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Israele spara contro postazioni italiane dell’Unifil: 2 caschi blu feriti. Onu: “Lo ha fatto deliberatamente, ha violato il diritto internazionale”

Last updated: 10/10/2024 19:17
By Redazione 170 Views 7 Min Read
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L’esercito di Israele ha aperto il fuoco su 2 basi italiane e i quartier generale della missione Unifil, lungo il confine con il Libano. Lo ha confermato Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu di cui fanno parte un migliaio di italiani. Le Israel Defense Forces hanno sparato fuoco contro le basi a comando italiano 1-31 e 1-32 sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano. Secondo le fonti locali, dopo che un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, i colpi hanno preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani. Nell’attacco, affermano le fonti, sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando di Naqoura. Due caschi blu indonesiani sono rimasti feriti. Secondo quanto riferiscono le fonti, i militari italiani sono incolumi. Dopo l’attacco il Ministro della Difesa, Guido Crosetto è a colloquio con l’ambasciatore israeliano nella sede del ministero, in via XX Settembre.

“La recente escalation lungo la Linea Blu sta provocando distruzione diffusa in località e villaggi nel sud del Libano – si legge in una nota diramata dall’Unifil -, mentre continuano a essere lanciati razzi in direzione di Israele, anche contro zone civili. Negli ultimi due giorni abbiano visto incursioni da Israele in Libano nella zona di Naqoura e in altre aree. Le forze israeliane (Idf) si sono scontrate con elementi di Hezbollah sul campo in Libano. Il quartier generale di Unifil a Naqoura e postazioni vicine sono state ripetutamente colpite“.

“Questa mattina due peacekeepers sono rimasti feriti dopo che un tank Merkava delle Idf ha aperto il fuoco contro una contro una torretta di osservazione al quartier generale di Unifil a Naqoura, colpendola direttamente e provocandone la caduta. Fortunatamente i feriti, questa volta, non sono gravi, ma restano in ospedale – si legge ancora -. I soldati delle Idf hanno sparato anche contro una posizione Onu (Unp) 1-31 a Ras Naqoura, colpendo l’entrata del bunker in cui i peacekeeper si rifugiavano e danneggiando mezzi e sistema di comunicazioni. Un drone delle Idf è stato visto volare all’interno della posizione Onu fino all’entrata del bunker”.

“Ieri – prosegue la nota – i soldati delle Idf hanno deliberatamente aperto il fuoco e hanno messo fuori uso le telecamere di videosorveglianza del perimetro della postazione”. “Hanno anche sparato deliberatamente contro (la posizione) Unp 1-32A, dove si tenevano gli incontri tripartiti prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e la stazione di trasmissione”, aggiunge il comunicato in riferimento alle riunioni con interlocutori israeliani e libanesi.

“Qualsiasi attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza” delle Nazioni Unite che nel 2006 pose fine ai 34 giorni di guerra tra Israele e Hezbollah libanesi, si legge ancora nella nota di Unifil. Chericorda “alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale e delle strutture Onu e di rispettare l’inviolabilità dei locali Onu in ogni momento”.

L’esercito israeliano continua a bombardare il Libano: sono stati oltre 110 i raid aerei contro obiettivi di Hezbollah nel sud del paese nel corso della giornata di ieri, colpendo infrastrutture sotterranee e in superficie. L’Idf ha fatto sapere di aver “eliminato” la notte scorsa due comandanti di Hezbollah ed ha colpito “diversi depositi di armi nell’area di Dahieh, a Beirut, e depositi di armi e altre infrastrutture terroristiche nel sud del Libano”. Gli uccisi sono Ahmad Moustafa al-Haj Ali, che guidava il Fronte Houla del movimento filo-iraniano, e Mohammad Ali Hamdan, capo dell’unità anticarro di Hezbollah nell’area di Meiss El Jabal. Il primo era “responsabile di centinaia di attacchi missilistici e anticarro verso l’area di Kiryat Shmona“, dove ieri un razzo finito su un’abitazione ha ucciso due persone. Il secondo, ucciso in un altro attacco, era “responsabile di numerosi attacchi con missili anticarro contro le comunità del nord di Israele”.

L’Agenzia di stampa nazionale (Nna) libanese afferma, inoltre, che quattro persone sono morte e una è rimasta ferita in un raid aereo israeliano che stanotte ha colpito un edificio nel distretto di Baalbek, nel nordest del Libano.

Le operazioni proseguono anche nella Striscia di Gaza. Le Idf hanno annunciato di avere “eliminato” nella giornata di ieri più di 50 membri di Hamas nell’area di Jabalya, nel nord dell’enclave palestinese. Ieri l’Aeronautica militare ha colpito “circa 30 obiettivi terroristici di Hamas nella Striscia di Gaza e oltre 110 obiettivi terroristici di Hezbollah in Libano”, si legge inoltre in un comunicato pubblicato su Telegram.

Fonti mediche palestinesi hanno riferito che almeno 28 persone sono morte in un attacco israeliano a una scuola che ospita sfollati a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. L’ospedale dei martiri di Al-Aqsa, dove sono stati portati i corpi, ha confermato il numero delle vittime. Un reporter dell’Associated Press ha visto le ambulanze entrare in ospedale e ha contato i cadaveri. L’esercito israeliano non ha fornito commenti al riguardo ma testimoni spiegano che il raid avrebbe preso di mira una postazione improvvisata della polizia di Hamas all’interno del rifugio.

Il gabinetto di sicurezza israeliano presieduto da Benjamin Netanyahu si riunirà stasera per votare sulla risposta all’attacco missilistico del 1 ottobre dell’Iran. Secondo la tv pubblica Kan, il gabinetto dovrebbe autorizzare il primo ministro e il ministro della Difesa Yoav Galant a prendere una “decisione finale”. Il senso del voto – sottolinea Kan – è che Netanyahu e Gallant avranno l’autorità di decidere sulla data e sulle modalità dell’attacco.

Svezia, spari vicino a un’azienda israeliana. Colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi nei pressi degli uffici dell’azienda israeliana Elbit systems, nella periferia di Goteborg, in Svezia. L’azienda si occupa di alta tecnologia opera nel campo della difesa ed è stata già presa di mira in passato da proteste e atti intimidatori. Nessuno è rimasto ferito. E’ subito scattata una vasta operazione di polizia con diverse volanti ed elicotteri e l’operazione è ancora in corso. Un adolescente di 15 anni è stato fermato, sospettato di tentato omicidio e porto d’armi illecito.

Fonte ilfattoquotidiano.it

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