Nel dossier del ministero Sicilia ultima con zero euro di spesa. Allarme anche per i fondi per gli
ex percettori del Reddito
Alla Sicilia è arrivata la cifra maggiore tra le Regioni del Sud: 22 milioni, provenienti dal Pnrr. Ma non ha ancora speso nemmeno un euro. Eppure il progetto sarebbe molto utile nell’Isola.
È quello che viene definito “sistema duale” e, in sostanza, rappresenta un insieme di procedure e iniziative che consentirebbero ai cittadini di formarsi direttamente sul posto di lavoro o di acquisire competenze utili.
Il dato, che si aggiunge a una sfilza di flop nella spesa del Recovery nell’Isola, dalla Sanità alle infrastrutture, trova posto nella “Sesta relazione sullo stato di attuazione” del Piano, presentata recentemente dal ministro per gli Affari europei e le politiche di coesione, Tommaso Foti, al parlamento.
Al 25 febbraio scorso, certifica il governo Meloni, la Sicilia è, insieme al Lazio, l’unica Regione d’Italia
ancora al palo. Con l’aggravante di avere già ricevuto oltre 22 dei 68 milioni di euro assegnati, a differenza del Lazio che potrà contare su meno di un quarto delle risorse (5 milioni circa). Solo alla Lombardia sono stati erogati più soldi che alla Sicilia, ma la resa, lì e nelle altre Regioni, è assai diversa.
È il caso, ad esempio, del Piemonte che ha ricevuto una cifra solo di poco inferiore alla Sicilia (quasi 20 milioni di euro) e ne ha già spesi più di Più di due terzi, insomma.
Altre amministrazioni regionali sono state invece così efficienti da avere speso più di quanto sia stato erogato loro finora dal governo nazionale.
I problemi nell’attuazione del sistema duale, poche settimane fa, avevano preoccupato lo stesso presidente della Regione Renato Schifani.
Il progetto era stato indicato in un comunicato di Palazzo d’Orleans tra quelli maggiormente in ritardo.
In quell’occasione, il governatore ha convocato urgentemente assessori e dirigenti a Palazzo
d’Orleans, provando a “stringere le viti” della macchina burocratica.
Ma nel settore della formazione e del lavoro i problemi non si fermano lì. Nello stesso documento del ministro Foti, infatti, si approfondisce anche lo stato di avanzamento
della spesa per il progetto Gol. L’acronimo sta per “Garanzia occupabilità lavoratori”, un progetto da
4,4 miliardi provenienti dal Pnrr, gestito dalle Regioni e nato per aiutare gli ex percettori del Reddito di cittadinanza a trovare un impiego.
Nella tabella del ministero, la Sicilia è l’unica Regione a non riportare la cifra riguardante l’avanzamento della spesa. «Si tratta solo di un problema di allineamento dei dati — fanno sapere dall’assessorato al Lavoro — e riguardanti il caricamento sul sistema Regis. Abbiamo già speso 3 milioni l’anno scorso e altrettanti quest’anno».
Stessa lettura dall’assessorato alla Formazione, dove si fa riferimento a un «ritardo nella comunicazione».
Ma i numeri forniti da un altro ministero, quello del Lavoro, restano comunque poco confortanti.
Nel report periodico redatto insieme all’Inapp (l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), la Sicilia, insieme a Molise e Basilicata, viene indicata tra i territori nei quali “permangono delle situazioni critiche” e dove, “a fronte di una riduzione della durata di attesa
dell’avvio della politica, si osservano ancora valori sensibilmente bassi riguardo al numero di individui avviati ad una politica attiva”.
In pratica, qui il progetto non funziona. Un numero, su tutti: tra i destinatari del progetto, meno di
uno su quattro è riuscito a ricevere una politica attiva del lavoro e solo il 25 per cento ha firmato un contratto.
Peggio hanno fatto solo Campania e Basilicata.
Del resto, in Sicilia, la spesa del Pnrr, nella sua totalità, è pressocché bloccata. Secondo gli ultimi dati
del portale OpenPnrr, aggiornati al 31 marzo, nell’Isola è stato speso solo il 15 per cento dei fondi, a fronte di una media nazionale di poco inferiore al 34 per cento.
Da laRepubblicaPalermo di Accursio Sabella
