Costumi e maschere consentono a molte persone di mettere da parte la loro individualità quotidiana e il proprio essere, mascherando anche la realtà e la verità
A carnevale, dolci fritture di vario genere vengono preparati e mangiati per l’ultima volta, infatti, durante la Quaresima si mangiano meno prodotti alimentari e le persone, almeno i credenti, fanno il “sacrificio quaresimale”, rinunciando ad alcune cose fino a Pasqua.
Ma la politica di sacrifici non sa farne, e non solo in questo periodo.
Lo scontro politico a livello comunale, ma anche a livello nazionale e internazionale, si arricchisce ogni giorno di nuove occasioni per creare discussioni anche tra cittadini.
Versioni e vedute diverse, soprattutto a livello locale, che da una parte si tenta a nascondere mentre dall’altra si evidenziano.
Ci sono quelle provenienti dalla giunta, dalla sua maggioranza e dai sostenitori, tutti compatti nel sostenere e supportare ogni azione o iniziativa, anche quelle a sfavore degli stessi cittadini o non proprie, pronti però a metterle in pratica o a prendersene meriti.
Poi ci sono quelle provenienti dai banchi dell’opposizione e da quei cittadini, definiti “lamentosi e rosiconi”, compatti nel non sopportare più certi atteggiamenti “impositivi” di consiglieri e assessori, che a colpi di maggioranza fanno passare di tutto e di più, prendendosi anche meriti non del tutto propri.
Anche i cittadini, non tutti ovviamente, chiedono, ma se non si risponde ai colleghi, nella sede preposta, figuriamoci ai cittadini.
Fanno quel che vogliono, come ad esempio aumentando tasse, gettoni e stipendi, giustificandoli pure e ritenendoli dovuti e meritevoli, mettendo contestualmente le mani nelle tasche dei cittadini, cosa che invece si criticava quando si era in opposizione.
A prescindere dal colore politico e dalle intenzioni dei nostri politici, a tutti i livelli, è ormai un dato di fatto che il tanto sbandierato slogan in periodo elettorale, “sarò una/o di voi, sarò a vostra disposizione e pronta/o a difendervi e per qualsiasi cosa chiamatemi….”, una volta eletti viene dimenticato.
La verità è che siamo sommersi da una retorica buonista e populista, si parla bene ma si razzola male.
Si continua a spendere e spandere, quasi sempre con affidamenti diretti, spesso anche per cose non necessarie, arrivando a pagarle anche il doppio, ad esempio 300,00€ per un “addobbo ufficiale,” mentre la si poteva comprare per la metà, ma tanto paga pantalone, mentre quando invece si compra per se stessi, si cerca il miglior prezzo magari online.
Ma oltre allo sperpero” di denaro pubblico, tutto legale sia chiaro, certi atteggiamenti sanno di “arroganza” e di schiaffo a chi non ha una casa, perchè sfollato, perchè non arriva a fare la spesa o a pagare le bollette rischiando un pignoramento, il fermo dell’auto o il blocco del conto corrente, anche se questo è capitato anche a chi aveva regolarmente pagato.
Ma ormai è tutto consentito, oltre che da una certa “morale” anche dalla legge.
La verità è che della povera gente, di coloro che fanno enormi sacrifici e patiscono disagi e disservizi, non interessa quasi più a nessuno.
Sempre più gente va a mangiare nelle mense sociali, sempre più gente rinuncia a curarsi, ma buona parte della politica fa finta di non saperne nulla, però ci si ricorda di loro e delle condizioni in cui versano solo al momento del voto, portandogli magari una busta piena di alimenti o pagandogli una bolletta, ma una volta eletti… ciao ciao.
In città, fortunatamente, nascono e agiscono tante associazioni di volontariato, che si occupano degli indigenti e degli indifesi; forse la politica farebbe meglio a porsi delle domande.
Quanti cittadini, trovandosi in situazioni difficili, hanno chiamato o scritto ai loro rappresentanti senza ricevere risposta ?
Ma i rapporti con certi politici sono come le chiamate telefoniche ai call center “rimanga in linea per non perdere la priorità” …e poi inspiegabilmente cade la linea.
Molti politici, ovviamente ci sono le eccezioni, sembrano considerare i cittadini come noiosi, sgradevoli e bravi solo a chiedere e a lamentarsi, sostenuti, in questo, dai loro “cavalier serventi”, ma di questo ne parleremo prossimamente.
Come anche i social, che diventano utili e validi a convenienza, strano però che quando social, giornali o tv mettono in evidenza alcuni problemi, allora come d’incanto, i politici si attivano e molti problemi vengono immediatamente affrontati e in alcuni casi risolti.
Ma per evitare ciò si cerca di “impedire” che si chieda o che si critichi, per far ciò si ricorre al meschino utilizzo del bloccare le persone sui social, all’isolamento o all’immancabile minaccia di querela, ma la verità è che non sapendo come rispondere si fa di tutto affinchè certe domande, scomode, non vengano poste.
Cambierebbero sicuramente atteggiamento se le loro poltrone dipendessero dai risultati ottenuti, non assicurate da loro referenti, quelli più in alto, allora molte cose andrebbero meglio e sicuramente risponderebbero anche ai cittadini con i fatti.
Il ruolo di tutti i mezzi di comunicazione, social compresi, è sicuramente molto importante, specialmente in abito locale; certamente non possono e non deve sostituirsi all’azione politica, ma sono un modo per stimolare, denunciare disservizi, degrado, ingiustizie e situazioni sulle quali si preferisce sorvolare.
La rottura del silenzio politico dipende però dalla volontà, dalla libertà e dal coraggio dei cittadini. Farsi sentire e pretendere risposte.
Ma se a parlare sono sempre gli stessi, i politici oltre ad andare avanti alzeranno l’asticella delle loro richieste, trovando sempre più sostenitori, grazie alle “prebende” distribuite.
Ma prima o poi a forza di mettere le mani in tasca dei cittadini, le troveranno vuote e bucate, e invece di trovare soldi troveranno ben altro. Ad Maiora
