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La “resa Lombarda” di Salvini: “Ha ceduto la Lombardia. Domani cederà la segreteria” – Indiscreto

Last updated: 10/10/2025 16:32
By Redazione 131 Views 8 Min Read
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Una resa annunciata, dicono ormai anche nei corridoi di via Bellerio, ma comunque dolorosa. Non tanto per i numeri — quelli, da mesi, parlavano chiaro: il sorpasso di Fratelli d’Italia è stato netto — quanto per il valore simbolico

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Un accordo costruito in silenzioLa Lega lombarda non ci sta: “È una disfatta”FdI ringrazia, ma non arretraE ora la segreteria?Una stagione finita?Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

La notizia, nei palazzi romani, ha smesso di essere un’indiscrezione già da giorni tanto da essere stata addirittura ufficializzata: la Lombardia andrà a Fratelli d’Italia. Matteo Salvini ha ceduto. Lo ha fatto con quella ostentata tranquillità che usa quando non vuole mostrare debolezza, ma che dietro le quinte nasconde un travaglio profondo. Perché quella lombarda non è una regione qualunque: è la casa madre della Lega, la terra che in anni passati gli regalò un trionfo elettorale e che oggi rappresenta la cartina di tornasole del suo ridimensionamento.

Una resa annunciata, dicono ormai anche nei corridoi di via Bellerio, ma comunque dolorosa. Non tanto per i numeri — quelli, da mesi, parlavano chiaro: il sorpasso di Fratelli d’Italia è stato netto — quanto per il valore simbolico. “Se molli la Lombardia, molli tutto”, sussurra un dirigente storico del Carroccio, milanese, tra i pochi a non avere più timori a parlare di un Salvini “a fine corsa”.

Un accordo costruito in silenzio

Il patto è stato chiuso con discrezione, su spinta diretta di Giorgia Meloni. A via della Scrofa hanno fatto pesare i sondaggi: FdI primo partito in tutte le province lombarde, compresa quella di Varese, culla del leghismo bossiano. La premier ha chiesto, e ottenuto, che il prossimo candidato alla guida della Regione — da scegliere tra una rosa di profili civici o di area — sia espressione piena di Fratelli d’Italia. “Meglio così che perdere tutto alle urne”, è stata la linea imposta da Salvini ai suoi. Una posizione difensiva, certo, ma lucida. Perché tenere duro su un terreno perso avrebbe significato indebolirsi ancor più.

La Lega lombarda non ci sta: “È una disfatta”

Ma la linea nazionale non coincide con l’umore dei territori. A Milano, a Brescia, a Como, nelle valli bergamasche e bresciane, la base leghista è furente. “Ci chiedono di votare per un partito romano, che nulla ha a che fare con la nostra storia, con il nostro modo di fare amministrazione”, sbotta un consigliere regionale uscente. “Questa non è strategia, è ritirata”.

Più che le dichiarazioni ufficiali — inevitabilmente allineate — è nel passaparola tra amministratori locali che si coglie la frattura. Qualcuno parla apertamente di “crollo del progetto salviniano”, altri sussurrano che “a Roma ci vogliono commissariare”. Dietro il malumore, non solo la delusione per una candidatura sfumata, ma il timore che sia solo l’inizio di un arretramento più vasto, che potrebbe portare — come molti iniziano a ipotizzare — anche a un passo indietro dello stesso Salvini dalla segreteria.

FdI ringrazia, ma non arretra

In casa Fratelli d’Italia, la mossa è stata accolta con soddisfazione, ma anche con prudenza. Non si vuole apparire come chi umilia l’alleato, ma l’equilibrio nel centrodestra è cambiato, e Meloni non ha intenzione di fingere che non sia così. Un consigliere vicino alla premier lo dice chiaro: “La Lombardia è solo la conseguenza della nuova geografia politica. Siamo il primo partito, è naturale che governiamo le regioni più importanti”. Tradotto: ora tocca a noi.

Non è solo questione di numeri. Per Fratelli d’Italia, la Lombardia è un banco di prova cruciale tanto più ora che palazzo Chigi ha messo le mani sul cuore del potere economico finanziario meneghino: è lì che si misura la credibilità di governo, la capacità di tenere insieme produttività, sicurezza, infrastrutture. Meloni vuole un nome forte, capace di tenere anche nei confronti dei poteri economici regionali. L’identikit è quasi pronto.

E ora la segreteria?

La vera domanda che aleggia nel centrodestra, però, è un’altra: questa resa apre la partita per la successione alla guida della Lega? Il tema è tabù, ma non più come un tempo. Giorgetti tace, Zaia prende le distanze, Fedriga si smarca, e nella base cresce il disorientamento. Chi ha parlato con alcuni esponenti del partito nei giorni scorsi racconta di una Lega “disillusa”, che non si riconosce più nelle battaglie “nazional-populiste” dell’ex capitano.

“Ha perso l’identità e adesso perde anche i territori”, è la frase che più circola nei gruppi WhatsApp dei quadri locali. Il rischio è una scissione silenziosa, non formale ma politica, fatta di disimpegno, di liste civiche che prendono il largo, di militanza che si raffredda.

Salvini, ufficialmente, tira dritto. Ma chi lo conosce bene sa che la mossa lombarda non è solo un calcolo elettorale, è anche un segnale. Resta da capire se è il preludio a un ritiro graduale o l’ultimo tentativo di restare centrale in un centrodestra che ha cambiato pelle.

Una stagione finita?

Un tempo Salvini conquistava il Nord e diventava il leader indiscusso della coalizione. Oggi, a distanza di pochi anni, consegna il cuore produttivo del Paese agli alleati e si trova a inseguire sul terreno della rappresentanza. “Ha ceduto la Lombardia. Domani cederà la segreteria”, ripetono in molti. Se sarà vero, lo diranno le prossime settimane. Ma intanto, nella Lega, si respira aria di fine stagione. E nessuno sa con certezza quale sarà l’inizio della prossima.

Fonte lespresso.it di Marco Antonellis

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Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

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