Superato il punto in cui furono fermate le navi Madleen e Handala. Gli attivisti hanno avvistato navi militari israeliane. Nella notte ci sono state azioni di disturbo ed è stato avvistato anche un sommergibile
IL VIAGGIO IN TEMPO REALE SUL TRACKER
La Global Sumud Flotilla si sta avvicinando sempre di più a Gaza. Si trova ora a meno di 90 miglia nautiche (circa 160 km) da Gaza e sta viaggiando ad una velocità di quattro nodi e mezzo e, continuando così, arriverebbe a Gaza domani pomeriggio. Ma difficile pensare che non ci sarà prima un intervento delle Forza israeliane. Le navi della Flotilla hanno oltrepassato il punto in cui sono furono intercettate e fermate da Israele, a giugno e poi a luglio, le navi Madleen e Handala.
Intanto, la premier Giorgia Meloni è tornata ad accusare gli attivisti a bordo della Flotilla di essere degli irresponsabili, mentre il leader della Cgil Maurizio Landini assicura che, in caso di attacco alla Flotilla, scatteranno sciopero generale e mobilitazioni diffuse. “Non permetteremo che CGIL ed estremisti di sinistra portino in Italia il caos. Non tollereremo nessuno ‘sciopero generale improvviso’”, ha risposto a stretto giro sui social il vicepremier e ministro Matteo Salvini. L’Onu ha preso posizione affermando che “qualsiasi attacco sarà inaccettabile”.
ORE 17 – L’ONU: INACCETTABILE QUALSIASI ATTACCO
“Qualsiasi attacco alla flottiglia è inaccettabile”: questa la posizione delle Nazioni Unite, espressa tramite Marta Hurtado Gomez, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani. Nell’intervista all’agenzia di stampa turca Anadolu, Gomez ha evidenziato che “le persone che cercano di fornire aiuti umanitari e sostenere centinaia di migliaia di persone affamate e assetate a Gaza non dovrebbero essere attaccate”, bensì “devono essere protette”. Il portavoce dell’Alto commissario si è quindi rivolto a Israele, esortando le autorità a revocare immediatamente il blocco su Gaza e a consentire l’ingresso di rifornimenti salvavita “con tutti i mezzi”.
Mentre la Flotilla procede verso le coste di Gaza, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, sul suo profilo X torna a chiedere lo stop alla missione civile umanitaria: “Ci uniamo agli appelli e ribadiamo: non è troppo tardi. Vi preghiamo di trasferire pacificamente tutti gli aiuti in vostro possesso attraverso il porto di Cipro, il porto turistico di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione a Gaza”.
ORE 16:50 – FLOTILLA: SIAMO A MENO DI 90 MIGLIA NAUTICHE DA GAZA
Ore 15.50 – ARLIN MEDRANO: “SIAMO INARRESTABILI, ISOLAMENTO GIÀ ROTTO“
Arlin Medrano è un’attivista e giornalista di 25 anni e dal Messico ha deciso di imbarcarsi su una delle barche della Sumud Flotilla perché “l’ingiustizia è interconnessa. Ciò che accade a Gaza non è isolato: fa parte di un sistema globale di militarizzazione, sorveglianza e violenza coloniale: quando mi batto per Gaza, mi batto anche per il Messico e l’America Latina. E raggiungeremo Gaza perché siamo inarrestabili”. L’agenzia Dire la raggiunge telefonicamente, mentre la Flotilla naviga a circa cento miglia dalle coste di Gaza per portare aiuti ai civili palestinesi, in acque ormai considerate a rischio per possibili interventi da parte della Marina militare israeliana.
Il pensiero corre alla notte scorsa: “Abbiamo assistito a un chiaro tentativo di intimidazione”, riferisce Medrano, “una nave della Marina israeliana ha circondato le nostre imbarcazioni di testa per diversi minuti e ha disattivato a distanza i nostri sistemi di comunicazione. È stata la prova di quanto Israele sia disposto a spingersi per mettere a tacere gli sforzi di solidarietà, anche al di fuori delle sue acque territoriali”.
