Nel panorama odierno, come anche sui social, sempre più spesso assistiamo a un fenomeno preoccupante: la denigrazione di persone e testate giornalistiche basata unicamente sulla non condivisione di idee o linee editoriali.
Sembra che, nell’era della comunicazione immediata, sia diventato più facile attaccare alle spalle piuttosto che confrontarsi, seminando sospetto e diffidenza anziché promuovere il dibattito costruttivo.
Un aspetto particolarmente insidioso di questa tendenza è l’ossessione per i guadagni di chi si dedica, con tempo, denaro e passione, all’attività giornalistica.
Si insinua che dietro ogni sforzo ci sia un mero interesse economico, spesso contrapponendolo, in maniera velata o esplicita, a chi invece “lucra diversamente”.
Questa retorica è non solo fuorviante, ma anche profondamente ingiusta e offensiva.
Essere attivi sui social o fare giornalismo a livello locale e soprattutto libero e indipendente, richiede investimenti significativi, non tanto in termini economici, ma sotto l’aspetto prettamente umano, avendo la forza e il coraggio, per qualcuno inoscienza, di dire cose da molti non graditi, con annesse e connesse conseguenze, che nella migliore delle ipotesi si materializzano in puerili tentativi di imbavagliamento, vedasi segnalazioni continue e tentativi vari per limitararne l’attività.
Le redazioni e i giornalisti, i collaboratori di tutte le testate, anche quelle poco gradite, dedicano ore e impegno alla ricerca di notizie, alla verifica delle fonti e alla produzione di contenuti, ed è naturale che il loro lavoro venga retribuito, anche se magari non è commisurato all’impegno e ai rischi profusi.
Additare i guadagni come prova di malafede è un tentativo meschino di screditare l’impegno altrui.
Ciò che emerge da questo comportamento è una chiara mancanza di coraggio ed onestà intellettuale.
Invece di affrontare le argomentazioni e le posizioni altrui con solide contro argomentazioni, si preferisce la via più facile dell’attacco personale o della delegittimazione economica.
È un atteggiamento che rivela una profonda insicurezza e, forse, la consapevolezza di non avere le basi per sostenere un confronto aperto.
Questa testata, come molte altre realtà giornalistiche che credono nel valore del dibattito, ha sempre aperto le sue porte anche a chi la critica, esprime critiche in generale o ha visioni diverse.
Il confronto, purché basato su fatti e argomentazioni concrete, è linfa vitale per la crescita e per una comprensione più approfondita delle questioni, nonché per la democrazia.
Le critiche costruttive sono qui benvenute e stimolano il miglioramento continuo.
Tuttavia, troppo spesso si assiste a un coraggio dimostrato solo alle spalle, celato dietro l’anonimato dei social media o nelle chiacchiere da bar.
Si diffondono voci, si lanciano accuse infondate, convinti, in maniera del tutto ingenua e miope, che queste azioni rimangano impunite o sconosciute.
Ma in un mondo sempre più connesso, è difficile che la verità prima o poi non emerga.
È tempo di smettere di denigrare e iniziare a dialogare.
Chiunque ha delle, delle critiche, delle visioni diverse, sappia che il confronto è l’unica strada onesta e produttiva.
La porta nostra porta è sempre stata e sempre sarà aperta: sta a voi decidere se avere il coraggio di attraversarla o continuare a nascondervi nell’ombra della denigrazione.
I nostri recapiti li conoscete, nel caso scriveteci a redazionazio@caltanissetta401.it e daremo spazio anche a voi. Ad Maiora

Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o