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Italia Nostra: “Soprintendenze al collasso in Sicilia”. Foto

Last updated: 13/09/2025 10:25
By Redazione 205 Views 8 Min Read
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Riceviamo e pubblichiamo

“Lo scorso giovedì 10 settembre, allegando un’immancabile foto-ricordo, l’arch. Daniela Vullo, soprintendente per i Beni culturali e ambientali della provincia di Caltanissetta, scrive sulla sua pagina Facebook: «Questa mattina graditissima visita dell’assessore regionale ai Beni culturali, dott. Francesco Scarpinato, a Santa Maria degli Angeli, prossima sede istituzionale della Soprintendenza di Caltanissetta».

Che dire? Una sede bella, importante e spaziosa. Certamente. Ma per chi? Il personale della Soprintendenza di Caltanissetta è decimato così come il personale delle Soprintendenze siciliane. I soprintendenti esistono ancora. Certo, lo sappiamo bene. Di fatto nell’Isola la situazione è questa: grave carenza di personale e, in particolare, di personale tecnico quali restauratori, archeologi ecc.; la gestione dei siti e dei parchi archeologi in Sicilia è al limite del collasso, basti pensare che molti siti archeologici non hanno neppure un archeologo; il personale, non solo di vigilanza, ma anche tecnico, è ampiamente carente sia  dal punto di vista quantitativo sia dal punto di vista qualitativo.

Insomma: al di là dei consueti slogan propagandistici e degli ineffabili riti autocelebrativi e autoconsolatori, siamo di fronte ad un drammatico stato di crisi istituzionale dell’amministrazione regionale siciliana dei beni culturali. Crisi che, inevitabilmente, costituisce un grave pericolo per la salvaguardia del vasto e multiforme patrimonio paesaggistico e culturale della Nazione conservato in Sicilia. Come da noi più volte evidenziato, tale stato di crisi è la diretta conseguenza delle scelte politiche operate negli ultimi vent’anni, che hanno di fatto smantellato il sistema regionale multidisciplinare di tutela istituito dalle leggi regionali 80/1977 e 116/1980.

La soluzione ai gravi problemi del sistema regionale di tutela può venire solo dal ripristino del ruolo tecnico del personale dell’amministrazione regionale dei beni culturali, come previsto dalla pianta organica contenuta dalla legge regionale 8/1999, mai abrogata Ciò renderà possibile l’indizione, dopo più di vent’anni, di nuovi bandi di concorso per i professionisti dei beni culturaliprevisti dall’articolo 9 bis del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, per cui si rilevano diffusi vuoti di organico nell’attuale assetto dell’amministrazione regionale dei beni culturali. La ridefinizione della pianta organica, inoltre, darebbe l’opportunità ai professionisti dei beni culturali attualmente in servizio nei ruoli regionali di avere finalmente il giusto riconoscimento dei propri titoli specialistici e adeguate funzioni direttive, che attendono da più di quindici anni.

Una volta restituito al sistema regionale di tutela l’assetto specialistico multidisciplinare prescritto dalla normativa regionale e nazionale, si dovrà ripristinare l’ordinamento istituzionale previsto dalle leggi regionali 80/1977, 116/1980 e 20/2000. Queste Norme regionali, tutte attualmente vigenti, attribuiscono alle Soprintendenze per i beni culturali e ambientali, ai Musei, alle Gallerie d’Arte e, infine ai Parchi archeologici distinte competenze di tutela, studio e valorizzazione del vasto patrimonio culturale della Nazione conservato nei territori siciliani.

Per quanto riguarda le risorse finanziare, è assolutamente necessario un nuovo e più efficace trasferimento di risorse ordinarie al settore dei beni culturali. Nel corso di questi ultimi decenni si è infatti assistito ad una costante diminuzione delle risorse che la Regione Siciliana ha stanziato per tale fondamentale settore all’interno del proprio bilancio: si è passati dai 500 milioni stanziati nel 2009 per i beni culturali siciliani ai soli 10 milioni degli ultimi anni. Si è in parte provato a colmare questa grave carenza di adeguati finanziamenti utilizzando le risorse rese disponibili dai fondi strutturali della Comunità Europea, senza però ottenere risultati significativi in tal senso. Questo, soprattutto per la scarsa capacità di progettazione degli interventi causata dal mancato rispetto delle competenze specialistiche nei ruoli dell’Assessorato dei Beni culturali. Il risultato è davvero desolante: fondi non utilizzati e restituiti all’Europa, interventi realizzati e poi resi inefficaci dalla mancanza di una seria politica gestionale e, allo stesso tempo, una drastica diminuzione dei fondi ordinari che rendono inefficace l’azione degli Istituti regionali di tutela. Insomma: i diversi Governi regionali che si sono succeduti nell’ultimo decennio hanno ridotto in modo insostenibile i trasferimenti economici ai capitoli di bilancio dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, tanto da rendere impossibile qualsiasi attività istituzionale di ricerca, restauro, manutenzione, fruizione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.

Pertanto, riteniamo necessario appellarsi con forza al Governo nazionale perché eserciti nei confronti della Regione Siciliana il potere sostitutivo previsto dall’articolo 120 della Costituzione, al fine di ripristinare l’assetto istituzionale legale degli organi regionali di tutela, perché questi Istituti possano adempiere agli obblighi di tutela derivanti dalla normativa comunitaria e nazionale, oggi in gran parte disattesi su tutto il territorio dell’Isola, e possano impiegare efficacemente e pienamente i fondi ordinari e i fondi strutturali messi a disposizione dalla Comunità Europea. Occorre, a parere di Italia Nostra, ripristinare l’unitarietà giuridica del sistema di tutela su tutto il territorio nazionale e restituire la dignità del proprio ruolo pubblico ai professionisti dei beni culturali in servizio presso le Istituzioni di tutela dell’Isola. Il patrimonio culturale della Nazione conservato nei territori siciliani dovrà tornare a godere della cura istituzionale che solo organi tecnico-scientifici di tutela dotati di personale con elevate competenze professionali specialistiche e di adeguati investimenti pubblici possono assicurare.

Per completezza d’informazione, aggiungiamo che l’assessore Scarpinato, poco prima del post dell’arch. Vullo, aveva pubblicato questo suo post sui social, allegando diverse immagini fotografiche: «Visita questa mattina, 10 settembre 2025, alla Soprintendenza di Caltanissetta per affrontare sul campo criticità e problematiche legate al territorio e visionare la nuova sede di Santa Maria degli Angeli ormai prossima all’apertura. Abbiamo inoltre verificato l’avanzamento dei lavori di allestimento del Museo dei relitti greci e Museo archeologico regionale di Gela, affinché possano essere rispettati gli impegni assunti e garantita al più presto la pubblica fruizione. Sopralluogo anche all’area archeologica di Sabucina per la quale è in corso una rimodulazione di fondi regionali che consentirà la messa in sicurezza del sito anche con la video sorveglianza e il ripristino dei percorsi».

Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia”

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