Medrano – con esperienze in politica, nella difesa dei diritti umani e nelle cause di giustizia sociale in America Latina – tiene a ribadire le motivazioni che l’hanno spinta a unirsi a questa missione nonviolenta, per un Paese che dista migliaia di chilometri da casa sua: “La solidarietà internazionale non è un’opzione, ma un dovere, quando le persone affrontano un genocidio”.
Inoltre, aggiunge Medrano, le condotte di Israele avrebbero raggiunto anche la sua nazione: “Il software spia Pegasus”, creato da un’azienda israeliana, lo stesso che ha fatto scoppiare uno scandalo nell’Unione europea, “è stato utilizzato per spiare attivisti e giornalisti anche in Messico, persino le famiglie dei 43 studenti scomparsi ad Ayotzinapa”, vale a dire il caso di sparizione forzata di cui sono accusati gruppi criminali locali, su cui si sospetta il coinvolgimento di polizia ed esercito. “Per me, la solidarietà non ha confini- ribadisce l’attivista- e la lotta per i diritti di Gaza chiama in causa anche quella per i diritti in Messico”.
A bordo intanto, “L’umore delle persone è buono: c’è resilienza” riferisce Arlin Medrano, chiarendo: “Certo, c’è tensione e preoccupazione, perché siamo consapevoli dei rischi, ma c’è anche determinazione e persino gioia. Le persone a bordo capiscono che questa azione è storica: collega Gaza alla coscienza del mondo. Non siamo solo una barca, siamo un messaggio di vita che rompe l’assedio. Tuttavia non basta: ciò che motiva la nostra missione è la sofferenza dei palestinesi prima di tutto”.
Alla domanda se crede che la Flotilla raggiungerà le coste della Striscia, non ha dubbi: “Sì, certo, siamo inarrestabili. E anche se ci intercettassero, avremmo già raggiunto Gaza moralmente e politicamente. Il blocco è illegale- argomenta l’attivista dal Messico- e ogni miglio che percorriamo è una vittoria contro di esso. Certo, la nostra speranza è di arrivare fisicamente a Gaza con le nostre imbarcazioni, ma la cosa più importante è che il mondo ora sappia che l’assedio esiste e che la gente comune è disposta a rischiare la propria incolumità per denunciarlo. Questo- conclude- sta già rompendo l’isolamento”.
Ore 14.19 – SCOTTO (PD): “IN TESTA SI VEDONO NAVI MILITARI ISRAELE”
“Stanotte eravamo allertati perchè poteva succedere qualsiasi cosa. Alcune imbarcazioni si sono intromesse all’interno della Flotilla diciamo per prendere le misure per un’operazione di abbordaggio. Ora dalla testa della Flotilla si vedono le navi militari e quindi è probabile che l’intercetto arrivi a breve“. Così il deputato del Pd Arturo Scotto, in collegamento dalla Flotilla con “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1, spiegando che l’imbarcazione sulla quale si trova lui è più arretrata rispetto alla testa della Flotilla di due o tre miglia e di non riuscire a vederle per ora.
Ore 14.18 – SCOTTO: “DOMANI POMERIGGIO A GAZA, MA PROBABILE ATTO PIRATERIA ISRAELE”
“Stiamo navigando a 4 nodi e mezzo, teoricamente a questa velocità, metta che sono 5 o 6 miglia all’ora e siamo intorno ai 100 miglia, domani pomeriggio saremmo a Gaza, ormai ce la facciamo”. A dirlo, in collegamento con “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1, il deputato del Pd Arturo Scotto, che sta partecipando alla missione della Global Sumud Flotilla.
Adesso “noi siamo a 100 miglia da Gaza – aggiunge Scotto – se ce lo avessero detto qualche giorno fa sarei stato molto molto perplesso, perché ci sono stati intoppi, per usare un eufemismo, e tentativi di rallentare o fermare la Flotilla. Questo mi riempie di orgoglio ma mi fa anche rabbia perché purtroppo sappiamo che non riusciremo a sbarcare sulle coste della Striscia perché probabilmente ci intercetteranno, ci preleveranno e ci porteranno agli arresti in acque internazionali, facendo un atto di pirateria, tecnicamente si chiama così”.
