Una mattina di terrore, ieri 23 ottobre, a Gela. Dentro la chiesa del Carmine, in via Cairoli, un uomo ha raggiunto la sagrestia e si è avvicinato al parroco con la scusa di volersi confessare. Pochi istanti dopo don Nunzio Samà è stato colpito all’addome con un coltello.
I Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela, nella serata di ieri,hanno tratto in arresto un giovane di 26 anni del luogo, pregiudicato, individuato quale responsabile del reato di lesioni personali aggravate nei confronti di don Nunzio Samà, parroco della Chiesa Beata Vergine del Carmelo di Gela.
Intervenuti nell’immediatezza a seguito del grave fatto, i Carabinieri hanno avviato serrate e ininterrotte indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gela, che hanno consentito in breve tempo di raccogliere convergenti elementi indizianti a carico del soggetto fermato. In particolare, determinante è stato il contributo offerto nell’orientare le primissime attività d’indagine dalla visione delle immagini acquisite ed estrapolate dai diversi sistemi di videosorveglianza presenti in area, che hanno consentito di contestualizzare la presenza del giovane all’interno della chiesa, ove proprio nell’ufficio del parroco si sarebbe consumata l’aggressione nel corso della quale veniva sferrato il fendente che colpiva il religioso al ventre.
Fortunatamente, nonostante la ferita riportata, il parroco riusciva a scappare da una porta secondaria e mettersi in salvo, venendo poi soccorso dal personale sanitario e trasportato presso l’ospedale di Gela, ove è stato medicato e giudicato non in pericolo.
Nel frattempo i Carabinieri intervenuti sono riusciti rapidamente a identificare il presunto autore, e a rintracciarlo presso la propria abitazione: nel corso della perquisizione domiciliare è stato rinvenuto, nascosto in un marsupio occultato sotto un mobile, un coltello da cucina ritenuto compatibile con quello utilizzato per l’aggressione, sottoposto a sequestro per i successivi accertamenti.
I conseguenti approfondimenti investigativi, le ulteriori immagini visionate e le informazioni testimoniali raccolte hanno consentito di cristallizzare un quadro indiziario coerente rispetto al ruolo del fermato nella dinamica delittuosa ricostruita, che sarebbe maturata, secondo gli elementi raccolti, nell’ambito di un contesto di disturbo di personalità e di fanatismo religioso.
L’arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Gela, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica di Gela.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla Costituzione, per l’indagato vige il principio di presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva inoltre l’odierno provvedimento cautelare adottato nei suoi confronti sarà sottoposto al vaglio del Giudice per la convalida.
Fonte giornalecentrosicilia.it
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