Da “La Sicilia” del 04/09/2024, di William Savoca
Fermare una ulteriore riduzione diacqua ai comuni ennesi approvvigionati dall’Ancipa e rivedere l’attuale ripartizione idrica tra le province di Enna e Caltanissetta.
Sono alcune delle richieste che i deputati ennesi Fabio Venezia e Luisa Lantieri hanno avanzate al presidente della Regione.
Per fronteggiare la crisi idrica, il 22 luglio fu deciso di ridurre i prelievi dall’Ancipa operando dal 1° agosto 120 litri al secondo; in un successivo vertice fu stabilito che al gruppo di comuni ennesi dovevano essere consegnati 100 litri di acqua al secondo e ai comuni nisseni 125 litri di acqua al secondo.
“Tale suddivisione ha penalizzato il territorio ennese che – lamentano Venezia e Lantieri -, a fronte di 120 mila abitanti serviti dall’acquedotto dell’Ancipa, ha avuto assegnato solo il 40% della dotazione totale, mentre il territorio nisseno, a fronte di 80 mila abitanti, ha avuto assegnato il 60% dell’acqua; sarebbe stata auspicabile invece una ripartizione della dotazione idrica in proporzione al numero degli abitanti”.
Nei prossimi giorni, proseguono i due deputati, la Cabina di regia per l’emergenza idrica valuterà una ulteriore riduzione di altri 120 litri al secondo “e cio potrebbe determinare ulteriori disagi alla popolazione con turnazioni di erogazione che potrebbero arrivare in alcuni comuni ennesi a 8-9 giorni”. Evidenziato inoltre che diversi comuni (Troina, Cerami, Sperlinga, Nicosia e Gagliano, Barrafranca) hanno attualmente come unica fonte di approvvigionamento l’Ancipa e che nelle ultime settimane sono state avviate diverse attività di trivellazione di pozzi.
Alla luce di questo quadro i due deputati chiedono di “emanare un’apposita direttiva alla Cabina di regia per l’emergenza idrica al fine di non effettuare, almeno fino alla messa in funzione dei nuovi pozzi recentemente trivellati, una ulteriore riduzione della risorsa idrica ai comuni ennesi approvvigionati dall’Ancipa”, di prevedere ≪una riserva idrica ai comuni ennesi e nisseni che hanno attualmente come unica fonte di approvvigionamento l’acquedotto dell’Ancipa” e infine “se non intenda attivare tutte le procedure del caso per rivedere, alla luce anche dei pozzi trivellati recentemente nel territorio nisseno, l’attuale ripartizione idrica prevedendo un’assegnazione più equa in proporzione al numero degli abitanti”.