A Giorgia Meloni, che li ha nuovamente definiti irresponsabili, Scotto risponde così: “Noi siamo tranquilli e convinti di aver fatto la cosa giusta sapendo che è stata una cosa difficile e sapendo che una missione umanitaria non ha mai fatto male a nessuno. A Meloni dico: abbiamo fatto molto di più noi con la Flotilla che la democrazia. Se la diplomazia avesse fatto il suo mestiere, la Flotilla sarebbe passata. La domanda che faccio che al governo italiano è se ritiene il blocco navale legale o no. Su questo il governo non si è mai espresso”. Così il deputato del Pd Arturo Scotto, in collegamento dalla Flotilla con “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1.

Ore 14.16 – LANDINI: “IN CASO BLOCCO CONFERMIAMO SCIOPERO GENERALE E MOBILITAZIONI”
“Abbiamo ritenuto necessario come Cgil, dialogando con altre organizzazioni sindacali, di poter usare lo strumento più solidale e più forte che abbiamo il diritto di sciopero. Di fronte a eventuale blocco, sequestro o arresto – e spero di fermarmi lì – siamo pronti e confermiamo la proclamazione di uno sciopero generale di tutti i lavoratori e le lavoratrici”. Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, nel corso della conferenza stampa alla Camera sugli aggiornamenti della missione Global Sumud Flotilla.
“Siamo pronti a proclamare lo sciopero nel rispetto della legge. La legge ci permette di proclamarlo in modo tempestivo. Faremo mobilitazioni in piazza per sostenere la Flotilla. Tutto quello che si è avviato deve proseguire anche se viene fermata la Flotilla. Bisogna fermare il genocidio”, dice.
“Un atto di quella natura in acque internazionali sarebbe un atto di guerra contro chi vuole svolgere una missione per riaffermare la pace”, aggiunge Landini.
Ore 13.40 – SCATTA MOBILITAZIONE SUI SOCIAL: “SE ATTACCANO FLOTILLA BLOCCHIAMO TUTTO”
“Allerta! Se attaccano la Flotilla #blocchiamotutto” è quanto si legge su un invito che sta circolando sui canali social, che riporta i loghi della Global Sumud Flotilla e del Global Movement to Gaza, che sostiene l’iniziativa della flotta civile in navigazione verso le coste della Striscia con l’obiettivo di rompere l’assedio israeliano.
“Il giorno stesso alle 18.30 tutti al Colosseo”, a Roma, prosegue l’invito, aggiungendo: “Il giorno successivo sciopero generale. Se toccano la Flotilla toccano tutti e tutte“. Si incoraggiano inoltre i cittadini ad aderire alla “manifestazione nazionale del 4 ottobre”.
Ore 13.12 – L’APPELLO DI ITALIA E GRECIA: “ISRAELE GARANTISCA INCOLUMITÀ”
“L’Italia e la Grecia seguono attentamente gli sviluppi della Global Sumud Flotilla e si appellano alle autorità israeliane per garantire la sicurezza e l’incolumità dei partecipanti e consentire ogni azione di tutela consolare”. Inizia così una nota congiunta, condivisa dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale italiano.
La nota continua: “Noi, ministri degli Affari Esteri della Repubblica Italiana e della Repubblica Ellenica, facciamo appello alle donne e agli uomini della Flottiglia affinché accettino la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme a consegnare in sicurezza gli aiuti destinati in solidarietà ai bambini, alle donne e agli uomini di Gaza. Grazie all’iniziativa diplomatica del presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump- si legge ancora- per la prima volta sussiste una concreta possibilità di porre fine a questo brutale conflitto e alle sofferenze della popolazione palestinese, anche attraverso un pieno accesso umanitario. Italia e Grecia ribadiscono la necessità di garantire l’accesso umanitario a Gaza e di raggiungere al più presto un cessate il fuoco. In questo frangente così delicato, occorre astenersi da iniziative che potrebbero essere strumentalizzate da coloro che ancora rifiutano la pace”, concludono i governi di Roma e Atene nella nota..
