Il Pontefice ha ricevuto in Vaticano i docenti e gli studenti dello Studio Teologico San Paolo di Catania
“Cultura e formazione sono a servizio della gente. Fate in mondo che i giovani andati fuori per studiare tornino”
“La vostra terra ha bellezze naturali e artistiche meravigliose, purtroppo minacciate dalla speculazione mafiosa e dalla corruzione, che frenano lo sviluppo e impoveriscono le risorse,
condannando soprattutto le aree interne all’emigrazione dei giovani. La Mafia sempre impoverisce, sempre”
Così Papa Francesco si è rivolto alla comunità dello Studio Teologico San Paolo di Catania, che, ieri, è stata ricevuta in udienza in Vaticano, in occasione del 55° anniversario di fondazione. La Sicilia ha continuato “ha bisogno di uomini e donne che sappiano guardare al futuro con speranza e formino le nuove generazioni a essere libere e trasparenti nella cura del bene comune, per debellare povertà antiche e nuove”.
“Fate in mondo che i giovani che sono andati fuori per studiare tornino” ha aggiunto il Pontefice parlando a braccio. Sappiate testimoniare che “la cultura e la formazione di uno Studio Teologico sono a servizio della gente, dei poveri, degli ultimi”.
Per Bergoglio lo Studio teologico San Paolo può essere considerato “una primizia del Vaticano II è nato nel 1969, quando le diocesi della Sicilia Orientale decisero di istituire un unico luogo di formazione teologica, che si è rivelato nel tempo fruttuoso per i presbiteri, i religiosi,
i laici”.
“La missione di uno Studio teologico -ha precisato – non può ignorare il territorio in
cui si trova”. E l’esperienza di ecclesialità “pone l’uno accanto all’altro nella diversità delle vocazioni e dei doni e nella ricerca di vie nuove di evangelizzazione”.
Poi un richiamo all’accoglienza dei migranti: “Nella vostra terra, che è stata sempre un crocevia di popoli, approdano tanti migranti e molti si fermano integrandosi: vi esorto a essere accoglienti, ad essere creativi nella fraternità. E questo impegno sarà più fecondo se saprete dialogare con le culture e le religioni degli altri popoli del Mediterraneo, che guardano con
speranza al futuro. Per favore, non spegniamo la speranza dei poveri, di quei poveri che sono i migranti. Voi siete accoglienti con i migranti. Integrare i migranti. Per voi c’è anche la sfida dei migranti musulmani: di come integrarli e aiutarli a entrare nelle diocesi”.
All’udienza con Papa Francesco oltre ai docenti e agli studenti dello Studio Teologico ha partecipato anche l’arcivescovo di Catania Luigi Renna. Parlando della “relazione feconda” tra lo Studio Teologico e l’Università di Catania, l’istituzione culturale più antica della Sicilia, Francesco ha sottolineato come la collaborazione apre gli studi e il futuro a un “dialogo che va sempre coltivato, per comprendere meglio il mondo in cui vivete e per inculcare la fede”.
Il Pontefice ha anche fatto riferimento alla letteratura siciliana, ai “vinti” di verghiana memoria,
“semplici” rassegnati al dolore e alla povertà. Con un invito: “sappiate portare speranza e impegno, sappiate abbondare nella speranza” e siatene “missionari”.
