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Risposta di Maurizio Lombardo, capogruppo del centrosinistra sancataldese insieme al consigliere Romeo Bonsignore

Last updated: 14/11/2025 10:46
By Redazione 172 Views 7 Min Read
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“Comprendiamo perfettamente come, seppure con largo anticipo, sia iniziata a suon di propaganda la lunga volata che condurrà San Cataldo alle prossime amministrative.

Ne è prova l’ennesima boutade del locale PD che, vedendosi bocciata dal Consiglio Comunale una mozione finalizzata a regolamentare ”gli orari delle attività danzanti e musicali”, non ha perso tempo per tacciare di “immobilismo e mancanza di visione” i consiglieri di maggioranza e non, che avevano sollevato diversi dubbi sulla richiesta avanzata.

Dubbi peraltro, a nostro giudizio piuttosto fondati, rispetto ai quali gli stessi consiglieri che si erano poi visti costretti a respingere la mozione, avevano invitato il PD a ritirarla e ad approfondire con scienza e coscienza assieme a tutti gli altri gruppi consiliari l’impatto di una dilatazione notturna delle attività in parola rispetto alle statuizioni vigenti.

E sì, perché i consiglieri PD dimenticano forse che una disciplina comunale esiste già e, più precisamente, l’Ordinanza Sindacale n. 11 del 28 luglio 2023 che regolamenta, tra le altre, le attività di intrattenimento musicale e danzante sul territorio comunale, occupandosi in particolare:

degli orari di inizio e termine della diffusione di musica (in atto 20:00–01:00 in estate e 20:00–24:00 in inverno);

delle soglie di impatto sonoro ovvero dei c.d. requisiti acustici (max 70 dB fino alle 22:00 e 60 dB dopo le 22:00) imposti dal D.P.C.M. 16 aprile 1999 n. 215 che regolamenta la materia in attuazione alla Legge 447/1995.

Non che tali limiti temporali e non già quelli immodificabili di inquinamento acustico rappresentino il Vangelo; certo se ne può discutere, ma certamente non si può accusare di remare contro i giovani o gli imprenditori del settore, chi dissente o più semplicemente vuole valutare con maggior giudizio l’effetto su chi il giorno dopo deve alzarsi per andare a lavorare o su un neonato, un allettato e chi più ne ha più ne metta, ovvero garantire il sacrosanto diritto al riposo.

Troppo semplice e se non è propaganda questa, allora cos’è?

Siamo sfiorati dall’idea che la ferma determinazione a portare avanti la mozione nella piena consapevolezza della sua bocciatura, fosse stata ampiamente prevista per poi atteggiarsi a vittime di un pensiero di retroguardia.

Non si può ridurre il tutto in uno scontro tra giovani musicofili dediti al ballo e chi di notte vorrebbe riposare.

Ci sia consentito di affermare che gli attuali orari siano ragionevoli, ma certamente non ci sentiamo, come ci hanno definiti, immobili e privi di visione; stiamo semplicemente, guidati dal buon senso, con i piedi per terra.

Altra piccola chiosa riguarda la differenziazione tra musica dal vivo o mediante apparecchi di diffusione sonora ed i trattenimenti danzanti.

La prima è consentita, senza alcuna procedura autorizzativa, all’interno di locali pubblici o all’aperto nelle aree di pertinenza, nel pieno rispetto dei requisiti acustici regolamentati dalla legge e non certamente attraverso Ordinanze Sindacali e nel rispetto degli orari, questi sì, stabiliti dal Sindaco.

La seconda tipologia di attività, ovvero il trattenimento danzante, soggiace invece al regime autorizzativo previsto dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS), ancorché nel pieno rispetto delle diverse normative di settore regolanti la materia, quali quelle di sicurezza demandate ai Vigili del Fuoco, quelle sanitarie delegate all’ASP, quelle di natura urbanistico-edilizia di competenza del Comune ed infine (e sicuramente non per ultime) quelle relative al rispetto dei requisiti acustici all’esterno dei locali da dimostrare con apposita perizia fonometrica, sia in sede di richiesta di autorizzazione che al sopralluogo della Commissione sui locali di pubblico spettacolo in caso di capacità ricettiva superiore a 200 persone.

Ed anche nel caso della procedura semplificata prevista per i locali di capacità ricettiva inferiore a quest’ultima soglia, ovvero con istanza, progetto e perizia giurata di un tecnico da prodursi allo Sportello Unico del Comune (SUAP), la normativa di settore può essere disattesa.

E non ce ne voglia il PD, per i balli all’aperto potremmo invece attenerci alla regolamentazione del Carnevale di Rio de Janeiro.

In conclusione, invece di farla così lunga, prima con mero atteggiamento propagandistico e poi con censure fuorvianti e sterile vittimismo, sarebbe bastato chiedere al Consiglio di pronunciarsi sul prolungamento delle attività di cui si parla fino alle ore piccole.

Nel ribadire che tutto risulta già ampiamente ed univocamente regolamentato, non pensiamo affatto che il risultato del voto, anche in quest’ultima ipotesi, sarebbe stato diverso da quello dell’altra sera”.

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