Ore 12.45 – ALBANESE (ONU): “SE ISRAELE INTERCETTA È AGGRESSIONE CONTRO STATI”
“Non facciamoci illusioni: l’aiuto umanitario che le barche della Global Sumud Flotilla stanno portando rappresenta una goccia nell’oceano, ma ciò che sta facendo e portando è il coraggio che serve per mettere in atto il diritto internazionale mentre ogni altro attore responsabile proprio di far osservare quel diritto si sta voltando dall’altra parte”. Questo il commento di Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i Territori palestinesi occupati, intervenendo nel corso della conferenza stampa organizzata dalla Global Sumud Flotilla, il movimento civile che la notte scorsa è entrato nella “zona critica”. Ora, le 45 imbarcazioni con a bordo più di 500 attivisti internazionali sono a circa 100 miglia dalle coste della Striscia di Gaza, per porre fine al blocco che Israele applica dal 2009 sulla Striscia, nonostante gli atti di intimidazione della notte scorsa da parte della Marina militare israeliana, che rivendica il controllo delle acque palestinesi.
“Quegli attori- continua Albanese- stanno persino collaborando con Israele a mettere in atto l’assedio. Il fatto che non ci siano governi – specialmente quelli degli Stati che hanno porti nel Mediterraneo – che non stanno forzando il blocco, nonostante sia illegale, e non stiano garantendo protezione alla flotilla, è incredibile e dovrà avere conseguenze”.
Per Albanese, oltre ad attuare questo blocco illegale, Israele starebbe anche applicando una “punizione collettiva contro la popolazione palestinese”, da cui derivano “le accuse di genocidio che gli vengono mosse. Ma oltre a ciò gode anche di impunità e, se non bastasse, viola ancora il diritto internazionali con atti intimidatori contro la flotilla. Anche l’eventuale intercettazione dei natanti o l’arresto dei membri degli equipaggi “sarebbe un atto illegale, perché le acque di Gaza non sono sotto la legittima autorità di Israele”, a cui si aggiunge il fatto che “intercettare le barche rappresenta un atto di aggressione contro i paesi di cui la nave batte bandiera”.
Ma tutto questo, denuncia la relatrice Onu, “sarebbero atti tollerati dagli Stati”, che accusa di “complicità con Israele”. “Rompere l’assedio- conclude- è responsabilità ed obbligo dei governi” a cui Albanese lancia un invito: “Bisogna sigillare i porti al passaggio di beni da e verso Israele, a partire dagli armamenti”.
Ore 12 – SCOTTO (PD): “CI FERMEREMO ALL’ALT DELLA MARINA ISRAELIANA”
“In questo momento siamo a circa 125 miglia, in attesa di capire come evolverà la situazione – così Arturo Scotto ai microfoni di Radio Cusano Campus -. Ci muoviamo con cautela, in una fase di attesa, consapevoli che potrebbe verificarsi un’intercettazione da parte delle forze israeliane. Alcuni mezzi agili si sono già avvicinati alle imbarcazioni principali, osservando da vicino: un segnale di monitoraggio e presa di misure in vista di possibili controlli. L’aspetto positivo è che, qualora ciò avvenisse, accadrebbe in pieno giorno, riducendo così i rischi di incidenti o spiacevoli inconvenienti”.
“È vero che davanti a un alt della marina israeliana ci fermeremo – ha spiegato -. Ci sono due motivi chiari: primo, perché una barca a vela contro una fregata militare sarebbe come Davide contro Golia; secondo, perché i nostri protocolli, in linea con la Convenzione di Montego Bay, prevedono di rallentare e accettare il controllo in caso di intercettazione militare. Si tratta di procedure stabilite per imbarcazioni sospettate di traffici illeciti, che non è assolutamente il nostro caso: trasportiamo soltanto riso, farina e acqua”.
“Andiamo avanti uniti con la flottiglia, con disciplina e cautela, forti dei training svolti insieme e della nostra determinazione a portare aiuti” ha infine sottolineato il deputato.
Ore 11.45 – “TERREMO CONFERENZA STAMPA A 120 MIGLIA DA GAZA”
La Global Sumud flotilla terrà una conferenza stampa in acque internazionali vicino a Gaza, mentre si avvicina al blocco navale illegale di Israele. Così in una nota della Gsf.
