Caltanissetta 401
  • Home
  • Cronaca
    • Cronaca Internazionale
  • Politica locale
    • Politica
  • Rassegna stampa
    • Economia e Finanza
    • Riflessioni
    • Riceviamo e pubblichiamo
  • Cultura ed Eventi
    • Concorsi
    • Scuola
    • Tecnologia
  • Sport
  • Altro
    • Dalla provincia e dintorni
    • Ricette tipiche
    • Salute & Benessere
    • Meteo
Reading: Da Parigi a Roma, cosa insegna il caso Sarkozy: in Francia si va in carcere, in Italia si va allo scontro
  • Seguici
Font ResizerAa
Caltanissetta 401Caltanissetta 401
Cerca
  • Home
  • Chi siamo
  • News
    • Cronaca
    • Politica locale
    • Cultura ed Eventi
    • Sport
    • Rassegna stampa
    • Salute & Benessere
    • Riceviamo e pubblichiamo
    • Dalla provincia e dintorni
Follow US
© Caltanissetta401 | Realizzato da Creative Agency
Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Da Parigi a Roma, cosa insegna il caso Sarkozy: in Francia si va in carcere, in Italia si va allo scontro
CronacaPoliticaRassegna stampa

Da Parigi a Roma, cosa insegna il caso Sarkozy: in Francia si va in carcere, in Italia si va allo scontro

Last updated: 23/10/2025 6:39
By Redazione 85 Views 6 Min Read
Share
SHARE

Il carcere di Sarkozy conferma che lo Stato di diritto altrove resiste. In Italia la condanna diventa un campo di battaglia politico

Contents
Il test francese: si contesta, ma si esegueItalia: quando il processo diventa assedioL’Europa che si consegna (anche urlando) alla giustiziaSi precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

La foto di Nicolas Sarkozy che varca i cancelli del carcere de La Santé a Parigi per scontare la condanna a cinque anni (di cui uno già esecutivo) segna un passaggio simbolico nella memoria europea sul rapporto tra potere e giustizia.

L’ex presidente continua a definire il verdetto una «vendetta» e promette ricorsi, ma intanto entra in cella, in isolamento e senza privilegi. Il suo messaggio su X – «Dormirò in carcere, ma a testa alta» – incarna un doppio movimento: contestazione verbale del giudizio e sottomissione fisica alla legge. In Francia il corpo obbedisce, anche quando la voce protesta. Il potere può urlare all’ingiustizia, ma si consegna prima di tentare di riscrivere le regole.

Il test francese: si contesta, ma si esegue

La Quinta Repubblica ha già conosciuto presidenti e premier condannati: Jacques Chirac nel 2011 accettò due anni con sospensione per fondi illeciti; François Fillon ha visto la sua carriera finire con la condanna nel “Penelopegate”, pena sospesa ma politicamente definitiva; l’ex ministro Jérôme Cahuzac scontò la pena con braccialetto elettronico dopo le dimissioni. Marine Le Pen è oggi sotto appello dopo essere stata giudicata colpevole di uso illecito di fondi europei: parla di «dittatura giudiziaria», ma non può bloccare l’iter.

La stampa francese è divisa, ma Le Monde parla di «atto repubblicano»: la giustizia non è un optional negoziabile. Anche quando il linguaggio politico tenta la delegittimazione, l’architettura istituzionale tiene. L’esecuzione della pena non è vissuta come una scelta, ma come un dovere che rafforza il principio di eguaglianza di fronte alla legge.

Italia: quando il processo diventa assedio

In Italia lo schema è diverso e si cristallizza nel berlusconismo. Dopo la condanna definitiva nel processo Mediaset, Silvio Berlusconi parlò di «colpo di Stato giudiziario». Da allora la politica ha interiorizzato lo scontro con la giustizia come forma di identità. Matteo Salvini definì i magistrati «un cancro da estirpare», accusandoli di «fare campagna elettorale». Matteo Renzi ha parlato di «mostro giudiziario» creato per distruggerlo. Il processo diventa narrazione di persecuzione, il ricorso uno strumento mediatico.

