Tajani: “Ci stiamo occupando dei nostri connazionali, circa 18.000 in Israele, e 450 a Teheran. Il nostro ambasciatore a Tel Aviv adesso è in un bunker”
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, secondo quanto si apprende, ha presieduto un Comitato Nazionale Ordine e Sicurezza Pubblica. L’incontro si è svolto questo pomeriggio al Viminale e vi hanno partecipato i vertici delle forze di polizia, dei servizi e dei vari apparati che garantiscono la sicurezza nel Paese. La riunione è stata dedicata a un approfondimento dei riflessi sull’ordine e la sicurezza pubblica derivanti dalle crisi internazionali, in particolare in Medioriente. È stato deciso, si apprende da fonti del Viminale, il rafforzamento dei dispositivi di sicurezza per tutti gli obiettivi sensibili riconducibili ai paesi coinvolti nella crisi in atto, oltre che l’ulteriore affinamento e potenziamento di tutte le attività di prevenzione.
“Il coordinamento è convocato in forma permanente per assicurare un monitoraggio costante della situazione che permetta in ogni momento di adottare le misure che si rivelino necessarie. Il Governo italiano continuerà a lavorare con tutti i partner per promuovere una de-escalation e per garantire al meglio la sicurezza dei cittadini e dei militari italiani presenti nella regione”.
Nel corso della riunione convocata oggi dalla premier Meloni, si legge in una nota, “è stato riaffermato il pieno sostegno ai negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul programma nucleare iraniano, come testimoniato dalle due tornate negoziali ospitate a Roma, e sottolineato come una soluzione diplomatica debba restare l’obiettivo prioritario”.
“Ci stiamo preoccupando della situazione dei nostri connazionali – afferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenuto a ‘4 di sera’ – sono tra i 16 e i 18mila in Israele, alcuni hanno doppia cittadinanza, e 450 a Teheran. Stiamo lavorando perché tutti possano essere garantiti nella loro sicurezza, l’importante è che seguano le indicazioni delle nostre ambasciate e quelle delle autorità locali per evitare di essere coinvolti in questa guerra”.
“Ho parlato con il nostro ambasciatore a Tel Aviv, che adesso è in un bunker, così come ho parlato con la viceconsole a Gerusalemme, anche lei nel bunker. Hanno avuto ordine di chiudersi, di proteggersi, così stanno facendo tutti gli italiani che sono a Tel Aviv e a Gerusalemme”, fa sapere il titolare della Farnesina.
“Massima protezione” e “massima attenzione” da parte dell’Italia “per tutti i luoghi di culto ebraici, per i luoghi culturali ebraici e naturalmente per le ambasciate d’Israele che sono a Roma. Non c’è soltanto quella presso lo Stato italiano, c’è quella presso il Vaticano e presso la FAO. Sono controllate e tutti gli obiettivi sono altamente protetti
Fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it
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