Il convoglio umanitario, spiegano, “a circa 120 miglia nautiche da Gaza, sarà affiancato da esperti internazionali in materia legale e marittima. La flottiglia globale Sumud terrà una conferenza stampa vicino alla linea delle 120 miglia nautiche al largo della costa di Gaza mentre si avvicina al blocco navale illegale di Israele. La scorsa notte, navi da guerra israeliane hanno compiuto manovre pericolose e intimidatorie contro le navi Alma e Sirius della flottiglia. Le navi da guerra hanno interrotto le comunicazioni, hanno circondato in modo aggressivo le imbarcazioni civili e hanno costretto i capitani a compiere brusche manovre evasive per evitare la collisione”.
Queste azioni ostili, aggiungono, “hanno messo in grave pericolo civili disarmati provenienti da oltre 40 paesi. Nonostante queste aggressioni sconsiderate, la flottiglia rimane imperterrita e continua la sua rotta con determinazione. Trasportando cibo e medicine urgentemente necessari, i partecipanti sottolineano di essere volontari umanitari pacifici che navigano in acque internazionali acque per sfidare l’assedio illegale di Gaza da parte di Israele e fornire aiuti a una popolazione che sta affrontando la fame e il genocidio. La conferenza stampa di oggi fornirà: un briefing sulle azioni notturne di Israele contro la flottiglia. Il contesto giuridico del blocco navale di Israele da parte di avvocati internazionali ed esperti marittimi”.
COSA È SUCCESSO NELLA NOTTE
Notte ad altissima tensione nelle acque davanti alla Striscia di Gaza, dove la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla sta continuando a navigare intenzionata ad arrivare a Gaza nonostante il ‘no’ di Israele e gli appelli a fermarsi. Nella notte, nonostante sia stato superato il limite delle 150 miglia nautiche di distanza, non ci sono stati veri e propri attacchi da parte delle forze israeliane. È a 150 miglia nautiche che comincia infatti la cosiddetta linea ‘arancione’, ovvero la zona ad alto rischio perchè quella fascia di mare, dal 2009, è controllata da Israele che ha imposto un blocco navale. È oltre questo limite che, in giugno e luglio, sono state intercettate e fermate da Israele la Madleen e poi la Handala che tentavano di avvicinarsi a Gaza. Sempre a quell’altezza venne fermata, nel 2010, la nave Mavi Marmara della Gaza Freedom Flotilla che subì un attacco ravvicinato da Israele con 10 vittime. Per ora nessuna barca della Flotilla è stata attaccata, ma a partire dalle 3 di questa notte ci sono state azioni di pressing e forme di intimidazione, hanno denunciato gli attivisti, con barche (non identificate) che si avvicinano e si allontano dalle imbarcazioni della Flotilla. La nave di testa, Alma, è stata avvicinata e circondata da diverse barche e ha perso per qualche minuto il sistema di comunicazione. Poi però le barche se ne sono andate. È stato avvistato anche un sommergibile.
LE NAVI IN TESTA ALLA FLOTILLA: “NOTTE DI INTIMIDAZIONI”
Nel corso della conferenza intervengono anche gli attivisti Thiago Avila e Lisa Proenca, in collegamento rispettivamente a bordo delle imbarcazioni Alma e Syrius, che guidano la flotta. “A un certo punto siamo stati avvicinati da due navi, che sono passate anche attraverso la Flotilla, come chiaro gesto di intimidazione” riferisce Avila, che denuncia anche “attacchi cibernetici da parte di Israele”, come l’interruzione delle comunicazioni che hanno lasciato le singole barche isolate. Questo, continua, “è psicologia di guerra” che tuttavia “non ci ferma: andiamo avanti”.
Conferma il resoconto l’attivista Proenca, che aggiunge: “A un tratto le due navi sono arrivate in velocità verso di noi e poi hanno anche compiuto dei giri intorno all’Alma e alla Syrius. Non ci hanno toccato né danneggiato, ma questo ha creato molta tensione a bordo“. Un effetto determinato anche in seguito “dalla luce che abbiamo visto salire dal fondo del mare“, probabilmente un sommergibile, che ha seguito la Flotilla “per qualche tempo”.
