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Caltanissetta: Tavola rotonda sulla crisi idrica. “Schiaffo o carezza”. Il forte richiamo alla politica e alle sue responsabilità

Last updated: 21/09/2025 7:34
By Sergio Cirlinci 133 Views 11 Min Read
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Il 19 settembre, si è tenuta a Caltanissetta una tavola rotonda sulla crisi idrica, organizzata da S.E. il Vescovo della città, Monsignor Mario Russotto e dal Direttore della Caritas Diocesana Dott. Giuseppe Paruzzo.

L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di affrontare il problema idrico nel territorio e di cercare soluzioni definitive e a lungo termine.

L’incontro per chi lo ha saputo e voluto interpretare bene il suo messaggio, che va al di là di quanto visto e raccontato, è stato un richiamo forte e chiaro, ma anche un invito altrettanto chiaro, insomma una “buffettina” alla politica al fine di intraprendere tutte quelle azioni che, diventando definitive, cancellino una volta per tutte la parola emergenza idrica.

Si spera che questo richiamo sia i politici presenti che, a maggior ragione gli assenti, comprendano bene e che la collettività, con a capo, in questo caso di S.E. il Vescovo, è stanca di continue promesse non mantenute, di sentir parlare sempre e continuamente di emergenza, che consente a molti di avvantaggiarsene anche economicamente, essendo inconcepibile che nel 2025 uno dei più grossi problemi sia ancora l’acqua, che, come dismostrato, blocca anche lo sviluppo economico e sociale.

Come ben evidenziato dagli intervenuti, non si può parlare di una intera regione con problemi idrici, ma di due Sicilie.

Infatti la parte occidentale, da Messina a Siracusa non si riscontrano questi problemi, anzi la sovrabbondanza di acqua consente, ad esempio a Ragusa, di lasciar finire in mare migliaia di litri d’acqua avendone a sufficienza, per non parlare che molte spiagge hanno le docce ogni dieci metri di acqua corrente.

L’incontro ha evidenziato come la crisi idrica è prevalentemente un problema politico, strutturale anche se è di lunga data.

Come sottolineato da Monsignor Russotto sono necessarie scelte coraggiose per risolvere la situazione, servono decisioni audaci e una gestione diversa delle risorse.

La gestione fallimentare è sicuramente figlia di anni di silenzi, compiacenze, abbandono e incapacità nella gestione delle infrastrutture idriche, definite “marce” e alcune “irrecuperabili” in alcune parti, come anche di grandi interessi e speculazioni.

I problemi legati alla distribuzione sono uno dei motivi principali della crisi idrica, la dispersione dovuta alla vetustà delle condutture influisce mediamente intorno al 50%.

A poco servono i consigli di come usare bene l’acqua o su come utilizzarla al meglio quando ci si lava i denti, serve un coinvolgimento di tutti e che si comprenda che la cura dell’acqua e dell’ambiente è un dovere morale e collettivo, che richiede la partecipazione attiva di tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini.

L’evento si è concluso con la firma di un documento che impegna, almeno si spera, i partecipanti a continuare la collaborazione per trovare soluzioni D E F I N I T I V E.

La Diocesi di Caltanissetta dal canto suo ha rinnovato l’impegno a promuovere ulteriori incontri e a partecipare, se necessario, a futuri tavoli tecnici per affrontare la questione.

I relatori e gli interventi tecnici chiave sono stati di Fabio Salvatore Corvo, presidente regionale degli Ingegneri che ha insistito sul fatto che la legge Galli (che prevede sistemi integrati per la gestione delle acque) non è mai stata applicata pienamente in Sicilia, di Paolo Mozzicato, Ordine dei Geologi che ha descritto un “quadro inquietante” delle infrastrutture, fortemente inadeguate, con un ritardo cronico rispetto ai tempi, sottolineando la necessità di una politica che guardi al lungo termine, non solo alle emergenze, di Marcello Frangiamone che ha messo in evidenza che la provincia di Caltanissetta non ha bacini propri, e che quindi deve dipendere da altre aree per l’approvvigionamento. Ha promosso il completamento della diga Blufi con la cosiddetta “avandiga” come soluzione prioritaria, Fiorella Falci, del Laboratorio socio-politico della CESI ha illustrato una proposta in dieci punti basata su dati locali, ed ha evidenziato come la Regione abbia responsabilità soprattutto politiche e amministrative nella gestione della crisi idrica, per via di mancanza di programmazione, investimenti insufficienti, e risposte spesso temporanee. Ha anche puntato il dito sui costi, viene venduta da sovrambito, Siciliacque, all’ambito, Caltaqua, a 69 centesimi e ai cittadini costa mediamente 4,50 euro. Inoltre il 56,3% delle famiglie non si fida dell’acqua corrente e l’86,2% acquista 1,5 litro di acqua minerale al giorno per bere, insomma costi su costi.

