“Passando da via Rochester, la Piscina era piena di gente, salendo via Cavour, all’ingresso della Villa Cordova si notava la scritta “Bagni pubblici”, piazza Garibaldi e vie limitrofe sembravano rinate, tanti nuovi negozi, grazie al traffico riaperto, la Fontana era piena d’acqua e zampillante. Nella parte alta di corso Umberto addirittura pesone che litigavano per chi dovesse per primo affittare uno dei locali sfitti. Dall’altra parte tanti studenti che entravano nella nuova sede dell’università, l’ex palazzo della Banca d’Italia, dopo aver pranzato nella mensa universitaria, ex Bar Romano, più avanti, all’altezza della statua di Umberto I, uffici pieni di gente. Girando poi per la città si notava la scomparsa dei Silos, dovuta al rifacimento della rete idrica cittadina, in via Redentore erano scomparse le transenne davanti al palazzo sfollato e nei balconi sventolano i panni stesi. Biciclette ovunque sulle corsie ciclabili, bancarelle rispettose degli spazi loro assegnati e auto parcheggiate bene. Salendo poi per viale Luigi Monaco, ad un certo punto campeggiava la scritta “Policlinico Caltanissetta” dal quale uscivano cittadini contenti di aver prenotato una visita già nei prossimi giorni, altri, provenienti dal P.S. felici di non aver aspetto tante ore. E poi, volgendo lo sguardo verso la collina di Sant’Anna, dove un tempo c’era l’Antenna, si vedeva una bella area attezzata dove le famiglie vanno a rilassarsi e a fare dei pic nic e, dulcis, in fundo la Galleria Sant’Elia riaperta….”
Peccato poi sia suonata la sveglia.
Ma per non rimanere nel dubbio, siamo usciti per verificare, ma abbiamo amaramente constatato che da oltre un anno, quelle promesse di rinascita e di cambiamento, che hanno animato e caratterizzato la campagna elettorale e i vari comunicati che in questi mesi sono stati fatti, hanno affievolito le speranze che qualcosa sia realmente cambiato, uccidendo i sogni notturni e le tante speranze dei nisseni.
Con un programma ambizioso, l’amministrazione locale aveva dipinto un quadro di cambiamenti radicali, un vero e proprio “libro dei sogni”, uno dei tanti, per una città desiderosa di vedere la realtà superare la fantasia.
Tuttavia, a distanza di mesi, l’entusiasmo iniziale sembra aver lasciato il posto a un immobilismo frustrante e a continui e ripetuti annunci che sanno più di spot propagandistici, come se la campagna elettorale non fosse mai finita e si lavora sempre per la prossima.
A parte il rifacimento del manto stradale, progetto ereditato dalla precedente gestione, i grandi annunci si sono sgonfiati come palloncini bucati, lasciando dietro di sé solo promesse non mantenute.
Dove è finito il Policlinico, quello che doveva sorgere a Caltanissetta, dato come certo.
E i famosi 4,2 milioni di euro per il rifacimento parziale della rete idrica?
Progetti che sembravano imminenti, sono invece finiti nel dimenticatoio senza, tra le altre cose, alcuna spiegazione se non il continuo ripeterli.
La stessa sorte è toccata alla riapertura della piscina comunale, un’odissea che ha raggiunto il suo apice con il diniego dell’accesso agli atti ad un consigliere comunale, un fatto forse unico, assurdo e probabilmente non proprio legale, che alimenta ancor di più dubbi, perplesità e sospetti.
Anche l’acquisto dell’ex Banca d’Italia rimane avvolto nel mistero.
Al di là dei soliti annunci, di sopralluoghi e bozze di progetti, non si sa nulla di concreto.
L’Università di Palermo ad esempio, che anni fa aveva giudicato i locali non idonei, ha forse cambiato idea?
E la mensa universitaria nell’ex Bar Romano, che sembrava cosa fatta, è caduta nel dimenticatoio, un altro capitolo in questo libro di promesse.
Il cuore della città, il centro storico, aspetta ancora di essere rivitalizzato.
La Fontana del Tritone è rimasta vuota e si è trasformata in un cestino per i rifiuti, pulita non dagli addetti ai lavori, ma da volontari, giustamente ringraziati, ma che dovrebbe far provavre un tantino di “imbarazzo”.
Il Centro per l’impiego, che avrebbe dovuto portare nuovo movimento in centro, è ancora una promessa lontana dalla sua materializzazione, indecisi su quale palazzo acquistare.
Le opere di compensazione per l’abbattimento dell’Antenna sono scomparse dai discorsi, come se nulla fosse successo, ormai della questione meglio non parlarne più.
E poi ci sono le mancanze che nessuno sembra voler affrontare: i bagni pubblici, inesistenti, e il risanamento di interi quartieri del centro storico, ridotti a condizioni che solo chi li vive può comprendere appieno.
Intanto gli sfollati di via Redentore restano fuori casa e nessuno si degna di dir loro che fine faranno o quando potranno rientrare nelle loro case.
Non resta che rimanere in attesa dei “botti” di Natale, dopo un Settembre Nisseno, non proprio esaltante, anche se sembra che quest’anno le polveri siano un po’ umide, e l’atteso grande “scruscio” probabilmente non ci sarà, avremo meno selfie.
La cittadinanza è stanca di balli, balletti, cerimonie di inaugurazione e di discorsi “vuoti” e autoreferenziali.
La speranza è che, prima o poi, meglio prima, una di queste favole si trasformi finalmente in realtà. Ad Maiora
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