IMBARAZZOLanciati a fine maggio per dei test, l’Aster si è inabissato al largo. Dell’altro solo detriti. Quasi 1.000 km² chiusi per sicurezza
Meno male che in Sardegna, da luglio ai primi di settembre, sono sospese le esercitazioni militari per salvaguardare la stagione balneare.
Le fanno a maggio, tutt’al più a giugno.
Ma sparano i missili e ne perdono almeno due in mare: un Aster 30 in particolare è pericoloso
perché non è esploso.
La Marina non riesce a recuperarlo perché è in un punto troppo profondo, 602 metri, a una
decina di miglia nautiche dalla costa, poco meno di 20 chilometri.
Risultato: deve andarci una società civile, spiegano dalla Difesa, verosimilmente un appaltatore di Leonardo (ex Finmeccanica), che forse non riuscirà a disattivarlo con il robot e a recuperarlo, quindi potrebbe essere costretta a fare un’esplosione controllata. In fondo al mare.
Così a partire da Ferragosto e fino al 20 settembre chiuderanno uno specchio d’acqua davanti alle coste dell’Ogliastra, Sardegna Orientale: dalla mappa della Capitaneria si direbbe un quadrato di almeno una ventina di chilometri di lato, davanti alle spiagge e alle scogliere tra Tertenia e Villaputzu.
È l’area marina del Poligono del Salto di Quirra-Perdasdefogu (Pisq), il più grande d’Europa, una zona che non è ai livelli “non bonificabili” della Penisola Delta di Capo Teulada (sud ovest della Sardegna)
ma pure lì ci sono zone interdette ai civili e al pascolo.
A fare il bagno in spiaggia, però, si potrà andare.
Il provvedimento è dell’Ufficio Marittimo di Arbatax: “Dal giorno 15.08.2025 a l
20.09.2025 la ditta Leonardo Spa effettuerà operazioni di ricerca e bonifica dei fondali dai
residuati delle esercitazioni militari – si legge nell’ordinanza 33/2025 –, avvalendosi delle unità navali denominate NG Worker, Celina, Silvio I e Silvio II, nonché di un’unità Rov (Re – motely operated vehicle)”, il robot subacqueo.
Le “unità navali d qualsiasi dimensione, tipologia, tonnellaggio e destinazioni ” dovranno rimanere a non meno di due miglia nautiche, le unità da pesca dovranno accordarsi volta per volta via radio.
L’area dove si ritiene si trovi il missile inesploso è stata individuata, la bonifica – spiegano dalla Difesa – è normalmente prevista dopo le esercitazioni.
Una precedente ordinanza, la 32/2025 del 23 giuugno, dava conto di ben otto aree marine interessate.
C’era un cacciamine in azione tra le barche da diporto.
Il missile inesploso è un incidente, ma è considerato fisiologico. È già successo, da ultimo nel 2022.
L’Aster 30 è un missile intercettore. È uno dei due sparati con il Samp-T, il costoso e avanzato
sistema avanzato di difesa antiaerea che abbiamo fornito anche agli ucraini per difendersi
dai russi. È lungo 4,2 metri, diametro 18 centimetri, colore bianco. Pesa oltre 300 chili, costa
circa 2 milioni di euro.
C’è poi anche uno Stinger, più piccolo, da recuperare. L’esesrcitazione risale a fine maggio: “La ‘campagna lanci’ ha fatto seguito alla Joint Stars 2025, un’esercitazione che ha interessato le batterie
controaerei, sviluppatasi in diverse sessioni, riproducendo attacchi simulati di intensità variabile
con l’obiettivo di contrastare le minacce aeree e missilistiche, per garantire la protezione
dell’area di sbarco delle Forze Al leate”, annunciava un comunicato militare. Test reali, con
missili armati, sia pure con la carica esplosiva minima da esercitazione.
Missione compiuta, insomma.
Il comandante di vertice interforze Covi, generale Giovanni Maria Iannucci, esprimeva
“apprezzamento per il lavoro svolto dagli artiglieri contraerei”, collegati con il comando superiore
di Sabaudia (Latina) dove ci sono le difese antiaeree che proteggono Roma: lì abbiamo
addestrato anche gli ucraini. Si era dimenticato solo il missile perso, il generale.
L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna ne hanno scritto, la Regione ha chiesto informazioni
alla Difesa che si è impegnata a fare presto e bene, ma non è che nell ’isola se ne parli poi
molto.
La battaglia contro le basi e le esercitazioni la fanno i comitati antimilitaristi e gli ambientalisti,
per il resto meno se ne parla e meglio è.
Molto attivo è Mauro Pili, l’ex presidente della Regione: “Le date prefissate per la bonifica
sono una vera follia, l’operazione è costosissima”, denuncia.
Si muove anche Domenico Leggiero dell’Osservatorio militare, impegnato da decenni
sull ’uranio impoverito: “Ci sono intere aree interdette al pascolo, quali controlli si fanno
sui prodotti caseari e le carni che vengono da quella zona?”.
Da ilFattoQuotidiano di Alessandro Mantovano
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