La storia della piscina comunale nella nostra città è un vero e proprio simbolo del paradosso amministrativo e un caso esemplare di come le promesse non mantenute possano affondare un bene pubblico.
Anni di annunci, proclami e servizi fotografici hanno portato a un solo risultato tangibile: un impianto sportivo fondamentale, oggi ridotto a una cattedrale nel deserto, tristemente chiuso e avvolto nel mistero.
Questo impianto, che in passato veniva descritto come “il più bello della Regione” o un “vero gioiello”, era nato con l’ambizione di diventare un centro d’eccellenza per la comunità nissena e oltre.
Per decenni, è stato un punto di riferimento vitale per atleti agonisti, molti dei quali hanno dovuto abbandonare lo sport o intraprendere viaggi della speranza verso strutture lontane, a decine di chilometri, per non interrompere gli allenamenti.
È stato anche un servizio sociale cruciale, fondamentale per i corsi di nuoto, per l’attività motoria degli anziani e, soprattutto, per la riabilitazione dei disabili, oltre a essere un luogo di incontro per famiglie e appassionati.
L’inizio del declino è coinciso con la scadenza di una gestione che, invece di essere risolta rapidamente, si è trasformata in una chiusura a tempo indeterminato.
Ripercorrendo le dichiarazioni della politica locale, il percorso per la riapertura della piscina è un’altalena di date e cifre che non si sono mai concretizzate.
Durante la campagna elettorale, la parola “Piscina” è stata ripetuta più volte.
Oggi, però, l’argomento è diventato un “tabù”, un vero e proprio “top secret”.
Le informazioni sono frammentarie, le date di riapertura variano e i cittadini si scontrano contro un muro di gommai, con relazioni ex-post e l’assenza di verbali chiari.
Il “mistero” non è altro che l’imbarazzo per un’inefficienza che si protrae nel tempo.
Un esempio tipico è la frase “la riapertura è prevista per i primi mesi dell’anno prossimo”, che però poi slitta.
La questione della piscina, che tocca sia lo sport che il benessere, si inserisce in un modello politico-amministrativo ormai ben collaudato, quello delle “promesse vuote”.
La chiusura della piscina è solo l’ultimo capitolo di una storia che i cittadini conoscono fin troppo bene, una narrazione che ha già inghiottito progetti ben più importanti per il futuro del territorio, come la questione della Sanità, la promessa del Policlinico per dare slancio anche all’economia cittadina e per evitare la migrazione verso strutture più attrezzate, e l‘Università, con le solenni dichiarazioni sulla creazione di corsi di laurea strategici e nuovi spazi, mensa compresa.
Tutte queste cose rimangono solo un bel disegno su carta. In tutti questi casi, il meccanismo è sempre lo stesso, grandi annunci, zero fatti concreti.
La politica si celebra con l’annuncio come se fosse già realizzato, generando un’ondata di ottimismo che però alla lunga si scontra con una realtà desolante.
Oggi tutte queste promesse e annunci vari sono rimaste tali, come anche i cancelli della Piscina Comunale che non sono solo il simbolo dell’abbandono di un impianto sportivo, ma anche una lapide sulla credibilità, a dimostrazione che per l’Amministrazione, la priorità non è il servizio, ma l’annuncio del servizio.
E nel frattempo, gli atleti nuotano altrove, i disabili aspettano, e i cittadini si chiedono a cosa serva promettere la luna, se poi non si riesce nemmeno a riempire una vasca.
Ma facciamo un po’ la storia.
La Piscina Comunale di Caltanissetta è un impianto che, per le sue peculiarità, è stato spesso considerato un potenziale centro di eccellenza.
Tuttavia, la sua storia è un vero e proprio viaggio senza fine.
Dopo una nascita lenta, ha subito varie vicissitudini. Dopo un inizio promettente, l’impianto è stato chiuso, vandalizzato e lasciato in stato di abbandono, per poi essere ristrutturato, con la copertura in legno al posto del pallone.
L’ultima chiusura è avvenuta nel luglio 2019, a causa della scadenza del contratto con il vecchio gestore. In teoria, si trattava di un semplice cambio di gestione, ma in pratica, è stato l’inizio di un vero e proprio calvario.
La riapertura dipende da una complessa ristrutturazione e riqualificazione, necessaria per modernizzare e mettere a norma l’impianto. I ritardi hanno fatto lievitare i costi e allungare i tempi, trasformando il tutto in un’agonia amministrativa.
Qui sotto, una breve sintesi:
| Fase del Processo | Dettagli e Annunci | Stato Reale (Oggi: Nov. 2025) |
| Bando di Gestione | Assegnato a una Rti (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) per 9 anni, con un rialzo sull’asta di circa €206.000. | L’appalto è stato aggiudicato, ma i lavori di completamento continuano a subire slittamenti. |
| Avvio Lavori | Avviati a maggio 2023 con un cronoprogramma che prevedeva la conclusione entro novembre 2023 (secondo dichiarazioni del Sindaco di allora). | Non rispettato. I lavori sono proseguiti a rilento e non sono ancora conclusi. |
| Completamento Strutturale | Completati i lavori strutturali (spogliatoi e corpo centrale). | Restano da completare quelli relativi alla sostituzione degli impianti (la parte più tecnica e costosa). |
| Data di Riapertura (Ultimo Annuncio) | Si è passati da promesse di riapertura nel 2024, a un più cauto “primi mesi del 2026” (dichiarazione di luglio 2025). | Estremamente incerta. Spesso si parla di “rinegoziazione” del contratto con la ditta, un segnale che il percorso è ancora accidentato. |
I lavori di riqualificazione, anche se procedevano spediti oggi sono fermi.
