Il Senato ha dato il via alla riforma dell’art. 9 dello Statuto siciliano, approvando il Ddl costituzionale sull’incompatibilità tra la carica di assessore e l’ufficio di deputato della Regione Siciliana.
Il Ddl interviene sullo Statuto della Regione Sicilia prevedendo che se un deputato dell’ARS viene nominato assessore, è sospeso dalla carica di deputato e al suo posto subentra un supplente, che decade qualora il deputato eletto lascia la carica di assessore tornando a trai i banchi dei deputati.
Il Ddl prevede l’entrata in vigore a legislatura regionale in corso.
Trattandosi di una legge costituzionale, il testo dovrà essere approvato in doppia lettura da entrambe le Camere per poi essere trasmesso all’ARS, come previsto dallo Statuto speciale.
Il ddl adesso andrà alla Camera dei deputati e poi tornerà al Senato.
L’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) aveva già espresso parere favorevole al Disegno di Legge costituzionale nazionale che mira a introdurre la figura del deputato supplente nello Statuto speciale della Regione Siciliana.
La proposta, già adottata in altri Consigli regionali italiani, interviene sull’incompatibilità tra la carica di Assessore regionale e quella di Deputato regionale, un principio storico dello Statuto Siciliano.
Il meccanismo prevede che il primo dei non eletti della lista subentri automaticamente al deputato che viene nominato Assessore all’interno della Giunta Regionale.
Con i 12 Assessori attivi in Sicilia, la riforma potrebbe portare a un potenziale aumento del numero effettivo di parlamentari, passando da 70 a 82 membri totali.
Il deputato nominato Assessore verrebbe temporaneamente sospeso dalle sue funzioni parlamentari, che verrebbero esercitate dal supplente.
I fautori della riforma, in particolare la maggioranza di centrodestra, hanno difeso l’introduzione del deputato supplente come un passo verso una maggiore stabilità istituzionale e una migliore rappresentanza politica.
“È un segnale di maturità istituzionale e una grande opportunità, in particolare per le province minori, che contano un numero ridotto di deputati. Garantire la presenza continuativa di un rappresentante supplente significa dare più voce e stabilità all’attività parlamentare e al governo della nostra Regione”, aveva dichiarato nell’ottobre scorso a ilsicilia.it l’on.Michele Mancuso (Forza Italia), presidente della Commissione Statuto.
L’obiettivo dichiarato è anche quello di bilanciare il numero di Assessori tecnici e politici senza “svuotare” i banchi del Parlamento regionale, dando inoltre una maggiore motivazione ai candidati delle liste.
L’opposizione ha espresso un giudizio durissimo, incentrato principalmente su due aspetti: il costo aggiuntivo per le casse regionali e il potenziale vincolo politico del supplente.
Il deputato regionale Antonello Cracolici (PD) ha stimato una spesa aggiuntiva di circa 12 milioni di euro all’anno per le casse pubbliche regionali, un onere ritenuto eccessivo in un momento di crisi.
I deputati del Movimento 5 Stelle, in particolare, hanno sollevato forti dubbi sulla reale autonomia del supplente, che risulterebbe vincolato alle decisioni dell’Assessore e della maggioranza. Viene paventato il rischio di un “ricatto politico”, con la minaccia implicita di dimissioni dell’Assessore in caso di voto non allineato del supplente, facendo decadere quest’ultimo.
L’iter per la modifica dello Statuto siciliano è ancora lungo e complesso, richiedendo una doppia lettura e l’approvazione definitiva del Parlamento nazionale, ovvero Camera e Senato. L’obiettivo della maggioranza è arrivare alle prossime elezioni regionali con la nuova regola già in vigore.
L’introduzione del deputato supplente è quindi un punto di svolta che promette maggiore governabilità, ma che pone l’Assemblea Regionale Siciliana al centro di un dibattito tra opportunità istituzionali e preoccupazioni per l’equilibrio democratico e la spesa pubblica.
Al momento il deputato supplente non vale per i comuni, ma la proposta è all’esame e la Sicilia ha già approvato una modifica statutaria per introdurre la figura del deputato supplente a livello regionale. Questa nuova legge si applica ai deputati regionali dell’Assemblea Regionale Siciliana, non ai consiglieri comunali. L’intenzione è garantire la rappresentanza anche nelle province con pochi deputati.
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