Il ministro delle Finanze “orgogliosamente omofobo”. Per lui, Gaza non è un dramma umanitario ma un’occasione da brochure immobiliare
Bezalel Smotrich non è un politico qualsiasi. È l’avvocato che mette la Bibbia sopra i codici, il colono fuorilegge tra i coloni, l’uomo che considera il compromesso un peccato. Per lui, Gaza non è un dramma umanitario ma un’occasione da brochure immobiliare: “La demolizione, la prima fase del rinnovamento di Gaza City, l’abbiamo già fatta. Ora dobbiamo solamente costruire!”. E’ finito di nuovo in prima pagina, ma non è una novità. Stavolta ha colpito parlando di macerie “manna immobiliare” per un dopoguerra che, nelle parole del ministro, “si paga da solo”.
Ma è lo stesso uomo che anni fa disse che “chi brucia le case ai palestinesi commetterà anche un reato, ma di sicuro non è un terrorista”, il simbolo deteriore della destra più estrema del governo Netanyahu. Leader di un partitino con appena sette seggi, resta però determinante per la fragile maggioranza. E ogni volta che apre bocca, ottiene il suo effetto.
Gaza? Da annettere, o meglio da svuotare: “Il 70 per cento degli israeliani vuole l’emigrazione dei gazawi”. I bambini palestinesi che lanciano pietre? “O gli sparo, o li espello, o li metto in prigione”. I cristiani? “Non posso legittimarli. Il Signore è uno, non trenta”. Persino con le partorienti se l’è presa: “È naturale che mia moglie, in ospedale, non voglia partorire accanto a chi dà alla luce un bambino che, fra vent’anni, potrebbe uccidere il suo”.
Un repertorio di scandali che, negli anni, ha scandalizzato persino Israele. Nel 2024 arrivò a invocare un “diluvio di fuoco” sui campi profughi citando l’Antico Testamento: “Rafah, Deir al-Balah, Nuseirat, annientamento totale”. Molti Paesi occidentali lo hanno dichiarato indesiderato e Bruxelles valuta sanzioni personali.
Smotrich, però, non arretra. Si vede come il difensore della “sovranità” israeliana su Giudea e Samaria, convinto che “il 2025 sarà l’anno della sovranità”. Considera Hamas più utile dell’Autorità Palestinese – “la prima ci danneggia nei forum internazionali, invece il terrorismo della seconda fa sì che nessuno vorrà mai saperne di riconoscere uno Stato palestinese” – e spinge per nuovi insediamenti che cancellino ogni residua ipotesi di due Stati.
Il suo linguaggio è tombale su qualsiasi spiraglio negoziale. Chi lo critica, a suo dire, appartiene a “femministe radicali e comunità Lgbt”. Chi resiste, finirà con la pena di morte: “Mi offro volontario al concorso per diventare boia”.
Fonte Agenzia Dire www.dire.it
——————
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o
Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.