Proenca riferisce di come gli equipaggi hanno reagito alla situazione: “Abbiamo seguito subito il protocollo: abbiamo indossato i giubbotti salvagente e ci siamo dati dei turni di guardia di mezz’ora a partire dalle 3 del mattino”, aggiungendo che “il fatto che tutti sapessero cosa fare e come comportarsi, grazie alla formazione ricevuta, ci ha dato molta sicurezza, tuttavia nessuno di noi è abituato a vivere simili situazioni di stress e quindi a bordo c’era forte tensione“. “Noi siamo una missione nonviolenta- ribadisce in conclusione- e stiamo portando aiuti umanitari a una popolazione che muore di fame”.
Ore 8 – “CI STANNO GIRANDO INTORNO”
“Ecco, sorge il sole e Gaza è lì, a 120 miglia da noi. E ci arriveremo, forse ci arriveremo. In un giorno di navigazione o poco più, Però purtroppo ci sono dei cani rabbiosi che hanno cominciato a circondarci dalle 3.30 di stamattina. Ci girano intorno, hanno prima disattivato le comunicazioni della nave madre Alma, poi di quella che aveva preso il comando al posto suo, Sirius. Sirius ha avvistato un sommergibile“: è il messaggio postato sui social dal freelance Lorenzo D’Agostino dalla Global Sumud Flotilla nelle prime ore di questa mattina. Poi queste barche si sono allontanate. Abbiamo ripreso la navigazione, dovranno fermarci con la forza“.
Ore 7 – “LA NAVE ALMA CIRCONDATA, COMUNICAZIONI DISATTIVATE”
“Nelle prime ore di questa mattina, le forze navali di occupazione israeliane hanno lanciato un’operazione intimidatoria contro la Flottiglia Global Sumud. Una delle nostre navi capofila, Alma, è stata aggressivamente circondata da una nave da guerra israeliana per diversi minuti. Durante l’incidente, le comunicazioni di bordo, comprese le nostre trasmissioni a circuito chiuso, sono state disattivate da remoto e la nave si è avvicinata pericolosamente, costringendo il capitano a una brusca manovra evasiva per evitare una collisione frontale”. Lo riferisce la Global Sumud Flotilla (GSF).
Ore 7 – “SAPPIAMO CHE VOGLIONO INTERCETTARE LE BARCHE”
Sui social ecco il racconto di Alessandro Mantovani, inviato dei Fatto quotidiano: “Mancano pochi minuti alle 7 e siamo a 140 miglia dalle costa della striscia di Gaza, la Flotilla sta proseguendo la sua navigazione. Io sono su Otaria, abbiamo avuto una notte agitata, a partire dalle 3 c’è la massima allerta. Sappiamo che la navi israeliane sono posizionate a 100-110 miglia dalla costa della Striscia, dalle 3.30 sono stati avvistate piccole imbarcazioni, si ritiene militari, che sono girate intorno alle barche che sono in testa alla Flotilla, in particolare ad Alma, la barca che guida la Flotilla e ospita Thiago Avila e diversi metti del direttivo”. Per qualche minuto alma hanno perso il controllo di Starlink, la rete internet, ma il Vhf ha continuato a funzionare, si procede ancora verso Gaza. Qui non risulta che siano arrivate comunicazioni formali delle forze israeliane che chiedono a qualsiasi titolo di fermarsi, ma sappiamo che l’intenzione è quella di intercettare le barche una per una, sono 43, abbordarle, portarle su una nave militare fino al porto di Ashdod e poi in carcere. Qui sono stati fatti lunghi training non violenti, la consegna assoluta è quella di non reagire a nessuna azione che dovesse compiuta dalla Marina o dalla polizia di Israele, andiamo avanti”.
Ore 6 “CONTINUIAMO A NAVIGARE”
“Mentre ci avviciniamo a Gaza, restiamo vigili mentre entriamo nell’area dove le precedenti flottiglie sono state intercettate e/o attaccate. Tenete gli occhi puntati sulla missione. Tenete gli occhi puntati su Gaza. Continuiamo a navigare senza lasciarci scoraggiare dalle minacce e dalle tattiche intimidatorie di Israele”. Lo ha scritto prima delle 6 l’attivista Tony La Piccirella, a bordo della Global Sumud Flotilla sui social, postando un’immagine che mostra che le imbarcazioni si trovano ora a meno di 145 miglia nautiche da Gaza.
Fonte Agenzia Dire www.dire.it
——————
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o