Per l’ex senatore condannato per associazione mafiosa, e soprattutto consigliere e amico dell’ex presidente del Consiglio, la procura di Firenze chiede un processo per la mancata “comunicazione di variazione patrimoniale” cui era tenuto proprio per la condanna.
Per Marcello Dell’Utri e per la moglie Miranda Ratti la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio in relazione alla mancata comunicazione delle variazioni patrimoniali, cosa cui Dell’Utri era tenuto per la legge Rognoni-La Torre come condannato con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione di tipo mafioso nel 2014.
Le accuse, a vario titolo, sono di trasferimento fraudolento di valori e di mancata comunicazione delle variazioni le quali, nei saldi di un decennio, la Direzione distrettuale antimafia di Firenze ha stimato per un ammontare di 42.679.200 euro.
Somme ricevute proprio da Silvio Berlusconi secondo i pm: dell’ex presidente del Consiglio per decenni Dell’Utri è stato amico e fidato consigliere, e il Cavaliere aveva anche inserito l’ex senatore palermitano e dirigente di Forza Italia nel testamento con un lascito da 30 milioni di euro.
La tesi dei magistrati è che le elargizioni servissero “al fine di occultare la più grave condotta di concorso nelle stragi ascrivibile a Silvio Berlusconi”.
Le indagini si erano chiuse ad aprile, mentre a marzo di quest’anno la Dda aveva ottenuto il sequestro preventivo di 10,8 milioni di euro individuati nei flussi nei conti correnti di Dell’Utri e di sua moglie.