DDL SICUREZZA Carcere per blocchi stradali, aggravanti se “boicotti”
le grandi opere: la protesta di cittadini, sindacati e associazioni
Diceva un navigato militante della sinistra romana, al passaggio del corteo, che “questo
finalmente è un ddl inclusivo, perché fa incazzare tutti: i sindacalisti e i coltivatori di canapa,
i movimenti per la casa e gli ambientalisti”.
E infatti contro il ddl Sicurezza, legge manifesto delle destre che non vogliono l’opposizione di piazza, si è ritrovata una sinistra frammentata e un po’frastornata: “A pieno regime contro il ddl Paura ”, diceva lo striscione d’apertura.
Un cartello lo chiamava “ddl depressione”. Subito dietro una grande immagine di Giorgia Meloni che bacia Benito Mussolini in divisa, più in là i cartelli gialli di Amnesty International: “Sicurezza? No, minacce alla libertà di espressione”.
E ancora: “Se voi fate il fascismo, noi seminiamo resistenza”.
Sul camion la scritta “siamo tutti corpo di reao” e Meloni e Matteo Salvini naufraghi in mezzo al mare.
La parola “sicurezza” è sbarrata, ovunque.
“La sicurezza è un’altra cosa: casa, lavoro, sanità pubblica, accoglienza”, scandiva una ragazza
dal camion.
C’ERANO DECINE e decine di associazioni da mezza Italia, centri sociali, studenti, la Cgil e i
Cobas, l’Arci e Mediterranea che fa soccorso in mare, un piccolo spezzone anarchico con le
bandiere nere e pure i legalitari di Libera.
Tante bandiere palestinesi e della pace.
Non saranno stati i 50 mila che dicevano dal camion, ma almeno 20 mila sì. Certo non era la solita manifestazione, al di là delle discrete presenze di volti noti: Elio Germano, Valerio Mastandrea,
Michele Riondino, Zerocalcare e altri, protagonisti nei giorni scorsi di un videoappello che ha
girato molto sui social.
Mattia, educatore 34enne, era vestito da “Luigi” di Super Mario. Sembrava un omaggio a Luigi Mangione, arrestato negli Stati Uniti per l’omicidio del super manager di un’assicurazione sanitaria: “La mia – ras – sicura –vuole essere una provocazione: togliendo la possibilità
di manifestare in modo pacifico si inasprisce la lotta sociale.
Negli Usa il sistema è arrivato al limite e addirittura c’è chi si schiera con un assassino”. Per
Cesare Antetomaso, avvocato dei Giuristi democratici, il Ddl Sicurezza è “un complesso di
norme liberticide che configura il passaggio dallo Stato sociale allo Stato penale, di polizia.
Si vuole garantire un privilegio e quasi un’immunità funzionale alle forze di polizia, tra l’altro facendo proliferare le armi perché gli agenti potranno portare un’altra arma oltre a quella di
servizio, ma è solo uno degli aspetti gravi”.
Piuttosto insolito anche il percorso, forse per non disturbare Atreju con cui Fratelli d’Italia
quest’anno ha occupato il Circo Massimo.
Dal Verano una lunga camminata su viale Regina Margherita dove è avvenuto l’unico incidente, qualche petardo e una vetrina in frantumi per un piccolo Carrefour, marchio sotto accusa per i
rapporti con Israele.
Poi via Salaria, con qualche scritta “free Palestine, Eni complice” sul distributore Eni di largo Ponchielli, via Pinciana e la discesa di villa Borghese fino a piazza del Popolo. Lì la polizia stimava
10 mila persone, prima erano senz’altro di più.
“TORNEREMO in piazza, questo ddl non deve passare, il governo Meloni cadrà”, promettevano
gli organizzatori.
Ora, qualche modifica al ddl Sicurezza c’è stata, almeno quelle suggerite dal Quirinale per evitare il carcere alle madri con figli appena nati e il divieto di vendere schede sim ai migranti irregolari
che avrebbe alimentato un già fiorente mercato nero, ma su tutto il resto la maggioranza non si muove di un millimetro.
Vuol dire carcere per i blocchi stradali e cioè per qualsiasi picchetto anche pacifico di lavoratori o studenti; pene più severe per resistenza anche passiva e violenza a pubblico ufficiale e occupazione di immobili; nuove aggravanti per chi commette reati in occasione di manifestazioni
contro grandi opere e infrastrutture; mano libera alle infiltrazioni dei Servizi segreti fino ai vertici di organizzazioni criminali e terroristiche; obbligo di collaborazione con i Servizi medesimi per università ed enti pubblici.
Resta perfino il divieto dei coltivazione della canapa light, che stronca una filiera da migliaia di posti di lavoro.
“Rappresentiamo 15 mila persone – spiegava Chiara Locascio di Canapa Sativa Italia –,un settore che ha circa 30 mila operatori, anche stagionali, che tra l’altro hanno ripopolato alcune zone rurali a rischio di spopolamento.
Dagli studi fatti con Mpg Consulting dovrebbe valere circa un miliardo di euro solo l’inflorescenza.
Strano che un governo che si professa di destra e vicino alle imprese, voglia chiudere imprese aperte per lo più da giovani”.
Incassa il risultato di piazza Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana oggi in Avs, che la manifestazione l’ha voluta: “Parliamo tanto del campo largo, ma il campo che ci piace è
questo”, diceva l’ex disobbediente Fratoianni in un comizio improvvisato dal camion di testa, in via Pinciana.
Più indietro, con un drappello di attivisti M5S, si è fatto vedere anche Giuseppe Conte: foto ricordo e sorrisi, ma pure qualcuno che gli ricordava i decreti Sicurezza dei tempi del governo con Salvini.
Ci sono anche Angelo Bonelli dei Verdi, Maurizio Acerbo di Rifondazione e Michele De Palma della Fiom.
Nemmeno una bandiera del Pd, che magari non sarebbe stata accolta da tutti con affetto, però
c’erano Francesco Boccia, Marco Furfaro e Antonio Misiani.
