L’obiettivo è fare approvare la mozione dal Parlamento e poi trasmetterla alla Corte penale internazionale
Che il piano di pace di Trump non cancelli i crimini di Benjamin Netanyahu. È l’obiettivo dei partiti di opposizione in Italia. Anzi gli obiettivi sono due: il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’aggiornamento del cosiddetto “curriculum giudiziario” del premier israeliano e dei ministri Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, fermo al 2024.
Alla conferenza dei capigruppo del Senato è stato chiesto di iscrivere il riconoscimento all’ordine del giorno e di trasmettere alla Corte penale internazionale una mozione che aggiorni le contestazioni sui crimini antecedenti e su quelli già oggetto di indagini.
La richiesta delle opposizioni
“Con i presidenti Stefano Patuanelli (M5S), Peppe De Cristofaro (Avs) e Raffaella Paita (Iv), abbiamo chiesto di introdurre all’ordine del giorno il riconoscimento dello Stato di Palestina, sul quale il governo ‘is missing’. A questo abbiamo chiesto l’adeguamento del curriculum giudiziario di Netanyahu e dei suoi ministri Smotrich e Ben-Gvir che è fermo al 2024. Ricordo che le richieste della Cpi sono relative ai crimini antecedenti ai massacri di cui stiamo parlando e al genocidio. Abbiamo portato all’attenzione del Parlamento una mozione che aggiorna il loro triste curriculum e poi chiederemo al Parlamento una procedura ad hoc per approvarla e trasmettere alla Cpi la richiesta di adeguamento dei loro curriculum, che non si cancella con una richiesta di grazia fatta da Trump”, ha riferito il capogruppo del Pd in Senato, Francesco Boccia.
Che ha appunto chiarito che eventuali ipotesi di “grazia” evocate da attori esterni, come Donald Trump, non hanno rilievo nel diritto internazionale.
Il Sudafrica non ritirerà il ricorso per genocidio contro Israele
A questa richiesta si può associare la notizia che il Sudafrica non ritirerà il ricorso per genocidio contro Israele alla Corte internazionale di giustizia. Lo ha annunciato il presidente Cyril Ramaphosa, confermando che la denuncia depositata il 29 dicembre 2023 proseguirà anche dopo il cessate il fuoco sostenuto dagli Usa a Gaza.
La relatrice Onu per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha applaudito la scelta, sottolineando che una pace senza giustizia, diritti, riparazioni e garanzie di non ripetizione non è sostenibile.
Il contenzioso davanti alla Cig e le indagini della Cpi sono quasi complementari: il primo definisce gli obblighi degli Stati, la seconda verifica le responsabilità individuali dei leader. Per questo l’aggiornamento del quadro su Netanyahu, Smotrich e Ben-Gvir è considerato un atto dovuto di trasparenza istituzionale, non cancellabile da tregue.
Fonte lanotiziagiornale.it di Raffaella Malito
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