Mulè: “Guerra tra bande, Schifani intervenga” Falcone attacca la “traditrice” Lantieri per il
sostegno al centrosinistra “Porterò il caso a Roma”
Così Forza Italia rischia di esplodere.
A Schifani dico: intervenga al più presto». Per il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, il voto
di ieri rischia di innescare una guerra politica dentro il partito. E avvisa il governatore: bisogna cambiare qualcosa.
Pochi minuti prima, era rimbalzata la nota di un altro big forzista, l’europarlamentare Marco Falcone
che, a proposito delle elezioni perse a Enna, ha parlato di «consociativismo non più occulto di Forza Italia in quel territorio», puntando il dito contro la deputata regionale forzista, Luisa Lantieri, accusata di aver favorito la vittoria del centrosinistra.
Ma non solo: «Porteremo la questione sui tavoli nazionali – ha aggiunto Falcone – affinché il segretario Marcello Caruso non si volti più dall’altra parte rispetto ai tradimenti dell’alleanza di centrodestra e dei valori di Forza Italia».
E del caso Sicilia, o, se si preferisce, del “caso Caruso”, si sarebbe già parlato ieri a Valencia, dove Falcone è volato per prendere parte al congresso del Partito popolare europeo, di cui Antonio Tajani è vicepresidente.
«Il tratto principale della personalità di Marco Falcone – dice Mulè – è la moderazione. Se decide di dire quelle cose e in quel modo, merita una risposta non più rinviabile»
E così, il caso travalica i confini ennesi e diventa un tema generale che riguarda la gestione del partito in Sicilia: «Basta guardarsi attorno. A Trapani ad esempio – ricorda Mulè – si perde perché il capogruppo all’Ars Stefano Pellegrino fa votare il candidato appoggiato dal centrosinistra. E lo fa avendo le sue ragioni, non essendo stati affrontati i problemi del partito in quel territorio ».
Mulè parla chiaramente di logiche di corrente emerse in occasione di queste provinciali.
Come nel caso di Agrigento: «Dovunque ti giri, vedi toppe, buche e voragini ».
Insomma, per Mulè «è mancata la capacità di fare sintesi. Oggi – aggiunge rischiamo di commentare comunque un successo, ottenuto però in modo distruttivo e non inclusivo.
Trasmettendo l’idea di una guerra tra bande, se così possiamo dire. Dire che va tutto bene – prosegue Mulè – sarebbe il peggiore servizio per il partito. All’amico Renato dico: caccia i mercanti dal tempio, Forza Italia parli con una voce sola».
Il vicepresidente della Camera esulta comunque per l’elezione e il buon risultato a Palermo di Gianluca Inzerillo «che ha ottenuto circa il 15 per cento dei voti di lista, pur potendo contare solo su
sé stesso, visto che una parte di Forza Italia non lo ha aiutato».
Un po’ come fa il deputato regionale Marco Intravaia che fa notare come il sindaco di Balestrate Vito Rizzo sia riuscito a farcela pur non avendo «beneficiato di alcuna preferenza nel capoluogo».
Una frecciata, quindi, a un altro pezzo di partito.
Eppure, secondo il presidente Schifani, le provinciali sono state un successo per Forza Italia, mentre
il coordinatore regionale Marcello Caruso festeggia i risultati di Palermo e Catania, «frutto del lavoro
sinergico fra gli organi di governo del partito e tutti i suoi rappresentanti istituzionali, deputazione
regionale e amministratori locali».
Una sinergia che sembra però mancare altrove. Anche il deputato della Camera, Tommaso Calderone,
pur brindando al risultato del candidato al Consiglio del Libero consorzio di Messina, Carmelo
Pietrafitta («il più votato tra tutte le liste»), parla di una campagna elettorale nel corso della quale «abbiamo dovuto superare mille difficoltà, dovute alla gestione di un partito che in questa provincia – dice ha rafforzato solo alleati e avversari.
Anche per questo condivido totalmente le considerazioni di Marco Falcone sulla gestione del
partito».
Ma le tensioni dentro Forza Italia sono evidenti ormai in ogni angolo di Sicilia.
Anche il segretario provinciale di Trapani, Toni Scilla, punta il dito contro il capogruppo all’Ars di Fi, Pellegrino, che «ha fatto votare per il candidato del centrosinistra e lo ha fatto palesemente,
creandoci numerosi problemi, anche sul piano della credibilità. È un fatto molto grave e una scelta
che Pellegrino dovrà spiegare. Serve un chiarimento».
Insomma, il partito esplode, mentre il governatore parla di «crescita costante di Forza Italia, primo
partito a Palermo, Agrigento e Caltanissetta, dove elegge anche il presidente del Libero Consorzio».
Anche se, ironia del voto, proprio in quelle province, a festeggiare sono esponenti considerati tra i meno entusiasti dell’attuale gestione come i deputati Margherita La Rocca Ruvolo, Riccardo Gallo e Michele Mancuso, vicino all’assessore Edy Tamajo.
Da laRepubblicaPalermo
