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“Mappa della Salute”. In Sicilia si vive in media due anni in meno che a Trento 84,7. A Caltanissetta, ultima, media 81,9

Last updated: 15/10/2025 9:37
By Redazione 120 Views 6 Min Read
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I dati che emergono dal 20° rapporto “Meridiano Sanità, the european House-Ambrosetti”, in allegato, sono preoccupanti.

Nascere in provincia di Siracusa comporta un’aspettativa di vita inferiore di tre anni rispetto
a un cittadino nato invece in provincia di Trento.

Se i cittadini della provincia autonoma di Trento sono quelli che godono di migliori condizioni di salute in Italia; all’ultimo posto, invece, ci sono, neanche a dirlo, i siciliani.

I primi in una scala da 1 a 10 raggiungono un punteggio di 9,4 i secondi solo 2,7.

Il rapporto tiene in considerazione diverse variabili, che vanno dall’aspettativa di vita alla presenza di malattie croniche, fino alla mortalità infantile.

In generale, si conferma un forte divario Nord-Sud, con le Regioni meridionali con valori sempre sotto la media.

Trento, con un punteggio di 9,4 su 10 resta la prima e stacca di oltre 2 punti gli altri migliori, come il Veneto con 7,3, Bolzano con 7,2, la Toscana 7, la Lombardia 6,6, le Marche 6,5, il Piemonte 6,2.

Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna sono entrambi a 5,8, mentre la Valle d’Aosta è a 5,6.

Il resto delle regioni è sotto la media nazionale: Abruzzo 5,2, Umbria e Lazio 5,1, Liguria e Puglia 4,7, Basilicata 3,9, Sardegna 3,7, Molise 3,5, Campania 3,3, Calabria 3,2.

Ultima la Sicilia, con il pari a 2,7.

Tra i sotto indicatori presi in considerazione, appunto le differenze in termini di aspettativa di vita.

Un cittadino trentino tende a vivere due anni e mezzo in più rispetto a uno siciliano, 84,7 anni contro 82,1. Dato che riguarda la media regionale.

Ma la disamina sulle singole province aumenta ulteriormente.

Nascere a Ragusa comporta un’aspettativa di vita fino a 83 anni e un mese, mentre per i siracusani le proiezioni si fermano a 81 anni e 5 mesi.

In mezzo Enna 82,7, Trapani, Palermo e Catania 82,4, Messina 82,2, Agrigento 82 e Caltanissetta 81,9.

E non va meglio se si guarda la capacità di risposta ai bisogni di salute.

Gli indicatori presi in considerazione vanno dalla copertura dei programmi di vaccinazione, sia
per bambini e adolescenti che per anziani, fino agli screening oncologici, passando per le attenzioni
agli anziani, la disponibilità di operatori sanitari, l’accesso all’innovazione farmaceutica, l’innovazione digitale.

Sui vaccini, ad esempio, lo stesso indicatore tra 1 e 10 fissato dal ministero della Salute che assegna
il massimo punteggio alla Toscana 10, vede la Sicilia fanalino di coda con 2,1 nel 2024, ridimensionato a 1 nel 2025.

Meglio sugli screening oncologici al seno, all’utero e al colon-retto.
L’indice in questo caso ha raggiunto quasi la sufficienza nel 2024, 5.5, contro il 5,2 dell’anno ancora in corso.

Sull’attenzione agli anziani il nuovo crollo si registra, come anche evidenziato dalla Fondazione Gimbe che definiva l’assistenza agli anziani per i siciliani è un miraggio.

Sui posti letto in strutture residenziali per anziani o sugli over 65 trattati in assistenza domiciliare, l’indice che riguarda la SDicilia è a un punto e mezzo, sia per lo scorso anno che per quello in corso, lontanissimo dai 10 punti che ottiene il sistema di assistenza alla terza età in Friuli Venezia Giulia, 10 in Lombardia, 9 in Emilia Romagna, 8.2.

Le differenze sono ampie anche se si guarda a quei comportamenti individuali e quelle condizioni sociali, economiche, ambientali che possono influenzare lo stato di salute.

Anche in questo caso, le province di Trento e Bolzano sono in vetta alla classifica evidenziando il divario Nord-Sud.

In questo rapporto le regioni del Sud sono sempre quelle più svantaggiate. Lo sono probabilmente
per motivi storici e perché la politica, con le scelte sulla sanità non sono state e non sono sufficienti per ridurre l’enorme sbilanciamento

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Meridiano Sanità _ The European House – AmbrosettiDownload

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