Un deputato di opposizione chiede il voto segreto. Vengono fuori i franchi tiratori della maggioranza e l’emendamento soppressivo viene appoggiato. Demolita la finanziaria da 240 milioni. Bocciate diverse norme: saltano le cosiddette “Mancette”
“È la Waterloo di Schifani” e “manovra colabrodo e maggioranza a pezzi” sono la sintesi del giudizio di Michele Catanzaro, capogruppo all’Ars del Partito Democratico. “Spaccature maggioranza ora sono voragini”, afferma invece il capogruppo dei Cinque stelle Antonio De Luca che ricorda anche: “Lo avevamo detto nei giorni scorsi, è crisi di governo”.
Al mattino il presidente della Regione Siciliana è apparso sereno e sorridente insieme all’assessore Alessandro Aricò e della collega Giusi Savarino, entrambi di Fratelli d’Italia. Ma nel frattempo a Sala d’Ercole si iniziava a demolire la manovra finanziaria da 240 milioni di euro a colpi di voto segreto.
Manovra quater affossata
La maggioranza non c’é, ed il meccanismo che si materializza in aula è implacabile: un deputato di opposizione chiede il voto segreto sull’emendamento soppressivo di un altro deputato dell’opposizione, appoggiato lo strumento di voto vengono fuori i franchi tiratori della maggioranza e l’emendamento soppressivo viene appoggiato. Norma affossata. Con questo metodo è stata demolita la gran parte della manovra che l’opposizione aveva proposto al governo di ritirare.
Dagnino si appella all’aula
L’assessore all’Economia ha fatto appello alla responsabilità dell’aula per far approvare almeno la norma sul South working, ma la risposta è stata la conferma di un voto segreto già annunciato da Antonello Cracolici, e la richiesta del deputato Pd è stata appoggiata con stesso risultato delle altre norme. La proposta di Dagnino, durante i lavori pomeridiani, era stata di stralciare “una parte significativa della manovra” per salvare il salvabile, o l’indispensabile. Ma il dialogo ormai era del tutto rotto e dall’opposizione è arrivato un secco no a ciò che doveva essere fatto prima e senza “arroganza”, come da risposta del dem Nello Dipasquale.
Schifani pensa a Biagio Conte ma richiama i forzisti
Nel pomeriggio, quando Sala d’Ercole aveva ripreso – svariate ore dopo – i lavori, dopo la sospensione d’aula ad inizio débacle, Renato Schifani ha fatto sapere di aver “voluto telefonare a don Pino Vitrano, guida della Missione ‘Speranza e carità’, per esprimergli il mio profondo dispiacere e rammarico per l’ennesima bocciatura da parte del Parlamento siciliano della norma che avrebbe consentito il finanziamento del film dedicato a fratel Biagio Conte”.
Cogliendo l’occasione, il presidente ha aggiunto che ritiene “davvero incomprensibile questa mancanza di sensibilità nei confronti di una figura che ha rappresentato un esempio straordinario di altruismo, solidarietà e amore verso i più deboli” e che “ancora una volta, un voto segreto chiesto dalle opposizioni ha determinato l’esito negativo di un provvedimento che avrebbe avuto un grande valore non solo culturale, ma anche morale, contribuendo a diffondere il messaggio di speranza e di umanità che Biagio Conte ha lasciato in eredità a tutti noi”. All’Ars poco più tardi circola la voce che il presidente ha richiamato i forzisti e che questi non torneranno in aula.
Assenza: “Colleghi di Forza Italia assenti, è Caporetto”
Con l’ennesima sospensione, deputati di maggioranza abbandonano l’aula. Forzisti. Il forzista Intravaia chiede alla presidenza il numero legale. I deputati bastano, si procede e le norme vengono votate con voto palese.
Non è più necessario il voto segreto: 20 voti per sopprimere l’articolo, 11 astenuti e zero contrari, le norme vengono bocciate una dopo l’altra. Saltano così anche le tabelle incriminate contenenti gli emendamenti per i territori. Le cosiddette “mancette”.
Verifica in aula, il numero legale risulta esserci, ma non ci sono i deputati. Nuccio Di Paola, coordinatore del Movimento 5 stelle, ma anche vicepresidente vicario dell’Ars, ricorda ad Intravaia che comunque i tesserini non si possono toccare anche se mancano i deputati. Poi colpo di scena: il presidente Galvagno fa notare ad Intravaia interveniva senza il tesserino inserito nel banco. Il risultato, in sintesi, è che la maggioranza non c’é più e che Sala d’Ercole è dell’opposizione.
Lo certifica il capogruppo di Fratelli d’Italia, attestando l’assenza di Forza Italia in aula e definendo la votazione quale “la Caporetto della maggioranza”.
De Luca, Catanzaro e La Vardera non fanno sconti
“Se ci avessero dato retta ritirando la manovra-quater, il governo avrebbe evitato quello che si sta rivelato uno stillicidio d’aula con un ko dopo l’altro fino a ridurre la manovra-quater ad un colabrodo”, dice Michele Catanzaro, capogruppo Pd, già nel pomeriggio con ancora i deputati forzisti in aula.
“Il dato politico è sotto gli occhi di tutti, la maggioranza è andata in pezzi”, conclude Catanzaro. Già dopo le bocciature delle prime norme del testo della manovra, Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 stelle, aveva detto che le “spaccature nella maggioranza ora sono voragini, come dimostrano le prime sonore bocciature degli articoli della variazione”.
Poi è stata una Caporetto. “Mai vista in tutta la legislatura questa grande voglia di mettere Schifani all’angolo anche da parte della stessa maggioranza”, ha detto il deputato Controcorrente Ismaele La Vardera. Secondo l’analisi del deputato al Gruppo misto “è un dato politico incontrovertibile: Fratelli d’Italia ha deciso di andare contro la sua stessa coalizione e noi opposizione siamo diventati maggioranza”.
Infine, con tono canzonatorio ma pesante, La Vardera esprime “solidarietà all’attuale ma già ex assessore Dagnino, che chiaramente si dovrà prendere la responsabilità di questo fallimento per salvare la faccia a un presidente che, forse, ormai comanda solo a casa sua”.
Fonte QdS.it di Mauro Seminara
——————
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o
Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.