Le scadenze promesse sono state sistematicamente disattese, allontanando sempre di più la riapertura.
Ma il costo reale e le conseguenze di questa chiusura non si misurano solo in euro spesi, ma colpiscono tutto il tessuto sociale.
Molti giovani atleti, potenziali futuri talenti dello sport, si sono visti costretti a ritirarsi per l’impossibilità di allenarsi con regolarità, mentre i più determinati percorrono decine di chilometri ogni giorno per raggiungere impianti in province vicine, come San Cataldo o Enna, affrontando costi e sacrifici enormi per le loro famiglie.
Ma il danno più grave, forse, è quello alla riabilitazione.
La mancanza dell’impianto ha negato un servizio essenziale a chi ha bisogno di idroterapia e nuoto riabilitativo, in particolare per disabili e anziani, costringendoli a rinunciare o a sostenere spese molto elevate.
La beffa finale è che, mentre si parla di restituire alla città un “gioiello”, si è creato un enorme problema sociale.
È l’ennesima dimostrazione che, su temi cruciali come Sport, Sanità e Istruzione, le dichiarazioni politiche sembrano sempre più un film già visto, in cui il lieto fine è puntualmente rimandato.
Di fronte all’ottimismo dell’Amministrazione, che parla di “passi avanti significativi”, alcuni consiglieri di opposizione hanno cercato di andare oltre le parole per capire meglio la situazione.
Il consigliere comunale Armando Turturici, che tre anni fa, il 9 ottobre 2022, da semplice cittadino aveva organizzato una manifestazione, ha recentemente sollevato il problema del “top secret” amministrativo, presentando una richiesta formale per accedere agli atti.
Tra le cose che desidera visionare c’è un importante parere tecnico, parere “pro veritate”, che dovrebbe chiarire come l’Amministrazione possa affrontare gli ostacoli che hanno bloccato i lavori della ditta vincitrice.
Tuttavia, la richiesta è stata temporaneamente negata o rimandata in attesa della conclusione dell’iter istruttorio.
Per il consigliere, e non solo per lui, questa negazione non ha giustificazioni.
È fondamentale che i rappresentanti eletti possano conoscere gli atti, non solo per agire con consapevolezza, ma anche per evitare ulteriori intoppi e ricorsi che potrebbero ritardare ulteriormente la riapertura.
In sostanza, c’è preoccupazione che la fretta politica porti a decisioni amministrative deboli e impugnabili.
Tutti ricordiamo le dichiarazioni e le promesse passate, riapertura annunciata per marzo-aprile 2023, poi per la fine del 2023, poi per il 2024, e ora per il 2026.
Altri rappresentanti dell’opposizione in passato hanno fatto interrogazioni per chiedere chiarezza sull’iter, sui finanziamenti e sui veri motivi dei ritardi, sottolineando il danno subito dalla comunità sportiva, ma la risposta o è tardata ad arrivare o è stata la solita frase, “ci stiamo lavorando”, mentre da qualche banco della maggioranza si da per scontato che la piscina riaprirà a breve, sperano che non sia come “il prima possibile” di antica memoria.
La sensazione, quella più diffusa ma non esplicitata, può essere riassunta così.
L’annuncio della data di riapertura è percepito più come un atto di propaganda politica che come un fatto concreto, a meno che non sia accompagnato da una totale trasparenza sugli atti e sui problemi che hanno causato anni di paralisi.
Ma il vero scontro non riguarda la volontà di riaprire la piscina, questo lo vogliono tutti, ma il metodo e la gestione amministrativa che continuano a tenere in sospeso un bene di prima necessità, trattandolo come un progetto “top secret”
Il nodo cruciale è legato ai costi e alle reali condizioni dell’impianto, un problema che si può riassumere in due punti chiave.
La rinegoziazione è emersa dal classico problema: la situazione era peggiore di quanto si pensasse.
In sostanza, la ditta ha bussato alla porta del Comune chiedendo un contributo maggiore per coprire “nuovi costi”, altrimenti il progetto rischia di arenarsi.
Mentre i lavori su strutture come vasche, spogliatoi e docce sono stati completati, quelli sull’impiantistica sono fermi. Con l’accordo iniziale saltato, ora c’è il rischio di un blocco totale se il Comune e la ditta non riescono a trovare un nuovo accordo, che sembra richiedere l’uso di risorse pubbliche.
L’annuncio della riapertura nel 2026 dipende quindi dal buon esito di questa rinegoziazione. Come qualcuno ha giustamente sottolineato, è fondamentale però che tutto avvenga con la massima trasparenza, per evitare che, in futuro, l’accordo possa essere contestato e che l’agonia della piscina ricominci da capo.
Non resta che sperare che tutto si concluda presto e che il consiglio comunale, in particolare l’opposizione, e di conseguenza i cittadini, siano informati su ogni aspetto di questa rinegoziazione o accordo, ma che non si trovino di fronte ad un atto da prendere o lasciare, perché criticarlo o, peggio, bocciarlo potrebbe essere interpretato come un voler negare la riapertura della piscina.
Ad Maiora
——————
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o
Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.