Le pene accessorie mostrano il divario: in Francia l’ineleggibilità è immediata e automatica; in Italia la legge Severino è terreno di battaglia politica e tentativi di deroga. Gli avvisi di garanzia diventano talk show, i rinvii a giudizio strumenti di propaganda, le sentenze il pretesto per invocare riforme “epocali” che ridisegnino i rapporti tra poteri dello Stato. Così la condanna non conclude il ciclo giudiziario: lo apre, trasformandolo in un plebiscito sul consenso del leader. In Francia Sarkozy entra in cella e da lì alimenta la narrazione del martirio; in Italia la condanna diventa l’occasione per rovesciare il paradigma della responsabilità.

L’Europa che si consegna (anche urlando) alla giustizia

In Germania il presidente Christian Wulff si dimise nel 2012 solo all’apertura di un’indagine su un prestito di favore. Fu assolto nel 2014, ma la carriera era finita: la dignità istituzionale prevalse sul verdetto penale. In Spagna il “caso Gürtel” portò alla caduta del governo Rajoy dopo la condanna di esponenti del Partido Popular; l’ex direttore FMI Rodrigo Rato è andato in carcere. In Croazia l’ex premier Ivo Sanader ha scontato la reclusione per corruzione. In Romania il leader Liviu Dragnea è entrato in carcere dopo la definitiva, tra piazze che non chiedevano di fermare la giustizia, ma di applicarla.

In tutti questi casi la protesta politica esiste, ma resta dentro il recinto dello Stato di diritto, senza mettere in discussione l’obbligo dell’esecuzione. L’idea che «nessuno è al di sopra della legge» non è uno slogan, ma un meccanismo operativo che si attiva indipendentemente dal rumore esterno.

La distanza italiana si misura nel momento in cui il leader condannato deve scegliere se consegnarsi o tentare di trascinare con sé l’ordinamento. Sarkozy varca i cancelli di La Santé. L’Italia continua a chiedersi se varcarli significhi tradire il consenso, trasformando ogni processo in una guerra di logoramento contro la giustizia. In Francia la pena chiude il ciclo. In Italia lo apre. E finché la politica racconterà la legalità come un confine mobile da piegare alla convenienza, l’assedio alle istituzioni resterà l’unico linguaggio che sopravvive alla condanna.

Fonte lanotiziagiornale.it di Giulio Cavalli

——————

Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o

Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

You Might Also Like

Il Torrone di Davide Scancarello al Sana di Bologna: Tradizione Siciliana in Vetrina

Le prime pagine delle maggiori testate giornalistiche siciliane, nazionali, economiche, sportive e straniere in Italia di Domenica 9 Novembre 2025

Concesso permesso di 6 ore all’ergastolano che uccise il giudice Rosario Livatino

Caltanissetta: I detenuti hanno protestato per la mancanza di acqua calda

L’economia sommersa e illegale nel 2022 cresce più del pil e supera i 201 miliardi. I redditi non dichiarati volano a 101 miliardi

TAGGED:CronacaPoliticaRassegna stampa
Share This Article
Facebook Twitter Whatsapp Whatsapp Email Copy Link Print
Caltanissetta 401
Direttore responsabile 
Sergio Cirlinci

93100 Caltanissetta (CL)

redazione@caltanissetta401.it
P:Iva: 01392140859

Categorie

  • Cronaca
  • Cultura ed Eventi
  • Politica locale
  • Rassegna stampa
  • Sport

Categorie

  • Concorsi
  • Dalla provincia e dintorni
  • Finanza
  • Giovani e Università
  • Sanità

Link utili

  • Chi siamo
  • Privacy & Cookie Policy

Caltanissetta 4.0.1 è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Caltanissetta n.03/2024 del 21/08/2024. | Realizzato da Creative Agency

Username or Email Address
Password

Lost your password?