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Caltanissetta: l’amaro sfogo di alcuni sfollati di Via Redentore

Last updated: 24/04/2025 11:55
By Redazione 372 Views 6 Min Read
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Abbiamo raccolto diverse segnalazioni di cittadini e li abbiamo riassunti.

C’è molta indignazione per il protrarsi dell’odissea degli sfollati di via Redentore a Caltanissetta.

Quattro lunghi mesi e mezzo di attesa, un misto di incertezza e disagi, mentre le loro case restano inaccessibili.

Una ferita aperta nel tessuto sociale della città, resa ancora più dolorosa dal contrasto stridente con le priorità che sembrano animare l’amministrazione comunale.

Come è possibile tollerare che, mentre intere famiglie vivono con valigie precarie e la costante angoscia di un futuro incerto, il Comune trovi risorse per incrementare indennità e gettoni di presenza dei propri amministratori?

Un pugno nello stomaco per chi ha perso la serenità della propria dimora e si sente dimenticato dalle istituzioni.

“E delle varie feste e festini ne vogliamo parlare ?”

Certamente sono un momento importante per la comunità, ma come può risuonare autentica la gioia collettiva mentre una parte della città è costretta all’esilio forzato?

Le migliaia di euro destinate a finanziare ogni sorta di evento stridono fragorosamente con il silenzio assordante che avvolge le legittime richieste di questi cittadini.

Non si tratta di negare l’importanza delle iniziative culturali e festive, ma di ristabilire un ordine di priorità etico e umano.

Prima dei festeggiamenti, prima di ogni altra spesa voluttuaria, viene il sacrosanto diritto di queste persone di rientrare nelle proprie abitazioni, di riappropriarsi della propria quotidianità, seppur segnata dalle difficoltà.

Quattro mesi e mezzo sono un’eternità quando si vive nell’incertezza. Quattro mesi e mezzo in cui la domanda “quando potremo tornare a casa?” resta sospesa nell’aria, senza una risposta concreta.

“E che dire della necessità, più volte sollecitata, di poter almeno recuperare i propri vestiti per il cambio stagionale ?”

Un gesto di umanità che sembra scontrarsi con una burocrazia lenta e insensibile.

“La richiesta di stato di calamità naturale, strumento fondamentale per sbloccare risorse e accelerare gli interventi, che fine ha fatto?”

“Quali passi concreti sono stati compiuti?”

I cittadini hanno il diritto di saperlo, di essere informati sullo stato delle procedure e sui tempi previsti.

“E i fessurimetri digitali, promessi come strumento di monitoraggio costante e rassicurante, quando verranno finalmente installati?”

A tal proposito, una residente scrive: “Il mistero dei fessurimetri digitali. Qualche mese fa, su dichiarazioni dell’amministrazione ci era stato detto che si stava provvedendo all’installazione dei famosi fessurimetri digitali negli stabili di via Redentore. Ad oggi la notizia è che i fessurimetri non sono stati (forse) neanche ordinati, ma ancora peggio i residenti non possono neanche accedere ai loro appartamenti per recuperare effetti personali e abbigliamento più leggero visto l’arrivo della bella stagione. Nel periodo antecedente alle festività pasquali , noi residenti avevamo fatto richiesta attraverso il nostro amministratore condominiale di poter entrare a casa a prendere qualcosa, ma ci era stato risposto che non era possibile perché i vigili del fuoco erano impegnati in altre urgenze. Abbiamo continuato a sollecitare chi di competenza, la possibilità di riuscire a recuperare qualcosa che a noi “sfollati dimenticati” serve per affrontare i prossimi mesi, ma ci è stato risposto che i vigili del fuoco non ci accompagneranno più fino a quando non saranno istallati i fessurimetri digitali. Premetto che ho il massimo rispetto per i vigili del fuoco che si sono sempre prestati ad accompagnarci ogni volta che ne abbiamo fatto richiesta, la domanda è, cosa è cambiato in quasi 5 mesi? Perché non possiamo prendere i nostri effetti personali? A tutti gli attori coinvolti in questa vicenda chiedo, lo capite che i residenti della via Redentore stanno vivendo un incubo senza fine? Oltre il danno pure la beffa, i residenti sfollati dimenticati di via Redentore vestiranno con capi invernali anche durante la bella stagione, oppure dovranno rifarsi il guardaroba nuovo!! Nel frattempo ci prepariamo a trascorrere un bel 1 Maggio!”

La tecnologia al servizio della sicurezza e della trasparenza sembra ancora un miraggio.

Questa non è solo una questione di case inagibili, ma di dignità calpestata, di fiducia tradita.

L’amministrazione comunale ha il dovere morale di dare risposte chiare e immediate a questi cittadini, di dimostrare con i fatti che la loro sofferenza è una priorità assoluta.

Non si può “festeggiare” mentre una parte della comunità piange l’abbandono.

È tempo di invertire la rotta, di ascoltare il grido di chi attende di rientrare sotto il tetto della propria casa.

“Noi gli auguri glieli abbiamo fatti, loro pur passandoci davanti, non ci hanno neanche considerati”

Ad Maiora

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