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Caltanissetta 401 > News > Crisi idrica > Focus Legambiente. Dei 47 invasi siciliani, solo 19 in funzione al pieno delle proprie potenzialità. “Si è colpevolmente deciso di rischiare il collasso di un intero sistema “
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Focus Legambiente. Dei 47 invasi siciliani, solo 19 in funzione al pieno delle proprie potenzialità. “Si è colpevolmente deciso di rischiare il collasso di un intero sistema “

Last updated: 01/02/2025 8:11
By Redazione 177 Views 5 Min Read
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Fuori esercizio, limitate, incompiute così sono le dighe al tempo della sete. Altre dighe rischiano di chiudere per mancata manutenzione e collaudo. Necessario un deciso cambio di rotta verso politiche di sostenibilità e adattamento basate sulla salvaguardia della risorsa idrica

In questi giorni, grazie alle piogge che hanno fatto tirare un breve respiro di sollievo, in Sicilia si andando verso la prossima estate senza aver affrontato e risolto le tante problematiche che nel 2024 ci ha portati alla grande sete, che molti adesso hanno dimenticato, ma che se non si interviene in tempo, tornerà ad essere rivissuta in tutta la sua tragicità.

Le dighe siciliane avevano e hanno di bisogno di manutenzione, su 47 invasi ben 26 sono fuori esercizio o in esercizio con limitazioni all’invaso o, ancora, in attesa di collaudo e, quindi, limitati.

“Si è colpevolmente deciso di rischiare il collasso di un intero sistema” – dichiara Tommaso Castronovo presidente di Legambiente Sicilia

Oltre la metà delle dighe siciliane sono oggi in esercizio con forti limitazioni per l’invasamento dell’acqua di fiumi e torrenti, in un periodo in cui le piogge sono state rare e quando tutto il territorio siciliano, con agricoltura e popolazioni, sono stati interessati da una persistente siccità.

A denunciarlo è Legambiente Sicilia con un focus, dove ha preso in considerazione 47 invasi presenti in ogni angolo dell’Isola.

Legambiente fa il punto sullo stato delle dighe.

Salta subito all’occhio la situazione degli invasi siciliani che sono in esercizio e che presentano
limitazioni, dieci in tutto.

È il caso dell’Arancio, del Castello, dell’Ogliastro Don Sturzo, del Gorgo, di Lentini, di Licodia Eubea, di Nicoletti, di Piana degli Albanesi, di Pozzillo, di Rubino e di Villarosa- Ferrara, dove in linea di massima esistono problemi di sicurezza delle strutture o di interramento dei bacini per i quali si sarebbe dovuto intervenire da anni.

Colpisce la tipologia dei cinque «fuori servizio» per le dighe di Comunelli, di Cuba, di Gibbesi e,
più di recente, la Trinità di cui si è occupata la stampa nazionale.

La situazione risulta decisamente paradossale quando oggi si parla di finanziamenti per studi di fattibilità di nuovi invasi da realizzare sui fiumi, contrariamente ad alcune dighe in costruzione con lavori sospesi come la Cannamasca di San Giovanni Gemini, e la Blufi, alle pendici delle Madonie palermitane, incompleta da decenni.

Figurano con lo stato “sperimentale” le dieci dighe di Cimia, Furore, Garcia-Francese, Rosamarina, Rossella, Scanzano e Sciaguana.

Le dighe prese in esame da Legambiente sono classificate con scopi prevalenti a uso irriguo, potabile, industriale e idroelettrico.

La Regione Siciliana, invece, mensilmente si occupa dell’immagazzinamento dell’acqua in 30 invasi sparsi sul territorio isolano. Il prossimo rilevamento sarà pubblicato alla fine della prima settimana mana di questo mese di febbraio.

Un dato positivo, rispetto ai mesi scorsi, emerso dalla tabella del dipartimento regionale dell’Autorità di Bacino alla data del 1° gennaio di quest’anno, riguarda l’aumento dell’acqua nelle 30 dighe isolane che complessivamente era di poco superiore ai 200 milioni di metri cubi, ma ciò grazie esclusivamente alle piogge.

Un mese prima, a tutto dicembre 2024, era di 174 milioni con un aumento di 26 milioni di metri cubi dovuto alle precipitazioni atmosferiche cadute tra novembre e dicembre scorsi.

Una situazione paradossale si verifica nell’Agrigentino, nel bacino imbrifero del fiume Verdura,
a Ribera. dove non vi sono grossi sbarramenti per invasare l’acqua che se ne va a mare: in un’annata di media piovosità, fino a 50 milioni di metri cubi rimangono del tutto inutilizzati.

I danni agricoli e potabili sono limitati oggi dal trasferimento dell’acqua dalla traversa
di Gammauta, per caduta, alla diga Castello di Bivona. Quest’ultima tra quelle in esercizio
con limitazioni.

La situazione attuale

10 in esercizio con limitazioni
Arancio, Castello, Ogliastro Don Sturzo, Lentini, Licodia Eubea, Nicoletti, Piana
degli Albanesi, Pozzillo, Rubino, Villarosa-Ferrara
5 fuori esercizio
Comunelli, Cuba, Gibbesi, Pasquasia, Trinità
2 in costruzione
Cannamasca (lavori sospesi), Pietrarossa
1 incompiuta
Blufi
10 sperimentali
Cimia, Disueri, Furore, Garcia – Francese, Gorgo Montallegro, Olivo, Rosamarina,
Rossella, Scanzano, Sciaguana
19 in esercizio senza limitazioni
Ancipa, Fanaco, Fiumara Grande, Gammauta, Guadalami Monte, Guadalami Valle,
Marchesa, Monte Cavallaro, Mulinello, Paceco, Piano del Leone, Poma, Ponte Barca,
Ponte Diddino, Prizzi, San Giovanni, Santa Rosalia, Vasca Ogliastro, Zaffarana

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