Il Patto di Turnberry prevede una tariffa base su gran parte dei prodotti. Ecco cosa hanno stabilito von der Leyen e Trump
Non sarà il 10% del Regno Unito ma l’accordo per evitare una guerra di dazi con gli Stati Uniti, raggiunto ieri con la presidente della Commissione europa Ursula von der Leyen è una buona quota percentuale. La stessa accattata qualche giorno fa dal Giappone. Cosa c’è all’interno dell’accordo scozzese ottenuto dall’incontro con il presidente Usa Donald Trump lo ricostruiscono oggi Raffaele Ricciardi e Filippo Santelli per Repubblica. Il 15 per cento verrà applicato alla maggior parte dei prodotti. Certo lo sconto sull’automotive ora al 27,5% ma non è chiaro ancora cosa accadrà per il settore farmaceutico. Acciaio e alluminio restano invece al 50%, ma si spera in un futuro meccanismo di quote. In cambio l’Ue, oltre ad azzerare le già basse tariffe su merci statunitensi si impegna a comprare armi e gas made in USA, oltre a incentivare gli investimenti oltreoceano. Sostanzialmente il Patto di Turnberry prevede una tariffa base del 15% dal primo agosto su prodotti meccanici e macchinari industriali, sugli alimentari o sulla moda.
I medicinali sarebbero al 15 per cento ma…
Ma poi ci sono settori che hanno specifiche indagini di sicurezza nazionale (la cosiddetta Sezione 232) e potrebbero a breve imporre nuovi dazi per riportare la produzione negli Stati Uniti. Tra questi il settore farmaceutico, prima voce di export verso gli USA. Il dazio non supererà il 15%, ma non è detto che non risalga. Anche perché ai giornalisti Trump aveva addirittura detto che i farmaci non sarebbero stati parte dell’accordo. Stesso destino vale per l’elettronica di consumo e i microprocessori.
I settori a dazio zero: componentistica aerea e alcuni farmaci generici
Inizialmente von der Leyen aveva proposto un azzeramento reciproco delle tariffe. L’idea non è passata ma ma saranno esenti da dazi su entrambi fronti gli aerei e le loro componenti (Boeing e Airbus), alcuni prodotti chimici e farmaci generici, i macchinari per produrre microprocessori, alcune risorse naturali e materie prime critiche, alcuni prodotti agricoli. Possibile una esenzione per i superalcolici. Ma non per il vino.
L’impegno dell’Europa vale 750 miliardi
Per saldare l’accordo scozzese l’Ue si impegna ad acquistare energia e armi dagli Usa, non è ben definito a che cifra. Ma secondo Repubblica, calcolando che per i paesi Nato le spese militari possono aumentare fino al 5% del Pil) si parla di 750 miliardi di dollari per l’energia in tre anni, 250 l’anno. Al momento, nel 2024, abbiamo importato come Unione gas e petrolio dagli Usa per 84 miliardi. Parte di questo benefit concesso riguarderà il gas naturale liquefatto, per eliminare le residue importazioni di metano russo. E infine ci sono gli investimenti europei negli Stati Uniti per 600 miliardi di dollari.
Patto di Turnberry, quali saranno i paesi più colpiti. L’Italia esposta fino a 23 miliardi
Infine Repubblica stila una classifica sui paesi europei e come questi saranno colpiti dai nuovi accordi. L’Irlanda è quello più esposto ai dazi americani, seguita da Italia, Germania e Francia. La lista è stilata dallo studio del think tank Bruegel, che ha stimato l’impatto di tariffe tra il 15 e il 30% nei 27 paesi in relazione ai posti di lavoro legati all’export oltreoceano. In Irlanda, il 13% dell’occupazione è legato a chimica, agroalimentare e riparazioni. L’Italia segue con un’esposizione all’11%, trainata da auto, moda e farmaceutica. Germania e Francia si attestano attorno al 9%, con diversi settori aggrediti, tra automotive, beni industriali e lusso.
Fonte Open
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