Un branco di cani che attraversa una piazza, che rovistano nei rifiuti, le preoccupazione dei cittadini e degli amanti degli amici a quattro zampe, sperando che qualcuno, tra un rimpallo di responsabilità e altro, si accorga di loro e di quel canile che nessuno vuole gestire, simbolo di una politica che, troppo spesso, abbaia ma non morde
A Caltanissetta il randagismo è un problema diffuso e sentito, anni fa, con il sostegno di Forza Italia, che poi abbandonò, fu eletta al Parlamento italiano l’on. Michela Vittoria Brambilla, attivista e animalista doc, anche se ultimamente al centro di inchieste giornalistiche e non solo.
In lei molti avevano riversato in lei la speranza che potesse occuparsi della problematica riguardante il benessere degli animali a Caltanissetta e non solo.
Chissà se è a conoscenza di quanto succede a Caltanissetta o se se ne sia mai interessata?
Inoltre il problema è stato affrontato in decine di commissioni consiliari, durante la passate legislatura, oggi varie riunioni, incontri e tavoli tecnici, con annessi comunicati nei quali si ribadiva che si stavano trovando delle soluzione, ma la politica sembra essere lei al “guinzaglio”, bloccata.
A tutto questo si aggiunge anche il complicarsi per la mancata indizione della nuova gara per l’affidamento del servizio di cattura, ricovero, mantenimento, cure sanitarie e adozione dei cani randagi catturati a Caltanissetta, con l’aggiunta che la società Ri.Ca.Ra. srl Unipersonale, che continua a gestire il servizio in proroga, ha presentato un ricorso al Tar di Palermo contro il “silenzio-inadempimento” del Comune, ritenuto “illegittimo”, che non ha risposto e non ha dato seguito alla diffida recentemente inviata dalla società proprio a indire la nuova gara per l’individuazione di un nuovo soggetto affidatario del servizio.
Praticamente la Ricara non vuole più continuare a gestire il servizio affidatole nel 2018 per la durata di 3 anni e che è stata ed è tuttora costretta a mantenere con le continue proroghe che il Comune le ha imposto “nelle more della indizione della nuova gara”.
Alla scadenza del contratto per 3 anni, avvenuta nel luglio del 2022 il Comune ha indetto la nuova gara per l’affidamento del servizio che è andata “deserta” per la mancanza di concorrenti.
Il Comune, a questo punto, avrebbe dovuto ripetere la indizione della gara, ma non l’ha fatto e ha mantenuto la gestione del servizio alla Ricara con continue proroghe agli stessi prezzi e alle stesse condizioni del contratto del 2018 che la società probabilmente non ritiene più convenienti e remunerativi.
Il Comune ritiene invece di potere continuare a mantenere l’affidamento in proroga del servizio alla Ricara in attesa della nuova gara perché si legge nel sito del Comune, “sussistono i presupposti per resistere nel giudizio instaurato dalla parte ricorrente” e ha deciso di costituirsi in giudizio.
Ha affidato la difesa dei propri interessi al legale dell’Ente, avvocato Daniela Sollima, che si appresta a presentare al Tar i motivi dell’opposizione al ricorso per respingere l’accusa di “illegittimità” che avrebbe commesso e per spiegare perché non ha indetto la nuova gara per l’affidamento del servizio e non ha risposto alla diffida che ha ricevuto.
Intanto sono sempre numerosi i cani randagi in città e soprattutto quelli presso il canile della società Ri.Ca.Ra. che da quanto si apprende dagli ultimi dati sono 814 contro i 480 previsti dal contratto stipulato nel 2018, con il considerevole aumento della spesa per la casse comunali, essendo passate dai 44.000 euro mensili originariamente previsti a quasi 80.000 euro di oggi, quasi un milione di euro l’anno.
Nel frattempo nulla di concreto pare si sia fatto per risolvere il problema che diventa sempre più gravoso e oneroso.
Se qualcosa migliora è grazie solo al lavoro, spesso silente, del volontariato locale, ma serve dargli più voce e sostegno, invece che attaccarli e criticare il loro operato, associazioni che si fanno carico, con risorse limitate e tanto impegno, della gestione dei cani abbandonati.
Ma la politica che dovrebbe maggiormente supportarli, sembra li lasci invece ad “abbaiare da sole”.
Si lancia l’ennesimo appello all’amministrazione comunale e, nel caso specifico, all’assessore Falcone, sperando in risposte immediate, affinché si prenda non coscienza della gravità del problema, cosa che siamo certi avvenga, ma che ci si attivi per trovare soluzioni concrete e immediate.
Si eviti cortesemente il classico “Valzer delle Scuse” o lo “scaricabarile”. E’ passato circa un anno e molti più mesi da quanto la presidente della VI° commissione diceva di aver quasi pronto regolamento e relative soluzioni.
Se già un’amministrazione è incapace di gestire questo piccolo grande problema, non c’è da sta sereni sugli altri.
Non passi alla storia come l’amministrazione degli aumenti, per se e per i cittadini, non volendo essere ricordata neanche come l’amministrazione delle occasioni sprecate.
“A Caltanissetta, i cani randagi ululano alla luna, forse sperando che qualcuno, tra un rimpallo di responsabilità e l’altro, si accorga di loro e di quel canile fantasma, simbolo di una politica che, troppo spesso, abbaia ma non morde”…In bocca al lupo. Ad Maiora
