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Disinformazione e oligopoli: difendere il giornalismo indipendente per proteggere la democrazia in Europa

Last updated: 14/10/2025 6:05
By Redazione 71 Views 11 Min Read
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A Bruxelles il confronto tra istituzioni e editoria. Barachini: governare l’IA. Morgante: pluralismo a rischio senza interventi. Il report sull’informazione in Italia

Democrazia, conoscenza, partecipazione: è il patrimonio di valori europei che si fonda sull’architettura culturale di un’informazione libera e responsabile, oggi a rischio per gli effetti globali di una congiuntura economica e di un progresso tecnologico che ne stanno minando le basi con una velocità superiore ad ogni “puntello” normativo.

Tra oligopoli internazionali, “furti” di proprietà intellettuale, algoritmi voraci, disinformazione latente e una pericolosa disintermediazione che premia fonti non vincolate alla deontologia. L’analisi dei fronti di criticità e delle strategie d’azione è stata al centro dell’incontro su “Le nuove frontiere dell’informazione e dell’industria culturale UE” promosso da Connact Media e tenutosi a Bruxelles, presso l’edificio Paul-Henri Spaak del Parlamento Europeo, con un proficuo confronto tra le istituzioni e il mondo dell’editoria.

In apertura il sottosegretario all’Informazione e all’Editoria Alberto Barachini ha ribadito l’importanza della prevenzione e dell’alfabetizzazione mediatica, ricordando l’impegno in tal senso del Governo attraverso il Dipartimento anche, ad esempio, con i rimborsi alle scuole per l’acquisto di giornali, cosìm da veicolare l’informazione di qualità tra i giovani.

“L’approccio che sottende il nostro lavoro – ha evidenziato – è quello che vede la prevenzione al di sopra della correzione. Questo vuol dire lavorare ad un ecosistema sano e resiliente, perché l’intervento successivo a una misinformazione è certamente un correttivo, ma non risolve il problema alla radice. Il secondo punto riguarda invece l’incremento di misure europee, anche di sostegno, affinché i media liberi e indipendenti abbiano più risorse per sviluppare il pluralismo e il giornalismo di qualità. Il terzo punto riguarda il monitoraggio e il supporto alla produzione e diffusione di contenuti informativi affidabili e accurati, perché finanziare una buona informazione è meglio di censurare una cattiva”.

“La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, nel luglio del 2024, lanciò coraggiosamente un messaggio: la nostra democrazia è vitale, ma fragile – ha detto ancora Barachini – Un concetto che forse è stato poi dimenticato, ma nell’era del successo dell’innovazione tecnologica torna al centro, perché la democrazia si mostra come effettivamente fragile. Per questo, noi dobbiamo lavorare insieme, l’Europa è la nostra grande protezione per garantire che le regole vengano applicate e tutti siano incoraggiati nel rispettarle”. Fondamentale, come ha ribadito il sottosegretario, è la governance dell’IA: l’Italia all’avanguardia in questo, con il ddl recentemente approvato in Senato che, tra l’altro, istituisce il reato di deepfake e tutela il copyright editoriale.

“Saremo severi nell’esame delle leggi nazionali perché se ce ne saranno 27 diverse non si va da nessuna parte” ha ricordato il direttore generale DG CONNECT presso la Commissione UE Roberto Viola, sottolineando poi come l’Europa, anche con il Media Freedom Act, abbia consolidato la difesa del giornalismo e dell’informazione fatta da professionisti. Viola ha poi fatto riferimento agli investimenti per le Gigafactory in Europa e alla necessità di avvicinare l’informazione professionale ai giovani.

Importante la testimonianza dal mondo dell’editoria: Gina Nieri, consigliera di amministrazione del Gruppo MFE- MediaForEurope (200 milioni di spettatori) ha tracciato un quadro globale allarmante in tema di concorrenza delle piattaforme digitali (anche ad esempio sotto il profilo della misurazione dell’audience) aggravatasi con l’avvento della presidenza Trump.

Un quadro ripreso anche da Lino Morgante, presidente e direttore editoriale di Società Editrice Sud Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia, che – citando ad esempio l’attività dell’italiana Sparkle – ha auspicato la creazione di un’infrastruttura digitale che renda l’Europa indipendente.

