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Eccallà. Il difendere, in alcuni casi, l’indifendibile e dire che chi critica o chi si lamenta dice “fesserie”

Last updated: 30/05/2025 7:40
By Sergio Cirlinci 209 Views 4 Min Read
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Cari concittadini, sappiate, ma questo supponiamo che lo sapevate già, che sono molti gli amanti del quieto vivere, ma questo ci sta, ma ci sono alcuni personaggi che si ergono a tenaci difensori dello status quo, pronti a mettere in mostra la loro enorme “saggezza”, cosa che fino a poco tempo fa, magari con altre amministrazioni, non dimostravano di avere.

È un fenomeno ciclico, che si ripete puntualmente, cambiano i personaggi ma la storia si ripete.

E’ degna di uno studio sociologico, l’osservare cioè come alcuni, con grande disinvoltura riescano a trasformare ogni critica fatta come fosse un’onta personale, prevalentemente se rivolta ai loro amici, alcuni nuovi, definendola addirittura una “minchiata” da ignorare.

Il copione è sempre lo stesso, appena qualcuno osa criticare scendono in campo le truppe, che, a sun di “cannonate”, entrano subito a gamba tesa, incuranti di rischiare il cartellino rosso, ma forse lo fanno proprio per farsi maggiormente apprezzare, fa curriculum, e criticano a loro volta chi critica, negando pure le evidenze e mettendo sul piatto della discussione quel poco fatto dando per scontato che quanto promesso sarà fatto, “dategli tempo”.

Quando qualcuno osa puntare il dito sui grandi problemi o su quei progetti faraonici che costano un botto e sulle tante promesse non mantenute, arriva la fulminea risposta, copioni vecchi o dettati.

“Ma come osate criticare? Non vedete che si sta facendo bene? Bisogna incoraggiare, non demolire”.

E come fa il mago, per giustificare anche altre situazioni, subito tirano fuori dal cilindro il coniglio, cioè fa frase sul cambiamento di idea, “solo gli stupidi non cambiano idea”, una vera perla di saggezza popolare, sbandierata con la grinta di quel soldato, che poverino, mandato in prima linea, spesso si rimette le “penne”.

La frase è verissima, per carità, solo uno stupido non modificherebbe la propria opinione di fronte a certe evidenze.

Se nei mesi passati ad esempio, ci si lamentava per la mancava di acqua, oggi che arriva regolarmente, si fa per dire, sarebbe da idioti continuare a dire “manca l’acqua”.

Peccato, però, che questo esercizio di grande flessibilità intellettuale, dimentica qualche piccolo, insignificante, o quasi, dettaglio.

Quell’insignificante dettaglio dei “veri problemi della città”, per intenderci, che erano lì ieri, sono ancora lì oggi, e probabilmente lo saranno anche domani; problemi che non elenchiamo per non tediarvi.

Ma poi c’è il colpo di scena, il vero motivo di queste “difese”, quello che pensano nessuno sappia, che rende il tutto ancora più divertente e nello stesso tempo sconfortante.

Questo repentino “cambiamento di idea”, spesso non ha nulla a che fare con una nuova visione politica, che probabilmente poco realmente interessa o comprendono.

No, miei cari critici dei critici, troppo spesso, la nuova prospettiva è dettata da un qualche vantaggio personale, magari un incarico, una consulenza, un piccolo favore che rende il mondo improvvisamente più bello e le critiche altrui diventano magicamente automaticamente delle “minchiate”, le stesse che prima apprezzavate e condividevate.

Quindi, prima di salire in cattedra e impartire lezioni di moralità a chi, pur cambiando idea, l’ha fatto con un minimo di convinzione e senza averci guadagnato nulla, anzi, fateci un piccolo favore, guardatevi bene allo specchio, fatevi un rapido esame, aprite gli occhi sulla realtà che vi circonda, così prima di sentenziare contro chi osa dissentire e dire che sta sproloquiando, potreste scoprire che l’unica vera “minchiata” è la vostra.

Che dire? Complimenti siete lo spettacolo più divertente della città, che tra le altre cose non pesa neanche sulle casse comunali, forse. Ad Maiora

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