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Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Il nucleare green che piace all’Italia “scaricato” dall’Uk
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Il nucleare green che piace all’Italia “scaricato” dall’Uk

Last updated: 10/08/2025 16:48
By Redazione 99 Views 7 Min Read
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START UP Newcleo, tanto caro al ministro Pichetto per i reattori
sostenibili, non avrà le scorie inglesi: è prioritaria la sicurezza

Lascia il Regno Unito definitivamente per mancanza di supporto: la società del cosiddetto
‘nuovo nucleare’ che nei mesi scorsi sembrava potesse ricevere – non senza contrasti interni
– fino a 200 milioni dal governo Meloni, va via dal Paese in cui sembrava aver trovato la quadra per
sviluppare i suoi progetti.

Intanto, i revisori dei conti danno l’allarme sulla continuità aziendale. “Newcleo sospenderà il suo
programma di reattori veloci raffreddati a piombo nel Regno Unito e tutti i dipendenti con sede nel
Regno Unito sono ora a rischio di esubero – scriveva qualche giorno fa su LinkedIn il Company Secretary –. Se stai assumendo o conosci qualcuno che lo sta facendo, ti incoraggio vivamente
a guardare i talenti eccezionali ora potenzialmente disponibili, individui di alto calibro che
sarebbero una risorsa per qualsiasi organizzazione”.

Il fondatore della startup, Stefano Buono, è tra le persone che il ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ascolta sul tema nucleare.

L’azienda ha sedi in Francia, in Italia e finora anche in Gran Bretagna, dove si parlava di un progetto da 4 miliardi di sterline per costruire una flotta di mini reattori nucleari con tecnologia basata sul riutilizzo delle scorie.

C’era la sede legale, c’era il progetto e il personale c’erano le intenzioni. Ora resta solo un presidio ridotto in attesa di un eventuale cambio di rotta del Governo britannico che, da mesi, dà segni di non voler sostenere Newcleo.

Già a fine 2024 la sede era stata spostata da Londra a Parigi. Poi, come racconta il Telegra ph , ultimamente Newcleo pareva comunque pronta ad annunciare l’intenzione di costruire fino a quattro dei suoi reattori raffreddati a piombo in un sito nelle East Midlands: “I reattori sarebbero stati alimentati da scorie nucleari riprocessate importate dalla Francia –si legge –e avrebbero prodotto energia per 1,6 milioni di abitazioni.

Il progetto avrebbe creato 400 posti di lavoro in 60 anni e generato 4 miliardi di sterline di
investimenti”.

Il piano c’era , mancavano quelli che Andrew Murdoch, responsabile di Newcleo nel Regno Unito, ha definito “soldi veri” da investire “in un progetto vero”.

Murdoch dice di non aver ricevuto dal Paese il tipo di entusiasmo che sperava. Come il Fatto ha raccontato, mentre Londra ha stanziato 2,5 miliardi di sterline per finanziare piccoli reattori
modulari (Smr) sviluppati da aziende come Rolls-Royce, non c’è stato lo stesso interesse a creare “percorsi alternativi di mercato”per i reattori modulari avanzati (Amr) finanziati privatamente.

Newcleo, spiegano fonti del Governo, ha abbandonato la sua proposta per un impianto Mox dopo la pubblicazione della roadmap nucleare del Paese e dopo che il Regno Unito non avrebbe supportato l’uso del plutonio per tecnologie avanzate immagazzinato a Sellafield, sito dove le attività di riduzione dei rischi sono prioritarie.

L’obiettivo diNewcleo era di usare il plutonio immagazzinato in Cumbria e “riciclarlo” in combustibile nucleare in un nuovo impianto di lavorazione da 2 miliardi di sterline.

Ora a Buono non resta che concentrarsi su Francia, Slovacchia e Lituania anche se, confermano sempre fonti britanniche, Newcleo ha mantenuto i suoi piani per il nuovo sito nelle Midlands (fino a quattro reattori da 200 MW).

Sul fronte fimnanziario, i conti di Newcleo sono critici. Nel bilancio 2024 le perdite sono raddoppiate a 110 milioni, con costi del personale saliti a 69 milioni e un’emorragia di cassa di 13 milioni al mese.

Se a fine 2023 la liquidità netta era di 282 milioni, ad aprile scorso era scesa a 160. I revisori dei conti
segnalano una “sostanziale incertezza” sulla continuità aziendale se non arriverà un’immediata iniezione di nuovi capitali, sottolineando che senza nuovi fondi nei prossimi 12 mesi il rischio di insolvenza è elevato.

Per frenare la perdita di liquidità, il consiglio di amministrazione ha adottato un piano conservativo che prevede la riduzione delle assunzioni e di alcuni investimenti, ma ciò potrebbe mettere a rischio gli obiettivi industriali fissati al 2030, come la costruzione dei primimini-reattori in Francia.

Il fondatore Stefano Buono, che a giugno ha lasciato la presidenza mantenendo però il ruolo di ad, ha attribuito la situazione dei conti al ritardo nell’arrivo dei fondi del governo francese e ha annunciato una nuova tranche di aumento di capitale entro l’anno.

Intanto, in Italia la Conferenza unificata ha dato parere positivo allo schema di legge delega per lo sviluppo del “nuovo nucleare sostenibile”.

Il testo andrà in Parlamento e prenderà il via un iter che potrebbe durare a lungo.

Il sì è stato condizionato e serviranno intese tra Governo e Regioni per i successivi decreti attuativi. Campania, Sardegna, Toscana e Umbria hanno espresso parere negativo, per lo più per assenza di
confronto e di compensazioni per i territori. “I reattori di cui parlano non esistono –ha detto
l’assessora toscana all’Ambiente, Monia Monni – Sono progetti, non soluzioni. Una retorica
vuota, utile a spostare fondi pubblici e alimentare l’illusione di una scorciatoia”.

Da ilFattoQuotidiano di Nicola Borzi e Virginia Della Sala

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