Morgante, presidente di Accertamenti Diffusione Stampa, ha parlato del network di Ses, che copre Sicilia e Calabria, e che è particolarmente impegnato nelle attività di media literacy con i giovani, per accompagnare il pubblico nel comprendere il valore dell’informazione di qualità, evidenziando come il fondamentale sostegno del DIE, “consente di sostenere le attività mantenendo l’indipendenza”, in un contesto nel quale la maggiore fonte d’introito, la pubblicità, è intercettata per il 70% dalle aziende digitali “over the top”.

Il presidente Ses ha espresso apprezzamento per le recenti dichiarazioni della presidente Ursula von der Leyen sulla difesa dell’autonomia dell’informazione europea – uno “scudo democratico” come più volte ribadito anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella –  e sul sostegno ai media locali: “Auspico un sostegno europeo per un arco di 4 o 5 anni – ha sottolineato – così da consentire soprattutto alle aziende medie e piccole di affrontare questa contingenza.

Sulla qualità dei contenuti, alla base della fiducia del pubblico, ha posto l’accento Rodolfo Cardarelli, deputy manager international business unit di Ansa, di cui ha tratteggiato l’impegno nella certificazione delle notizie anche attraverso l’adozione di un codice etico. Sullo Scudo europeo per la democrazia e l’autonomia strategica dei media hanno discusso l’eurodeputata Lucia Annunziata i parlamentari europei Stefano Cavedagna e Gaetano Pedullà, nell’ambito del confronto che ha toccato anche le norme europee quali il Media Freedom Act, l’AI Act e il Digital Market Act.

L’evento coordinato da Alessandra Ravetta, direttrice responsabile di Prima Comunicazione e primaonline.it è stato realizzato da Connact – la piattaforma che favoirisce l’incontro tra istituzioni e stakehokder – in collaborazione con l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo e il Gruppo di Iniziativa italiana, e promosso da MediaForEurope. Media partner Eunews, Gea Agency, L’Infografica e Ansa.

Il report Ue: in Italia ci s’informa con la tv L’Italia è il Paese Ue in cui più persone si informano guardando la tv con un 67,4% della popolazione contro una media europea del 52,9%. Per quanto riguarda, invece, la lettura dei giornali online, il nostro Paese si posiziona poco sopra la media Ue, con il 39% contro il 35% europeo. Il 18,3% legge ancora le notizie sui giornali cartacei, in linea con il resto dell’UE, eccezion fatta per Lussemburgo, Germania, Austria ed Estonia che resistono sopra al 30%. E il 22% degli italiani legge le notizie sui social media, anche in questo caso, in linea con il trend europeo.

Ecco cosa emerge da un’indagine della Commissione europea condotta in tutti i 27 Stati membri dell’Ue per il rapporto European Media Industry Outlook 2025 con 55.746 interviste e rielaborata da Connact, che l’ha stata presentata in occasione dell’evento in collaborazione con il Parlamento europeo. Secondo un sondaggio citato nel report della Commissione europea e realizzato da Eurobarometro, il 71% dei cittadini UE, alla domanda “Quale media hai usato di più negli ultimi sette giorni?” risponde la tv, che supera nettamente le piattaforme online (42%), la radio (37%) e i social network (37%).

Secondo il Global Media Intelligence Report, il vecchio continente è una delle aree che nel mondo destina meno tempo ai social media (1 minuto e 44 secondi di media, contro il resto del mondo che sta sopra ai due minuti, quando non oltre). Per quanto riguarda la lettura della carta stampata e della stampa online, l’Europa è anche l’area che dedica meno tempo a queste due attività con 26 secondi per la prima e 43 per la seconda.

Riguardo agli editori, la ricerca Reuters Institute for the study of journalism, rielaborata da Connact, mostra un quadro delle fonti di ricavo su cui punta l’industria dei media.

In un mercato in cui la tiratura cartacea e la pubblicità, pur generando ancora circa il 45% degli introiti, sono in calo, si affacciano sul mercato nuovi strumenti di guadagno. Eventi e membership, infatti, dal 2020 al 2025, hanno fatto registrare un aumento delle entrate: gli eventi sono stati prioritari per il 48% degli editori, un +16% rispetto al 32% del 2020, mentre i ricavi da abbonamenti e membership digitali sono stati strategici per il 77% degli editori nel 2025, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2020.

Gli editori a livello globale per monetizzare i contenuti negli ultimi 5 anni hanno puntato anche sull’uso dell’intelligenza artificiale (dal 33% al 36%), sull’ecommerce (dal 13% al 29%), sulla filantropia (dal 12% al 20%), sulle donazioni (dal 13% al 29%) e sui micropagamenti (dal 5% al 6%).

Fonte gazzettadelsud.it

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