Quanto sta accadendo nell’Amministrazione comunale di Caltanissetta è la chiara dimostrazione di come le dinamiche politiche palermitane abbiano un riflesso e un peso importante, a livello decisionale, che va oltre le esigenze e la funzionalità della Giunta nissena.
Il tanto annunciato e atteso rimpasto, che avrebbe dovuto portare al cambio di diversi assessori si è, per il momento, spento, come rimane in attesa anche l’avv. Licata ed il suo Orgoglio Nisseno.
L’unica mossa concretizzata è stata la sostituzione dell’assessore Aiello, un cambiamento che, per ammissione o coincidenza, è giunto in uno dei momenti di tensione tra il presidente Schifani, Forza Italia, ed il ministro Salvini, Lega, a livello regionale, sulla questione Tardino.
In questo contesto, la sezione nissena di Fratelli d’Italia ha rialzato la posta, avanzando una richiesta, neanche troppo velata, per l’ottenimento di un terzo assessorato.
Il posto che sarebbe dovuto saltare era quello dell’assessore Pasqualino di Noi Moderati, almeno era il nome che circolava nei corridoi del Palazzo, sebbene in molti hanno ricordato che se l’uscita di Aiello non era stata dettata da questioni palermitane, se c’era qualcuno da sostituire non era certamente l’ass. Pasqualino ma semmai ad essere sostituiti dovrebbero essere l’assessore e vicesindaco Candura e l’assessore Falcone. Entrambi, infatti, non raggiunsero la soglia del 5% stabilita dall’accordo pre-elettorale come condizione per l’ingresso nella Giunta comunale.
Ma ogni ragionamento interno, ogni pretesa locale, ogni equilibrio di potere cittadino, è stato messo in stand by.
Il freno a mano è stato tirato non per un’improvvisa illuminazione sul bene dell’amministrazione locale, ma in attesa di vedere come si evolveranno i rapporti tesi tra Forza Italia e Fratelli d’Italia a Palermo.
Rapporti ancora più tesi dopo quanto accaduto ieri all’Assemblea Regionale Siciliana dove, tra franchi tiratori e assenze strategiche, è stata letteralmente demolita la finanziaria da 240 milioni, con la bocciatura di diverse norme cruciali, incluse le cosiddette “Mancette”.
L’eco di questa battaglia politica in corso pare sia arrivata fino a Caltanissetta e per il momento sembra dettare la linea su future scelte.
Fratelli d’Italia a livello locale può avanzare tutte le richieste che vuole, ma l’ok definitivo deve arrivare da Palermo.
Questo stallo non fa altro che mostrare una dura realtà, cioè che la politica locale vive di riflesso, è un’appendice degli scontri e delle tregue che si consumano nel capoluogo siciliano.
Poco importa se gli interessi e le situazioni della città nissena siano completamente diversi e se questa interdipendenza ostacoli il buon funzionamento dell’Amministrazione comunale, la priorità è preservare gli equilibri regionali essendo l’on. Mancuso un fedelissimo del Governatore Schifani.
Gli esponenti politici nisseni di FdI sembrano aver compreso bene che la chiave di volta è a Palermo.
Si spera, adesso, che anche i cittadini ne prendano piena e definitiva consapevolezza.
La vita amministrativa di Caltanissetta sembra, per l’ennesima volta, ostaggio di dinamiche esterne che poco o nulla hanno a che fare con il bene del territorio. Ad Maiora
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