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Negli Usa scatta lo shutdown, che cos’è e cosa significa per i lavoratori

Last updated: 01/10/2025 12:09
By Redazione 117 Views 8 Min Read
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Niente legge di spesa, ora cosa succede

Contents
Come e quando scatta lo shutdownLo stalloCosa significa per i lavoratoriI precedentiSi precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

Negli Stati Uniti è scattato, ancora una volta, uno shutdown. La parola ormai è diventata familiare per indicare l’arresto delle attività di governo in assenza di una legge di spesa.

Come e quando scatta lo shutdown

L’anno fiscale negli Stati Uniti finisce il 30 settembre e quindi, non avendo il Congresso approvato né la legge né una misura transitoria, da oggi, 1° ottobre, milioni di dipendenti federali rimarranno senza stipendio. Molti dei quali, forze dell’ordine, controllori del traffico aereo e militari, dovranno comunque continuare a lavorare. Previsto dall’Antideficiency Act, lo shutdown prevede un arresto immediato delle attività governative non essenziali fino a quando non arrivi l’approvazione di una legge di spesa o di una misura transitoria, il cosiddetto ‘stopgag bill’, la legge tappabuchi.

Chiudono anche tutti i parchi nazionali e i musei federali di Washington, gli Smithsonian museum. Il National Park Service ha stimato che durante lo shutdown del 2013, che durò 13 giorni durante l’amministrazione di Barack Obama, si perse mezzo milione di dollari di introiti per le visite ai parchi.

Lo stallo

Gli ultimi anni di politica americana sempre più polarizzata ci hanno abituato ad accordi tra i due partiti arrivati all’ultimo minuto disponibile per evitare lo shutdown, ma quest’anno la maggioranza repubblicana e la minoranza democratica, che deve dare al Senato almeno sette voti decisivi per il passaggio della legge di spesa, sono stati bloccati in uno stallo. I democratici chiedevano in cambio dei loro voti misure per garantire l’estensione dell’Obamacare, per evitare che i drastici tagli varati da Donald Trump lascino entro la fine dell’anno moltissimi americani senza assistenza sanitaria, il ripristino dell’aiuto all’estero e dei soldi per le emittenti pubbliche, sempre finiti sotto l’accetta della nuova amministrazione.

Non aiuta il fatto che alla Casa Bianca ci sia Donald Trump che in questi mesi ha portato avanti la sua agenda a colpi di maggioranza senza cercare nessun dialogo con i democratici, attaccati in tutti i modi se non addirittura criminalizzati. “Non preoccupatevi proprio di negoziare con loro”, è una citazione del presidente che il leader dei dem al Senato, Chuck Schumer, ha stampato su un cartello mostrato durante una conferenza stampa al Congresso una decina di giorni fa.

Invece di mediare, la Casa Bianca di Trump è passata all’attacco, chiedendo alle diverse agenzie federali di preparare piani per licenziamenti di massa, da far scattare in caso di shutdown. Il memo dell’Office of Management and Budget, guidato da Russ Vought, l’ideologo della nazionalismo cristiano che è stato l’artefice del Project 2025, un netto strappo rispetto alla gestioni da parte delle altre amministrazioni dello shutdown, che hanno solo sospeso i lavoratori, che verrebbe sfruttato per portare ulteriormente avanti i tagli dei dipendenti federali, che fino ad ora ha portato a 200mila licenziamenti.

La mossa è stata liquidata dai democratici come un “tentativo di intimidazione” per costringerli a votare per evitare lo shutdown con la minaccia di licenziamenti di dipendenti federali la cui responsabilità verrebbe poi attribuita all’opposizione, come ha già fatto ieri Donald Trump. “Tutto questo è causato dai Democratici. Ci hanno chiesto di fare qualcosa di totalmente irragionevole. Non cambiano mai. Vogliono regalare soldi agli immigrati irregolari, persone entrate illegalmente nel nostro Paese”, ha dichiarato ieri nello Studio Ovale.

Cosa significa per i lavoratori

Per centinaia di migliaia dei dipendenti federali, che lo scorso novembre erano circa 3 milioni considerando anche i militari, scatta immediatamente il ‘furlough”, vale a dire la sospensione senza stipendio, che però verrebbe pagato poi loro in ritardo una volta approvata la legge di spesa. Invece i dipendenti federali a contratto non saranno ricompensati per le giornate lavorative perse, scrive il Time magazine.

Non tutti i lavoratori sospesi rimangono a casa: i dipendenti dei settori ritenuti essenziali, come sanità, difesa, forze dell’ordine e controllo del traffico aereo dovranno lavorare senza paga. Anche gli agenti dell’Ice, l’Immigration and Customs Enforcement, agenzia cruciale per la politica anti-immigrati dell’amministrazione Trump, continueranno a lavorare, assicurando l’operatività dei centri di detenzione migranti. Mentre ci potrà essere un ritardo nelle udienze per molti casi di immigrazione.

Questa volta la Casa Bianca minaccia di rendere lo shutdown ancora più doloroso per i dipendenti federali, che sono stati sin dal primo giorno dell’amministrazione Trump un obiettivo principale di attacchi e intimidazioni che hanno portato alla perdita di 200mila posti di lavoro federali. L’Ufficio di gestione e bilancio ha infatti ordinato alle agenzie federale di preparare piani di veri e propri licenziamenti, e non sospensioni, di dipendenti federali di programmi non ritenuti in linea con le priorità dell’amministrazione Trump.

Nonostante gli addetti al controllo del traffico aereo e alla sicurezza negli aeroporti, che fanno capo alla Transportation Security Administration (Tsa) siano considerati lavoratori essenziali e quindi chiamati a lavorare durante lo shutdown, in caso di una lunga durata si potranno avere problemi per il traffico aereo. Sette anni fa infatti molti ufficiali del Tsa, costretti a lavorare per settimane senza paga, si misero in malattia, portando a rallentamenti e file ai controlli. Lo stesso successe per mancanza di controllori del traffico aereo all’aeroporto newyorkese di LaGuardia.

Non ci dovrebbero essere problemi per il pagamento delle pensioni e altri assegni di welfare, il Social Security negli Usa, come anche per Medicare e Medicaid, le due assistenze sanitarie pubbliche per anziani e cittadini a basso reddito. Ma nei passati shutdown le agenzie, a causa della sospensione di migliaia di dipendenti, furono costretti a diminuire alcuni servizi di assistenza al pubblico. Anche i servizi del Postal Service, che si autofinanziano con le proprie entrate, dovrebbero non interrompere la consegna di posta e pacchi.

I precedenti

L’ultimo shutdown era avvenuto durante la prima amministrazione Trump, tra il 2018 e il 2019, ed era durato 35 giorni. Prima ancora lo shutdown del 2013, durante l’amministrazione Obama, durò 13 giorni.

Fonte Adnkronos

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