La decisione formale dovrà essere presa l’8 luglio dai ministri delle Finanze dell’Ue. Proteste sovraniste, paese diviso
La Commissione europea ha annunciato che la Bulgaria soddisfa i requisiti per adottare la moneta unica il primo gennaio 2026, diventando così il 21° membro dell’Eurozona, tre anni dopo l’ingresso della Croazia.
“Un giorno eccezionale”, ha commentato il primo ministro Rossen Jeliazkov, salutando questo “nuovo passo avanti sulla strada verso l’euro” dopo “anni di riforme, impegno e allineamento con i nostri partner europei”.
La decisione formale dovrà essere presa l’8 luglio dai ministri delle Finanze dell’Ue, ma non si prevede alcuna opposizione, dato che il paese soddisfa tutti i criteri tecnici, tra i quali la stabilità dei prezzi, finanze pubbliche sane, la stabilità della valuta nazionale (il lev) e tassi di interesse che non divergono eccessivamente da quelli degli altri paesi dell’Ue. Anche la Banca centrale europea (Bce) ha espresso un parere positivo.
“Congratulazioni Bulgaria!”, ha esclamato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “Grazie all’euro, l’economia bulgara diventerà più forte, con maggiori scambi con i partner dell’area dell’euro, maggiori investimenti diretti esteri, un migliore accesso ai finanziamenti, più posti di lavoro di qualità e redditi migliori”, ha sottolineato.
In questo Stato di 6,4 milioni di abitanti, membro dell’Unione europea dal 2007, la prospettiva di aderire alla moneta unica è tuttavia lungi dall’essere condivisa all’unanimità. Dopo una manifestazione che sabato ha riunito diverse migliaia di persone, martedì i sostenitori del partito filorusso Vazrajdane si sono nuovamente radunati davanti alla sede della Banca centrale bulgara, nel cuore di Sofia. “Preserviamo il lev bulgaro”, “No all’euro” o ancora “Il futuro appartiene agli Stati sovrani”, si leggeva sui cartelli. Il progetto alimenta il timore di un’impennata dei prezzi e alimenta la rabbia degli euroscettici. Secondo recenti sondaggi, quasi la metà degli intervistati rifiuta l’ingresso del paese nella zona euro.
“L’euro porterà vantaggi concreti ai cittadini e alle imprese bulgare”, ha affermato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, citando “prezzi stabili”, “risparmi protetti” e “maggiori investimenti”. “L’euro è più di una semplice moneta. Dopo la piena adesione della Bulgaria allo spazio Schengen all’inizio di quest’anno”, il paese si “avvicina ancora di più al cuore dell’Europa”, ha affermato.
Finora a impedire l’ingresso nell’euro era stata l’inflazione troppo alta. Ad aprile il tasso medio su dodici mesi si è attestato al 2,7%, appena 0,1 punti al di sotto del limite di riferimento: “Questa valutazione positiva apre la strada all’introduzione dell’euro da parte della Bulgaria a partire dal 1° gennaio 2026”, ha dichiarato Philip Lane, membro del comitato esecutivo della BCE, congratulandosi con il paese “per il suo notevole impegno nell’attuazione degli adeguamenti necessari”.
Ai 12 stati che adottarono l’Euro come valuta corrente il 1 gennaio 2022, tra i quali l’Italia, se ne sono aggiunti finora otto: la Slovenia nel 2007, Cipro e Malta nel 2008, la Slovacchia (2009), l’Estonia (2011), la Lettonia (2014), la Lituania (2015) e la Croazia nel 2023. L’Eurozona conta già 350 milioni di abitanti, in attesa dell’adesione della Bulgaria. Tutti i paesi dell’Ue sono tenuti in teoria ad aderirvi non appena soddisfano i requisiti, seppure non esistano tempistiche predeterminate. Unica eccezione: la Danimarca, che ha negoziato un’esenzione dopo un referendum che ha respinto l’euro nel 2000.