Mons.Russotto ha invitato alla corresponsabilità, non a un semplice dibattito teorico, ma un “patto per il futuro” per la terra, ha chiesto “scelte coraggiose, trasparenti e condivise”, superando la logica dell’emergenza.

Sono state evidenziate le maggiori criticità, come le infrastrutture vecchie, le tubature mancanti in alcune zone, servizi di autobotti costosissimi ma necessari ma che gravano sui già non splendidi bilanci familiari di molte famiglie, con il disagio crescente, degli ammalati e dei disabili, con un inizio anno scolastico con mancanza d’acqua o assenza prolungata e di pressione debole.

In sintesi è necessario uscire dalla logica dell’emergenza mettere in campo soluzione concrete, reali e soprattutto definitive.

Quanto emerso conferma che la crisi idrica non è solo un problema momentaneo, ma strutturale. Finché infrastrutture, programmazione e governance non cambiano, si continuerà a intervenire “a pezzi”, non risolvendo mai il problema.

Ecco perché è importante il ruolo della politica e delle istituzioni tutte, perchè le responsabilità non sono solo tecniche ma principalemente politiche, serve la volontà istituzionale, serve un coordinamento fra Comune, Provincia, Regione e le società che erogano il servizio, come ci vuole anche chiarezza e trasparenza su chi decide e su chi spende e come spende i tanti milioni che garvitano attorno all’emergenza.

Anche l’informazione deve fare la sua parte, ha il dovere morale di tenere sempre alta l’attenzione sul problema idrico, cercando di essere più vicini ai cittadini e non alla politica.

E’ altresì importante la partecipazione dei comitati, delle associazione, dei club service o dei singoli che hanno un ruolo fondamentale nel segnalare problemi concreti e che non vengano additati come i soliti critici e lamentosi, ma semmai come coraggiosi nell’esporsi contrariamente a chi per ignavia o interessi vari tace e subisce in silenzio.

E’ chiaro che i cittadini non si possono sostituire alle istituzioni, ma il farsi sentire e il non arrendersi mai, anche se molti, con i loro silenzi, preferirebbero che di questa problematica e di quanto succede intorno ad essa non se ne parlasse.

Un principio che è emerso con forza è che l’accesso all’acqua dev’essere garantito a tutti e in modo equo, dalle zone periferiche a quelle meno servite che non possono patire enormi disagi come i 186 giorni senza erogazione dell’estate 2024.

Per quel che riguarda la città di Caltanissetta, il problema potrebbe essere arginato, almeno in parte, dal rifacimento parziale della rete idrica, i famosissimi 4,2 milioni, di cui però nessuno ne ha fatto cenno, almeno stavolta. Dimenticanza o timore che qualcuno chiedesse che fine hanno fatto?.

Da quel che si è sentito in città la situazione è fortunatamente, si fa per dire, meno grave rispetto ad altre realtà, da noi si perde infatti il 39% dell’acqua immessa in rete, cioè su 100 litri 39 si perdono.

In sostanza servono scelte coraggiose, trasparenti e condivise e la politica deve smetterla di prendere in giro i cittadini con promesse o soluzioni e sprechi temporanei, assumendosi la responsabilità, essendo remunerati anche per questo, per mettere sul campo interventi definitivi non tampone o di emergenza.

L’emergenza ha un tempo ben preciso, poi finisce…nel nostro caso mai.

Il messaggio comune alla fine è stato che la crisi idrica è una sfida politica e questa sfida chi governa Città, Provincia e Regione deve farsene carico per affrontarla e risolverla, visto che tra le altre cose non dovrebbe neanche incontrare ostacoli o avere contrasti di tipo politico essendo tutti dello stesso schieramento. Quindi che si metta immediatamente al lavoro e niente più prese in giro o scuse.

Rispondendo alla foto di copertina, dal nostro punto di vista si è trattato di un schiaffo, dato con raffinata delicatezza, in quanto la politica dovrebbe agire di suo e mai dovrebbe farsi riprendere per le proprie mancanza. Speriamo che almeno questo lo abbiano compreso. Ad Maiora

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