Mentre si progetta un tunnel per collegare l’Europa all’Africa e mentre l’Unione Europea stanzia 500 miliardi di euro per una rete ferroviaria ad alta velocità che unisca il continente, assistiamo con stupore e incredulità all’esclusione del Mezzogiorno da questo grande disegno di integrazione.
La Commissione Europea ha presentato il piano per l’alta velocità ferroviaria entro il 2040, ma dal nuovo schema emerge chiaramente un’Europa a due velocità.
La Sicilia e la Calabria restano ancora ai margini dei principali collegamenti ferroviari, come se il Sud non facesse pienamente parte di questa idea di futuro.
Il piano prevede di dimezzare i tempi di percorrenza su molte tratte entro il 2030, con l’obiettivo di rendere l’Europa più verde, efficiente e competitiva. Eppure, ancora una volta, il Sud Italia viene tagliato fuori. Ancora una volta, “Cristo si è fermato a Eboli”.
Nemmeno il ponte sullo Stretto compare nella timeline europea da qui al 2040: un’assenza che pesa non solo sul piano della mobilità, ma che rischia di trasformarsi in una vera e propria forma di isolamento infrastrutturale e sociale, con gravi conseguenze economiche su turismo, logistica e competitività.
Ci auguriamo che il governo italiano sappia reagire con forza, facendo sentire la voce del Mezzogiorno e dell’intero Paese in Europa.
Perché, se così non fosse, dovremmo davvero domandarci se il Sud Italia faccia ancora parte dell’Europa e, in caso contrario, agire di conseguenza.
Salvatore Giunta – Circoli della Società Civile
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