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Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Cutro, a processo sei ufficiali per il mancato soccorso
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Cutro, a processo sei ufficiali per il mancato soccorso

Last updated: 22/07/2025 8:30
By Redazione 89 Views 6 Min Read
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Naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, i reati contestati per la strage nel Mediterraneo

Un primo passo verso la verità. Ci sarà un processo per i presunti mancati soccorsi alla Summer Love, il caicco che la notte del 26 febbraio 2023 si è schiantato contro una secca al largo di Steccato di Cutro, provocando 94 morti, 35 dei quali minorenni, e diversi dispersi. Lo ha disposto il giudice dell’udienza preliminare di Crotone, Elisa Marchetto, decidendo ieri per il rinvio a giudizio di quattro ufficiali della Guardia di finanza e due della Guardia costiera.

La procura pitagorica contesta i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, evidenziando gravi negligenze, sottovalutazioni e ritardi nella catena delle decisioni che avrebbero potuto cambiare il destino dei migranti a bordo dell’imbarcazione partita dalla Turchia, con particolare riguardo alla mancata attivazione, la notte del naufragio, del Sar, il Piano per la ricerca ed il salvataggio in mare.

LA DECISIONE a conclusione dell’udienza preliminare durata oltre dieci ore, in accoglimento della richiesta avanzata dal pm Pasquale Festa. Andranno a processo i finanzieri Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia; Alberto Lippolis, comandante del Roan; Antonino Lopresti, ufficiale in comando tattico e Nicolino Vardaro, comandante del Gruppo aeronavale di Taranto, e gli appartenenti al corpo delle Capitanerie di porto Francesca Perfido, ufficiale di ispezione in servizio a Roma, e Nicola Nania, che era di turno nel comando regionale della Capitaneria di porto di Reggio Calabria la notte del naufragio.

UNA UDIENZA FIUME, quella di ieri nell’aula 2 del tribunale penale di corso Mazzini a Crotone. Dopo le discussioni finali, il gup si è riservato e dopo una lunga camera di consiglio ha disposto, dunque, il rinvio a giudizio. E in caso di condanna degli imputati sarà lo Stato a dover risarcire le parti civili. Il gup ha, infatti, rigettato la richiesta avanzata dai responsabili civili – ministero dell’Economia, ministero delle Infrastrutture, Consap – di essere estromessi dal processo. La citazione dei ministeri come responsabili civili è stata disposta dal giudice che ha rilevato che la responsabilità civile per i fatti oggetto di reato è da attribuirsi ai rispettivi datori di lavoro: il ministero dell’Economia per i militari delle Fiamme gialle e quello delle Infrastrutture per gli uomini della Guardia costiera. La Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici) è stata citata in quanto – come previsto dal Codice delle assicurazioni – deve rispondere nel caso di incidenti causati da natanti privi di copertura finanziaria.

QUANTO ALLE PARTI CIVILI è stato ammesso il cartello di Ong, le cui richieste di costituzione sono state ritenute fondate in quanto, secondo il giudice, «si occupano di soccorsi in mare, perseguendo quale primario obiettivo la tutela della vita e dell’incolumità individuale». Emergency, Louise Michel, Mediterranea Saving Humans, Sea-Watch, Sos Humanity e Sos Mediterranee si dicono soddisfatte del rinvio a giudizio e «supporteranno nel processo le famiglie delle vittime appoggiando la loro richiesta di giustizia». Le Ong chiedono di «porre immediatamente fine alla criminalizzazione delle persone in movimento e di ripristinare efficaci operazioni di ricerca e soccorso in mare, auspicabilmente anche con una missione europea. L’impegno a sostenere il diritto internazionale marittimo e la protezione del diritto alla vita devono essere alla base di tutte le decisioni politiche».

NON SARÀ PARTE DEL PROCESSO, invece, la regione Calabria dopo il noto incredibile dietrofront. Il 12 maggio, alla prima udienza, l’ente guidato da Roberto Occhiuto (Fi) aveva infatti presentato richiesta di costituzione di parte civile, salvo poi ritirarla nel giro di un pomeriggio, giustificandosi con un errore materiale, precisando che si voleva procedere solo contro gli scafisti e non contro le forze dell’ordine. L’inizio del processo per la strage di Steccato di Cutro è fissato per il 14 gennaio 2026.

Da il Manifesto di Silvio Messinetti

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