La Biblioteca Comunale “Luciano Scarabelli” di Caltanissetta non è solo un luogo dove si possono prendere in prestito libri o consultarli, ma rappresenta un’importante istituzione storica e un vero e proprio fulcro della vita culturale della città.
Si trova in un edificio di grande valore storico. L’ex Collegio dei Gesuiti è un maestoso esempio di architettura barocca, accanto alla seicentesca Chiesa di Sant’Agata.
La storia di questa biblioteca affonda le radici nel periodo dell’Unità d’Italia.
L’idea di crearla nacque nel 1860, subito dopo l’arrivo di Garibaldi in Sicilia, grazie a un decreto del prodittatore Antonio Mordini.
La biblioteca venne ufficialmente istituita nel 1862 per volontà del Consiglio Comunale. Un ruolo chiave nella sua fondazione lo ebbe il primo prefetto postunitario di Caltanissetta, l’avvocato Domenico Marco d’Ivrea, che lanciò un appello per raccogliere donazioni di libri.
Nel 1867, il patrimonio della biblioteca crebbe notevolmente grazie a un decreto ministeriale che assegnò alla città il fondo librario degli ordini religiosi disciolti, portando il totale a oltre 12.000 volumi.
Il nome “Luciano Scarabelli” fu conferito alla biblioteca nel 1882 con una delibera consiliare, in segno di riconoscenza verso lo studioso piacentino e deputato del primo parlamento nazionale, che tra il 1862 e il 1875 donò circa 2.500 volumi, contribuendo in modo significativo alla crescita della collezione.
Il servizio al pubblico iniziò ufficialmente nel 1888.
Oggi, la “Scarabelli” vanta un patrimonio di grande valore, con oltre 140.000 volumi, tra cui 11 incunaboli, più di mille cinquecentine e 281 manoscritti, che testimoniano secoli di storia e cultura.
La “Scarabelli” è a tutti gli effetti la biblioteca comunale di Caltanissetta e svolge la funzione essenziale di conservazione del patrimonio librario, promozione della lettura e diffusione della cultura, offrendo servizi di prestito e accesso a risorse digitali, frequentata anche da molti universitari.
Tuttavia, il suo ruolo va ben oltre.
La storica sede, con le sue sale magnifiche come la “Sala Celestino”, spesso citata per eventi, è regolarmente utilizzata come una cornice prestigiosa per incontri, convegni, presentazioni di libri ed eventi culturali di grande rilevanza, attirando talvolta personalità di alto profilo.
Questo la trasforma in un vero e proprio centro civico e culturale per la comunità.
Il fascino indiscutibile del palazzo storico, la sua importanza come custode di un inestimabile patrimonio culturale e la sua funzione di vetrina per eventi di alto livello, creano un forte contrasto con le problematiche di manutenzione e cura che spesso si presentano.
Le criticità che segnaliamo, riguardano in particolare la necessità di maggiore attenzione per le sale e gli spazi destinati ad accogliere il pubblico.

L’episodio dei servizi igienici fuori servizio durante la nostra visita, speriamo sia stata solo una coincidenza, è emblematico di una disattenzione che non si addice al prestigio dell’istituzione, come dimostrano le foto allegate.
Un palazzo con una tale importanza storica e culturale, che rappresenta un vero e proprio biglietto da visita per la città, meriterebbe sicuramente standard di manutenzione e decoro molto più elevati.

Adiacente alla sala c’è un locale che accoglie bambini per uso didattico.

È fondamentale che l’amministrazione comunale comprenda l’importanza di investire in modo costante e mirato, non solo per preservare il patrimonio antico, ma anche per garantire dignità e funzionalità quotidiana alla struttura.
La cura dei dettagli e l’efficienza dei servizi essenziali, come i bagni pubblici, sono un segno di rispetto non solo per i visitatori importanti, ma soprattutto per chi frequenta il luogo.


La Biblioteca Scarabelli deve brillare in tutta la sua bellezza e funzionalità, onorando il suo passato e servendo al meglio il suo futuro. Ad Maiora
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