Oggi ho avuto l’onore, non tanto il piacere, visto che l’argomento trattato era la crisi idrica, di avere ospiti a casa mia una troupe di giornalisti provenienti da un altro pianeta.
Mi avevano contattato giorni fa, ma al telefono la giornalista non si era accontentata, in quanto non riusciva a credermi ed infatti mi aveva riferito che sarebbero “atterrati” a casa mia, per constatare di presenza quanto le avevo raccontato per telefono.
“Atterrata la navicella a casa mia”, sono scesi in due hanno voluto immediatamente toccare con mano cosa significasse vivere senza acqua da 83 giorni.
Non è stato facile, nel loro pianeta hanno uno stile di vita e una formamentis che non gli hanno fatto comprendere da subito alcune cose.
Per essere sicuri che stessi raccontando cose vere, mi hanno fatto una foto che, attraverso i colori che sviluppava, si capiva se stessi mentendo o meno, insomma una specie di macchina della verità.
Ho dovuto faticare parecchio, partendo dall’ ABC, cioè dal nostro modo di costruire le case.
Ho spiegato che da noi nessuno costruisce o ristruttura, non dedicando uno spazio, più o meno grande, a vasche condominiali o recipienti in casa e sui tetti.
Già la parola vasche condominiale e recipienti per l’acqua, li ha disorientati e, vista la loro titubanza, gli ho ben spiegato il concetto di vasca condominiale e mostrato i miei recipienti e la funzione che hanno.
Alla vista del motorino, nei pressi dei recipienti, la prima domanda “a che serve ?”.
Ovviamente da noi anche un neonato sa a cosa serve, ma nel loro pianeta il concetto di motorino che ti porta l’acqua in casa o nei recipienti è difficile da comprendere.
Ad un tratto ho notato che la capa aliena, si stringeva le gambe, insomma le stava scappando la pipì, anche loro la fanno, e, quando non ne ha potuto più, mi ha chiesto di andare in bagno.
Non vi dico quante volte si è scusata per aver pigiato istintivamente lo sciacquone, “potevo riempire la bacinella e gettarla nel water, come mi hai raccontato che fate voi”…tranquilla, capita a chi, come te, non abita su questa terra”, ho risposto.
Da buon padrone di casa e in pieno rispetto della classica accoglienza sicula, esco un vassoietto di dolcini e chiedo loro cosa posso offrirgli.
Gradiscono, la nostra pasticceria se la sognato in tutto l’universo, ed accettano caffè e acqua fresca…non sapendo cosa sarebbe successo, forse era meglio se mi fossi limitato ai soli dolci.
Pensando fosse un gesto normale, almeno per noi, ma non certo per gli alieni, apro uno sportello della cucina e prendo una bottiglia di acqua minerale per versarla nella macchinetta del caffè.
Immediatamente vedo l’alieno fotografo scattare in piedi e fotografare l’interno, dove c’erano 5/6 bottiglie d’acqua, immediata la domanda “ a che ti servono”…. spiego bene, ma comprendo che non rimane soddisfatto.
A quel punto mi gioco il tutto per tutto ed apro il frigo, per prendere della birra e dell’acqua fresca….ed eccallà, altro balzo dell’alieno ed ennesima domanda “ma tutte quelle bottiglie d’acqua in frigo perchè ?”
A quel punto sbotto e gli dico: “ascunta, bello di mamma…lo vuoi capire o no che noi qui non abbiamo l’acqua corrente e anche quella per bere la compriamo ?”
“Comprate l’acqua da bere ?”… “si bello di mamma 2”, qui da noi i supermercati hanno ampie zone dedicate alla vendita di acqua minerale e trovi anche quelle imbottigliate in Sicilia…
La capa aliena farfuglia qualcosa nella sua lingua e la traduzione era:”loro non hanno acqua da bere e vanno a comprare l’acqua, che esce dalle fonti siciliane ?…domani appena usciamo andiamo a vedere un supermercato”….niente mi stavo per arrendere, ma per rispetto alla della mitica accoglienza sicula sono andato avanti.
Bene, poggio birra e acqua sul tavolo e noto che, sempre “il bello di mamma”, fotografa più volte la bottiglia di plastica…”quindi ne consumate tanta e create anche tanta plastica”…almeno su questo ci è arrivato da solo, bravo cominciava a farsi un’idea.
“Ma l’acqua, mi dicevi che te la portano con le autobotti, potremmo vederne una ?”…niente questi vengono proprio da un altro pianeta, pensavo tra me e me.
Dopo avergli spiegato come avveniva la consegna tramite autobotti, spiegato non a parole, ma sul campo, anche su questo la capa aliena ha farfugliato qualcosa che tradotto era “domani cerchiamo di intercettarne qualcuna per vedere dal vivo” forse il mio racconto gli è sembrato fantascienza.
Abbiamo parlato anche delle dighe, delle condutture, di come sono ridotte e del perchè, del come si è arrivati a tanto, della mala politica di questi anni in Sicilia, ma queste sono cose, che noi sappiamo bene, loro non le comprendono, infatti mi hanno detto “ma se la politica non lavora bene ed a favore dei cittadini, che politica è”….non lo posso scrivere, ma comprenderete bene cosa ho risposto.
Non vado oltre, perchè dovrei scrivere molte altre pagine, vi assicuro però che, per difendere sempre la mia terra, mi sono limitato nel raccontare tante altre cose, sapendo anche che non mi avrebbero mai potuto capire.
Ringrazio la “capa aliena”, nella persona di Pauline Valkenet, giornalista olandese, mentre il “bello di mamma” si chiama Merlin, mi scuserà ma non ho capito il cognome, anche lui olandese.
Da cittadino europeo raccontare e far comprendere ad altri europei come si vive senz’acqua, è stato molto difficile e a tratti umiliante.
In fondo questa amara terra è la mia amata terra, vorrei soltanto che chi ci governa, a tutti i livelli, provasse lo stesso amore che proviamo tanti cittadini, che sopportiamo il loro modo di amministrare, basato spesso sugli interessi, i loro, trascurando i nostri. Ad Maiora