sono trovati senza alcuna vera rappresentanza politica, e i cittadini hanno perso fiducia, percependo il voto come inutile e privo di valore reale.
Questo sistema ha portato, negli anni, alla nomina, più che elezione, di candidati sconosciuti, spesso scelti tra amici, familiari o fedelissimi dei leader di partito, senza alcuna reale esperienza o legame con i bisogni delle comunità.
Questa grave anomalia democratica è stata riconosciuta anche dalla Corte Costituzionale, che con la sentenza n. 1/2014 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge elettorale nella parte in cui non prevedeva il voto di preferenza, impedendo all’elettore di incidere nella scelta dei parlamentari, e attribuiva un premio di maggioranza eccessivo e senza soglia minima, alterando gravemente la rappresentatività del voto.
La Corte ha sottolineato che questi elementi violano i principi costituzionali di uguaglianza del voto e rappresentanza democratica, sanciti dagli articoli 1, 48 e 51 della Costituzione.
Accogliamo con favore, dichiara il Segr. Regionale SINALP Andrea Monteleone, la recente presa di posizione di alcune forze politiche che chiedono il ripristino del voto di preferenza.
In particolare, ci congratuliamo con il movimento della Democrazia Cristiana dell’On. Totò Cuffaro, che ha avuto il coraggio di sollevare il problema a viva voce.
È un segnale che qualcosa si muove, e che non tutti sono disposti ad accettare passivamente un sistema che tradisce i principi fondanti della nostra Repubblica parlamentare.
In una vera democrazia, la scelta dei rappresentanti spetta al popolo, non ai capi partito.
La Costituzione italiana, all’art. 1, afferma con chiarezza che: “La sovranità appartiene al popolo”.
Tale sovranità si esprime innanzitutto attraverso un voto libero, consapevole e personalizzato, che permetta all’elettore di scegliere non solo il simbolo, ma anche il volto del proprio rappresentante.
Come sindacato SINALP, dichiara il Segretario Regionale Andrea Monteleone, chiediamo dunque con forza la reintroduzione del voto di preferenza, quale strumento imprescindibile di democrazia partecipativa e trasparente.
È tempo che la nostra società avvii un dibattito pubblico e costruttivo sulla riforma elettorale, coinvolgendo le forze sociali, sindacali e civiche, in un processo di rinnovamento vero della rappresentanza politica.
Ridare centralità al voto di preferenza significa rafforzare la democrazia, responsabilizzare gli eletti e ricostruire, finalmente, la fiducia tra cittadini e istituzioni.
Solo così potremo tornare a considerare il voto non come un atto formale, ma come un autentico strumento di partecipazione democratica.
La Segreteria Sinalp Sicilia
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