In un articolo pubblicato da laRepubblicaPalermo a firma di Giusi Spica del 13 novembre scorso, si legge la presa di posizione dell’attuale assessora comunale di Caltanissetta, Matilde Falcone, e della consigliera comunale di Agrigento, Roberta Zicari, le quali esprimono solidarietà alla deputata La Rocca Ruvolo e alla candidata definita “bona” dal leader del loro partito nelle intercettazioni del Ros.
Come riportato nell’articolo, si dicono ferite per le frasi sessiste pronunciate dal loro ormai ex leader Totò Cuffaro ed esprimono solidarietà alla deputata forzista Margherita La Rocca Ruvolo, apostrofata più di una volta come “troia” nelle intercettazioni dei carabinieri del Ros, e alla candidata definita “bona” del concorso a Villa Sofia.
Hanno inviato una nota a Repubblica, nella quale chiedono a Cuffaro di scusarsi, senza però mai fare il nome dell’ex governatore sul quale pende una richiesta d’arresto della procura per “associazione a delinquere semplice”.
“Ci dispiace che ancora oggi vengano proferite parole sessiste senza pensare al loro peso, con leggerezza ed ilarità, e che venga fatto trasversalmente in quasi tutti i partiti. Le additiamo quando sbagliano gli altri partiti, perché sbagliano in tanti purtroppo, a maggior ragione e con un po’ più di amarezza, le additiamo quando sbagliano nel partito a cui abbiamo aderito. A titolo personale porgiamo la nostra solidarietà all’onorevole La Rocca Ruvolo ed alla candidata ‘anche bona’ per le modalità con cui sono state trattate. Il nostro impegno politico anche nella Dc e con la Dc, è stato quello di battermi per il 40% di donne in giunta, per la parità di genere, per la doppia preferenza, e la piazza né è testimone. Di conseguenza non possiamo che aspettarci delle scuse da chi ha espresso giudizi poco edificanti”.
La consigliera Zicari nel comunicato però ci tiene a rivendicare le battaglie condotte in questi anni assieme alla Dc per il suo territorio: “Ad Agrigento il partito ci ha sempre sostenuto in posizioni scomode e di lotta, da Capitale della Cultura all’appalto sulle reti idriche, oltre ad averci dato l’opportunità di conoscere tante persone perbene, autenticamente democristiane nel senso a servizio delle comunità ed appassionate della buona politica. Per questo le vicende di questi giorni mi sembrano surreali, disallineate rispetto al nostro modo di amministrare e spero che sia un enorme equivoco che verrà presto chiarito perché davvero la Dc che ho vissuto io non è quella che oggi si dipinge sui giornali. Aspettiamo gli sviluppi delle indagini fiduciosi del lavoro della magistratura ma anche certi della specchiabilità del nostro operato politico nei territori”.
Un plauso necessario ad entrambe, ma adesso servono risposte e chiarezza
Apprezzabile e, anzi, condivisibile in pieno la netta presa di distanza delle due esponenti della DC.
Condannare parole non certo belle, per usare un eufemismo, è un atto dovuto che fa onore alla loro sensibilità politica e personale.
Tuttavia, l’articolo pone sul tavolo una serie di interrogativi cruciali che non possono essere ignorati e che vanno ben oltre la sacrosanta condanna verbale.
In primis la posizione all’interno del partito e quale è la loro prossima mossa.
Le due esponenti rimarranno all’interno di una forza politica il cui leader si esprime in quella maniera o stanno valutando l’ipotesi di prenderne le distanze in modo definitivo?
La coerenza richiede a questo punto un passo in avanti e anche fare chiarezza o maggior coraggio.
Colpisce però la differente reazione. Mentre l’Assessora si è limitata, giustamente, alla condanna delle parole proferite, la consigliera si è spinta a commentare anche altri aspetti della situazione.
Questa differenza è una strategica personale o riflette una diversa interpretazione sulla gravità della crisi interna?
Il tempo delle mezze misure è finito, anche perché essendo entrambe figure che fanno parte delle amministrazioni di Caltanissetta e Agrigento, la prima anche se non eletta ma nominata, mentre la seconda è stata eletta dai cittadini, devono comunque fare chiarezza sulla loro posizione come anche, nel caso dell’assessore, è importante capire se siede in Giunta in quota Dc o altro, per eventuali conseguenze che ciò potrebbe comportare, considerato che molti chiedono di rimuovere gli assessori della Dc in tutte le giunte siciliane, cosa che ha fatto, a livello regionale, il deputato Lima del Pd, ma anche chiesto a livello locale dal consigliere comunale Turturici nel sit-in di venerdì scorso.
Ma al di là delle prese di posizione individuali, vien fuori una spaccatura tutta interna nel partito ed è fondamentale capire cosa ne pensa la Segreteria Regionale della DC che, anche se “decimata”, non può permettersi, proprio in questo momento, spaccature e peggio vedersi attaccata dal “fuoco amico” come anche il trincerarsi nel silenzio.
Siamo certi che a breve ci sarà un confronto interno per guardarsi in faccia e fare chiarezza defininedo una linea ufficiale comune, non solo sulla condanna delle parole pronunciate, ma su tutta l’intera vicenda che influenzerà il futuro del partito, cercando anche di capire chi, pur condannando certe espressioni, ha comunque intenzione di rimanere nel partito o se c’è chi già pensa di collocarsi altrove.
Vedremo cosa deciderà la struttura regionale del partito, che ha il dovere di esprimersi in modo chiaro e tempestivo per rispetto ai tanti cittadini che li hanno votati e anche per se stessi.
Attendiamo gli eventuali sviluppi sui quali vi aggiorneremo. Ad Maiora
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Foto dall’articolo di laRepubblicaPalermo
