Mentre gli agricoltori affrontano una stagione segnata dalla siccità, dai costi in aumento e dalle
produzioni di qualità a rischio, l’acqua delle dighe viene sversata in mare.
Una situazione paradossale che mette in luce l’ennesimo fallimento della politica nella gestione delle infrastrutture e delle risorse idriche.
Non è accettabile che interi territori agricoli soffrono la mancanza d’acqua e le dighe vengano
svuotate perché non si è investito nella manutenzione e nell’ammodernamento delle infrastrutture.
La politica dice di essere al fianco degli agricoltori ma intanto si disperde una risorsa essenziale per
gli stessi.
È urgente che il governo siciliano passi dagli annunci ai fatti, con un serio piano per la gestione e il
riuso dell’acqua: servono investimenti in infrastrutture idriche moderne, manutenzione delle dighe,
nuovi invasi e una governance capace di prevenire l’emergenza, non di inseguirla. La bocciatura dei
31 progetti del PNRR purtroppo non ha insegnato nulla.
Con il serio rischio che i danni per le aziende agricole si ripercuotano direttamente anche sui
lavoratori del settore, già alle prese con precarietà e salari insufficienti.
Quando l’acqua manca e i raccolti calano gli agricoltori soffrono, ma a pagarne le conseguenze sono
anche i braccianti agricoli di quei territori, meno giornate di lavoro e maggiore incertezza.
La crisi idrica non è solo un problema ambientale, ma è anche un problema sociale e occupazionale.
Servono scelte coraggiose e una visione di lungo periodo. Non possiamo più permetterci di sprecare l’acqua, né di lasciare soli agricoltori e lavoratori.
Giuseppe Randazzo – Segretario Genrale FLAI CGIL
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