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La ferma condanna dei Paesi arabi agli attacchi statunitensi in Iran

Last updated: 23/06/2025 8:57
By Redazione 90 Views 4 Min Read
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Da quando Israele ha lanciato attacchi contro l’Iran il 13 giugno, gli stati del Golfo, ricchi di petrolio, hanno intensificato gli sforzi diplomatici per cercare di allentare le tensioni

Contents
QatarYemenOman – Emirati Arabi – BarheinKuwaitIraqLibanoEgitto

AGI – I Paesi arabi hanno condannato fermamente gli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari in Iran, mettendo in guardia dalle conseguenze per la regione. L’Arabia Saudita, il colosso mediorientale che si è avvicinata a Teheran nel 2023 dopo anni di divergenze, ha dichiarato di seguire gli sviluppi con “grande preoccupazione” e ha invitato alla moderazione. Da quando Israele ha lanciato attacchi contro l’Iran il 13 giugno, gli stati del Golfo, ricchi di petrolio, hanno intensificato gli sforzi diplomatici per cercare di allentare le tensioni. Molti di loro ospitano forze statunitensi sul proprio territorio e temono che un intervento americano possa innescare una conflagrazione che potrebbe minacciare i loro interessi.

Qatar

“L’attuale pericolosa escalation nella regione potrebbe portare a conseguenze catastrofiche sia a livello regionale che internazionale”, ha avvertito il Qatar, che ospita la più grande base statunitense in Medio Oriente e condivide con l’Iran il più grande giacimento di gas del mondo. –

Yemen

Da parte loro, i ribelli Houthi dello Yemen, alleati della Repubblica Islamica, hanno minacciato di colpire le navi americane nel Mar Rosso, considerando l’attacco statunitense una “dichiarazione di guerra” contro il popolo iraniano. Un altro alleato di Teheran, il movimento islamista palestinese Hamas, che governa la Striscia di Gaza, ha condannato un'”aggressione criminale”. Il presidente Donald Trump ha affermato di aver distrutto i principali siti nucleari iraniani, definendolo “un’impresa militare spettacolare”. Ma i suoi alleati del Golfo chiedono un ritorno alla diplomazia.

Oman – Emirati Arabi – Barhein

L’Oman, mediatore tra Washington e Teheran nei negoziati sul nucleare, e gli Emirati Arabi Uniti hanno entrambi chiesto una de-escalation “immediata”. In un segnale di tensioni nella regione, il Bahrein, sede del quartier generale della Quinta Flotta statunitense, ha chiesto alla maggior parte dei suoi dipendenti pubblici di lavorare da casa “fino a nuovo avviso”.

Kuwait

Il Kuwait ha dichiarato di aver attivato un piano di emergenza che include la preparazione di rifugi.

Iraq

L’Iraq ha anche denunciato un’escalation che “minaccia la sicurezza e la pace in Medio Oriente” e “mette seriamente a repentaglio la stabilità regionale”. Il Paese teme ritorsioni da parte dei gruppi armati filo-iraniani, che avevano minacciato di attaccare gli interessi statunitensi nella regione se Washington si fosse unita a Israele nel suo conflitto con l’Iran.

Libano

In Libano, che sta emergendo da una guerra devastante tra Israele e il filo-iraniano Hezbollah, il presidente Joseph Aoun ha affermato che il suo Paese “non desidera sopportare il peso” di un’altra guerra.

Egitto

Da parte sua, l’Egitto ha messo in guardia dal “rischio di vedere la regione sprofondare in un caos e in una tensione maggiori”, chiedendo “soluzioni politiche e negoziati diplomatici”.

Fonte AGI

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